tag:blogger.com,1999:blog-65562652226655405762024-03-13T09:50:29.491-07:00Racconti Erotici GratisLasciati emozionare dalle parole...Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.comBlogger65125truetag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-47445165855331604472010-04-27T04:53:00.000-07:002010-04-27T04:55:40.263-07:00Blog di Cornutello<div align="center"> </div><div align="center">E' online il blog di <strong>Cornutello</strong>, uno degli autori che collaborano a questo sito. Cliccate qui per visitarlo: <a href="http://fidanzatocornuto.blogspot.com/">http://fidanzatocornuto.blogspot.com</a></div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-32928005792949981392010-04-13T04:57:00.000-07:002010-04-13T04:58:15.309-07:00La Casa Della Libidine (VI)<div align="justify"><strong>GRAN FINALE</strong><br /><br /><br />Il salone era diventato teatro di un'orgia incredibile: le ragazze si scambiarono gli uccelli di tutti i componenti maschi, e ogni ragazza volle provare anche la doppia penetrazione: un cazzo in figa ed uno in culo. Persino quel vecchiaccio di Mario fu accolto nelle dolci fighe di tutte le mie amiche, e anche in quella della mia ragazza, che sembrò gradirlo particolarmente.<br />Soltanto Clarissa, la padrona di casa, non aveva ancora preso un solo pisello. Mi domandai se per caso non fosse lesbica: per tutta la durata del nostro soggiorno alla villa, si era limitata a masturbarsi guardando noi che scopavamo e a farsi leccare la figa dalle ragazze. Ma no, lesbica non poteva essere; tutte le storie che avevo sentito su di lei la dipingevano come una vera divoratrice di cazzi.<br />E infatti, ad un certo punto, la sentii esclamare:<br />“Fermi ragazzi! Tirate fuori i vostri cazzi dalle fighe – e dai culi – di queste troiette. Tirateli fuori prima di sborrare. Come gran finale avrete tutti un premio meraviglioso. Scoperete la mia fighetta e sborrerete dentro. Avanti, fatevi sotto! Allagatemi la topa di sperma!”<br />Il primo ad andare fu Francesco. Si era inculato a lungo la mia ragazza, e poi le altre, senza mai venire; gli bastarono tre o quattro colpi per sborrare dentro la figa di Clarissa.<br />"Vengo!" disse, e la inondò.<br />Poi toccò ad Alessandro. In quel momento si stava godendo una bella spagnoletta da quella tettona di Luisa. Affondava il cazzo con gusto tra quelle bocce morbide e lussuriose. In precedenza, anche lui, aveva fatto il culo alla mia fidanzata, e quello era stato, a suo dire, il momento più eccitante di tutto il soggiorno alla villa.<br />Si fiondò dentro alla fregna di Clarissa come un razzo. Durò molto di più di Francesco. Anche lui non aveva ancora sborrato, eppure mostrò una resistenza incredibile. Si scopò la padrona di casa a lungo, limonandola e palpandole le tette. Talvolta giocava con la lingua con i suoi grossi ed invitanti capezzoli.<br />Infine le riempì la figa di sperma.<br />Clarissa si leccò le labbra, mi sorrise e con fare ammiccante disse:<br />"Tocca a te, ora... Forza, vieni e mettimelo dentro..."<br />La penetrai, convinto che avrei sborrato subito. Ero troppo eccitato. Invece riuscii a resistere a lungo. La figa di Clarissa era un forno caldo e morbido, accogliente. Il mio cazzo pulsava di gioia, lì dentro.<br />"Oh, come mi fotti bene", ansimava la padrona di casa. "Che bella sensazione avere il tuo cazzo qua dentro... su, baciami un pochino le tette, mentre mi scopi..."<br />Infilai la faccia tra quelle tette e leccai, aumentando la velocità dei miei colpi.<br />"Come sei bravo..." gemeva Clarissa. "Su, sborra ora... riempimi di sperma... dammi tutto il tuo seme, come hanno già fatto i tuoi amici..."<br />Poi mi infilò la lingua in bocca. In quel preciso istante venni.<br />Mi svuotai le palle in quella calda topa, diedi un'ultima leccata a quelle belle tette e mi ritirai, esausto.<br />Ma non era finita: dopo essersi fatta trombare e riempire anche da Mario, Clarissa chiamò a raccolta tutte le troiette.<br />"Ora" disse "leccatemi la figa. E' tutta di piena di sperma... questi quattro maschioni me l'hanno riempita bene. Guardate come cola il loro seme, ancora caldo e invitante..."<br />A turno tutte le leccarono la figa, gustandosi lo sperma che ne fuoriusciva, attente a non perderne nemmeno una goccia.<br />Che ingorde... </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-44662330390752545242010-04-13T04:56:00.000-07:002010-04-13T04:57:10.971-07:00La Casa Della Libidine (V)<div align="justify"><br /><br /><strong>AMMUCCHIATA LIBERA</strong><br /><br /><br />Anche il giorno dopo mi svegliai in ritardo rispetto agli altri. E ancora una volta a svegliarmi fu quel vecchio di Mario.<br />“Be'?” gli dissi “che cosa mi sto perdendo stamattina? Hanno già iniziato, giù nel salone? Con quali giochi erotici si stanno divertendo i miei amici, oggi?”<br />Mario sorrise. “Oggi la signora Clarissa ha annunciato un'ammucchiata libera. Sbizzarritevi come volete!”<br />Caspita, che mi stavo perdendo! Mi vestii in fretta ed uscii dalla stanza.<br />Appena fui in corridoio, mi trovai di fronte ad una scena incredibile: in piedi, appoggiato ad una parete, c'era Alessandro. Aveva i calzoni calati. Inginocchiata tra le sue gambe c'era Elisa, che gli succhiava il cazzo con foga. Un lungo, intenso e gustoso pompino che Alessandro si stava chiaramente godendo, gemendo oscenamente e accarezzando i capelli della mia amica.<br />Appena mi videro si fermarono un istante. Alessandro mi rivolse un sorriso ed Elisa staccò per un attimo la bocca dal suo cazzo. Esclamò, sorridendo:<br />"Bensvegliato, pigrone! Oggi ammucchiata libera! Se trovi un buco vuoto, ficcaci il cazzo!"<br />E riprese a succhiare il cazzo.<br /><br />Appena raggiunsi il salone, il fiato mi mancò per alcuni istanti: a quattro zampe come una cagna, Giulia si stava facendo inculare dal mio amico Francesco.<br />"Sì, sbattimelo in culo!" gemeva. "Fottimi per bene il buchetto, Francesco!"<br />E il mio amico se la sbatteva per bene.<br />"Oh sì" continuava la mia fidanzata "Infilamelo bene tra le chiappe! Inculami tesoro, inculami bene..."<br />E lui la inculava. Mentre glielo sbatteva dentro, si chinò su di lei e le leccò languidamente la schiena, poi le passò la lingua sull'orecchio e le palpò le tette. Infine riprese a fotterle il culo col solito ritmo.<br />Guardavo quella scena, allo stesso tempo affascinato e un po' confuso. Provavo una sensazione strana, indefinibile. Sapevo che non avevo ragione di essere geloso (sia io che la mia ragazza potevamo andare con chi volevamo, questi erano i patti) eppure un po' lo ero. Ma allo stesso tempo mi sentivo arrapatissimo.<br />Quando si accorsero di me, Francesco abbassò lo guardo (anche se non rallentò il ritmo dell'inculata). Percepii il suo imbarazzo. In fondo, anche se tutti erano d'accordo per "l'ammucchiata libera", si stava pur sempre inculando la ragazza del suo migliore amico.<br />Giulia, invece, appena mi vide sorrise. Era un sorriso di sfida. Un sorriso malizioso e perverso, che mi attraversò cuore e mente.<br />Poi mi mostrò il dito medio.<br />"Guarda come mi faccio inculare dal tuo migliore amico" sghignazzò, la voce altalenante, che seguiva i ritmi imposti dal cazzo di Francesco. "Guarda come il tuo amico mi fa il culo... guarda come me lo sbatte dentro..."<br />Mi eccitai. Non potevo farci nulla. Il mio migliore amico si stava inculando la mia ragazza e la scena che avevo davanti agli occhi mi eccitava.<br />Rimasi a guardarli ancora qualche istante, poi mi allontanai. Raggiunsi il centro della sala.<br />Clarissa era sulla sua poltrona, mentre Luisa le leccava la figa.<br />Mugolii d'eccitazione riempivano l'aria.<br />Sul pavimento, poco più in là, Stefania se ne stava a quattro zampe e Carla da dietro le leccava il culo.<br />Mi inginocchiai accanto a lei e cominciai a leccare anch'io il bel culo di Stefania. Alternavamo le nostre lingue all'interno di quel bellissimo buchetto. Talvolta ci mettevamo un dito e lo masturbavamo un po'. La zoccoletta gradiva.<br />Dopo un po' mi presi in mano il cazzo e cominciai a masturbarmi.<br />Stefania si mise al mio fianco e continuò lei il lavoretto: le sue mani morbide e aggraziate mi trastullavano il cazzo divinamente.<br />Era fantastico.<br />Le infilai la lingua in bocca e me la pomiciai un po'; poi diedi una bella leccata anche alle sue tette.<br />Gustosissime.<br />La sega continuava e devo dire che Stefania era abilissima. Mi portava sull'orlo dell'orgasmo; poi bloccava il movimento del polso e mi dava tempo di rifiatare. Con l'altra mano mi massaggiava dolcemente i coglioni.<br />Una meraviglia...<br />Poi Carla, che fino a quel momento era restata a guardarci e a masturbarsi, si mise a novanta e mi sventolò il culo davanti alla faccia:<br />"Forza" mi disse con voce languida, da inguaribile porca "mettimelo dentro..."<br />Non esitai un istante e, abbandonando la pur meravigliosa mano di Stefania, mi infilai in quel buco lussurioso. Il suo culo era stretto, caldo, invitante: davvero uno spicchio di paradiso.<br />Cominciai a fottermela con colpi lenti e profondi, poi aumentai pian piano il ritmo.<br />"Oh sì", ansimava lei "Inculami, inculami! Come ai bei vecchi tempi, quando stavamo ancora insieme!"<br />Mentre la inculavo, vidi con la coda dell'occhio un'altra scena molto eccitante: quel vecchio porco di Mario che si montava quella zoccoletta di Arianna. Anche lui se la stava facendo a pecora.<br />Tutti intorno a me si davano da fare. Che banda di maiali che eravamo... </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-73746159322166665372010-04-13T04:54:00.000-07:002010-04-13T04:55:43.338-07:00La Casa Della Libidine (IV)<div align="justify"><br /><br /><strong>LA TETTONA</strong><br /><br /><br />Nel pomeriggio, dopo il pranzo e una breve pausa di riposo, riprendemmo i nostri giochi.<br />Era arrivato il momento che personalmente attendevo con maggior impazienza: al centro delle attenzioni di tutti ci sarebbe stata Luisa. La mia amica tettona sembrava più bella che mai. Indossava una scollatura incredibile, e quelle enormi pere ballavano follemente ad ogni passo. Che visione paradisiaca! Da restarci secchi...<br />Tornammo quindi nel salone. Clarissa, seduta sulla sua poltrona al centro (indossava ora esclusivamente mutandine e reggiseno) disse a Luisa di togliersi maglietta e reggiseno.<br />La mia amica, dunque, rimase soltanto coi jeans.<br />Alla vista di quelle libidinose colline di carne, tutti noi ragazzi sospirammo profondamente.<br />Per quanto mi riguarda, il cazzo ebbe un'impennata istantanea e vigorosa.<br />"Ora", esclamò Clarissa, "Voi maschietti toglietevi i calzoni e le mutande. Prendetevi in mano i cazzi e cominciate a masturbarvi. Luisa farà una bella spagnoletta ad ognuno di voi".<br />Non credevo alle mie orecchie! Un sogno si stava avverando!<br />Luisa sorrise. L'idea la eccitava non poco... Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quelle pere micidiali. Lei se ne accorse e mi sorrise.<br />Me lo stavo menando furiosamente, eccitato come un pazzo, quando Luisa s'inginocchiò davanti a me, che ero seduto su una delle poltrone ai lati della sala.<br />"Cominciamo da te" disse, ondeggiando col bacino e facendo ballonzolare quelle tette impossibili.<br />"Posso baciarle un po', prima?", le chiesi.<br />Disse di sì e con le mani mi porse quelle bocce meravigliose. Piazzai la testa in mezzo a quelle morbide colline e cominciai a leccarle con foga, senza alcun ritegno. Oscenamente.<br />Con la coda dell'occhio, vidi uno scintillio di gelosia nello sguardo di Giulia. La mia ragazza però non disse niente.<br />"Ora rilassati" disse poi la tettona "e fatti fare una bella spagnoletta..."<br />Reclinai la testa all'indietro e mi preparai ad andare in paradiso.<br />E paradiso fu! Luisa, sorridendomi come una vacca, prese delicatamente il mio uccello e se lo posizionò tra le bocce. Il cazzo sparì letteralmente tra quei globi di carne. Poi cominciò a muoversi, facendomi godere pazzamente.<br />"Ti piace come le mie mammellone ti massaggiano il cazzo, vero, porco?" mi chiese con voce da zoccola. "Chissà quanto le hai desiderate... quanto a lungo le hai sognate..."<br />"Dalla prima volta che le ho viste", ammisi. Era la pura verità.<br />Non durai molto a lungo, purtroppo. Avevo tanta sborra nei coglioni e non potevo più resistere. Gemendo, le inondai le bocce.<br />"Su sborra" mi incitava lei "riempi bene queste tettone di cremina..."<br />E le riempii davvero. Lei raccolse tutto il mio seme e lo leccò con gusto.<br />Poi fu il turno degli altri. Luisa dedicò una bella e appassionata spagnoletta a tutti, nessuno escluso. Persino quel vecchiaccio di Mario ebbe la fortuna di godersi quelle bocce divine.<br /><br />Ad un certo punto, Carla s'incamminò fuori dal salone.<br />"Dove stai andando?" le chiese Clarissa.<br />"In bagno", rispose Carla. "Devo andare in bagno..."<br />"Devi fare la pipì?" domandò ancora Clarissa.<br />Carla arrossì un pochino. "No", confessò "in verità devo cagare..."<br />"Oh", replicò la padrona di casa "ma allora puoi farla qui davanti a tutti! Non vorrai mica privarci di uno spettacolino tanto gradevole ed eccitante?"<br />Nonostante un certo imbarazzo, Carla sorrise. Nei suoi occhi brillava un'eccitazione da vera troietta.<br />"Va bene" disse, "Dove devo farla?"<br />Clarissa ci pensò su un po', poi disse:<br />"Tra le tette di Luisa! Caga un bello stronzo tra le bocce di questa tettona! Vediamo se le piace fare spagnolette anche agli stronzi!"<br />Luisa fu subito d'accordo. Incredibilmente l'idea la eccitava e la faceva bagnare.<br /><br />Così Luisa si sdraiò a pancia in su sul pavimento al centro del salone, vicino alla poltrona di Clarissa. La tettona indossava solo un paio di jeans: dalla vita in su era nuda e quei meloni di carne, esposti agli occhi di tutti, apparivano più invitanti che mai. Tra le bocce luccicava ancora un po' di sperma.<br />Carla era ora completamente nuda. Posizionò il culo sopra le tette di Luisa, si accucciò per bene e cominciò a cagare.<br />L'atmosfera era carica di eccitazione. Io, con il cazzo nuovamente duro, avevo ripreso a segarmi, e così gli altri maschi.<br />Si sentì una leggera scorregga, poi una più forte.<br />Infine, lo stronzo cominciò ad uscire...<br />Carla gemeva come se stesse scopando. Era davvero molto eccitata, e Luisa altrettanto.<br />Lo stronzo uscì molto lentamente, accolto da un boato di approvazione dei presenti.<br />"Ti cago tra le tette!" esclamò Carla. "Goditela bene questa mazza fatta interamente di merda!"<br />"Sì, brava troietta" ribattè Luisa "svuotati il culo tra le mie bocce!"<br />Lo stronzo uscì del tutto e cadde esattamente nel grande solco tra le tette di Luisa. Sembrava davvero un pisello di merda.<br />Poi Carla si spostò e Luisa esclamò:<br />"Guardate ora che spettacolino vi regalo! Godetevelo, porcellini e porcelline!"<br />Detto questo, strinse le bocce intorno allo stronzo e cominciò a mimare una spagnoletta.<br />Era uno spettacolo perverso e tremendamente eccitante.<br />"Goditi il mio stronzo!" la incitava Carla, che nel frattempo si toccava la figa "fai una bella spagnoletta alla mia merda!"<br />Troppo eccitante, davvero. Non resistetti oltre e sborrai di nuovo, questa volta nella mia mano. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-32022202414073872082010-04-13T04:52:00.000-07:002010-04-13T04:53:58.240-07:00La Casa Della Libidine (III)<div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong>IL GIORNO DOPO</strong><br /><br /><br />Confesso: ci rimasi un pochino male quando appresi che quella notte non sarebbe successo altro.<br />“Per stasera basta così”, disse Clarissa. “Ora Mario vi accompagnerà alle vostre stanze. Riprenderemo domani mattina. Non siate contrariati, cari amici; con il piacere non bisogna mai aver fretta. Quello di stanotte è stato un ottimo aperitivo. La nostra amica Arianna ha spompinato con gusto il vecchio Mario, e queste immagini vi accompagneranno nel sonno. Domani ricominceremo”.<br />Andammo a dormire. Devo ammettere che le stanze erano davvero molto belle e ampie: ognuno ne aveva una tutta per sé. Anche io, che pure ero fidanzato, dormii da solo. Ma il sonno tardò ad arrivare, eccitato com'ero...<br /><br />A svegliarmi fu un deciso bussare alla porta.<br />Toc toc!, toc toc!... emersi dal sonno.<br />“Avanti” dissi con la voce impastata.<br />Era quel brutto ceffo di Mario.<br />“Ben svegliato”, mi disse. “Gli altri sono già scesi. Ho provato a svegliarla anche dieci minuti fa, ma evidentemente ha il sonno pesante. Si affretti a vestirsi e a raggiungere il salone, se non si vuole perdere tutto lo spettacolo...”<br />Mi vestii maledicendomi per aver fatto tanto tardi e scesi di sotto in tutta fretta. Arrivato al salone, mi trovai davanti agli occhi uno spettacolo incredibile e meraviglioso.<br />Sdraiato sul pavimento c'era il mio amico Francesco. Seduta a cavalcioni sopra di lui, intenta a cavalcarlo come la peggiore delle vacche, c'era Elisa. Quella troia sembrava godersi il cazzo del mio amico come se non ne avesse mai preso uno in vita sua.<br />“Oh sì, Francesco, che bel cazzone che hai!” gemeva continuando a galoppare. Si sentiva chiaramente il rumore del cazzo che entrava e usciva dalla figa. Plop, plop, plop...<br />Le belle tette di Elisa ballonzolavano nell'aria e Francesco non perdeva occasione di tastarle e palparle per bene. Talvolta sporgeva la testa in avanti per leccarle.<br />“Buongiorno” mi salutò Clarissa. “Siediti su una poltrona e goditi lo spettacolo, ritardatario”.<br />Tutti guardavano eccitati.<br />Ad un certo punto, Clarissa (sempre seduta al centro della sala) si alzò, si denudò completamente e tornò a sedersi. A quel punto prese a masturbarsi lentamente.<br />La cavalcata intanto continuava furiosamente. Francesco ora aveva piantato le mani sulle belle chiappe di Elisa e così facendo la tirava contro il suo cazzo con maggior forza. I due godevano oltremodo.<br />“Che bella figa che hai, Elisa...”<br />“Oh, e come mi riempie bene il tuo cazzo, Francesco...”<br />Non avevo mai visto il pisello di un altro uomo prima d'ora, non dal vivo; soltanto nei film porno. Devo dire che quello di Francesco era di tutto rispetto, per quanto riuscivo a intravederlo impegnato a fottere quella bella fighetta.<br />Ebbi naturalmente un'erezione e cominciai, come la sera prima, a massaggiarmi il pacco.<br />“Carla” disse ad un tratto Clarissa, mentre Elisa e Francesco continuavano a fottere “vieni qui e leccami la figa”.<br />Carla si alzò e raggiunse la poltrona al centro della sala, dov'era seduta la donna. Clarissa allargò le gambe e Carla posizionò il volto su quella bella e larga figa. Tirò fuori la lingua e cominciò a leccare come una cagnolina assetata.<br />“Mmmh” gemette Clarissa, accarezzando i lisci capelli neri di Carla “sei molto brava. Hai una lingua stupenda... continua così... oh, sì...”<br />E Carla leccava, leccava...<br />Sempre sospirando di piacere, Clarissa aggiunse: “Le altre ragazze, se vogliono, possono masturbarsi. Forza, Luisa, Stefania e Giulia, toccatevi le topine...”<br />La mia ragazza e le altre due cominciarono a masturbarsi, guardando i due eccitanti spettacoli in contemporanea: da una parte Elisa che continuava a montare Francesco, dall'altra, a poca distanza, Carla che leccava la figa della padrona di casa.<br />Era tutto molto, molto eccitante.<br />“Alessandro”, disse poi Clarissa “vieni qui e comincia a scopare Carla, mentre lei continua a leccarmi la figa. Su, fottitela per bene a pecorina!”<br />Alessandro non aspettava altro. Si alzò e si fiondò verso Carla, denudatosi in un istante. Le fu dentro subito, spingendo il cazzo nella figa con rapidi e profondi colpi. Carla godeva e gemeva, senza tuttavia staccare la testa dalla figa di Clarissa.<br />“Ora”, continuò la padrona di casa, “Stefania e Giulia, cominciate a fare un lento strip tease davanti a Marco, il quale nel frattempo se lo prenderà in mano e si farà una bella sega guardandovi. Quando sarete nude, sdraiatevi per terra e cominciate a giocare tra di voi”.<br />“Uff” sbuffai, ma io sono l'unico maschio che non scopa?”<br />“Porta pazienza”, mi rispose Clarissa. “Porta pazienza...”<br />Era comunque uno spettacolo molto eccitante. Giulia e Stefania cominciarono a spogliarsi molto lentamente. Il mio cazzo era durissimo. Lo liberai dalla prigionia delle mutande e cominciai a segarmi.<br />In breve le due ragazze furono nude e, sdraiate a terra, si lanciarono in un intenso sessantanove. Io mi masturbavo come un pazzo.<br />Nel frattempo gli altri continuavano a darci dentro. Alessandro pompava la figa di Carla, ancora a pecorina, come un ossesso; la troietta gradiva ansimando e gemendo e accelerando i colpi di lingua sulla figa di Clarissa.<br />Francesco, cavalcato da quella porcona di Elisa, si arrestò un attimo, per riprendere fiato e ricacciare indietro l'orgasmo che evidentemente stava montando. Dopo essersi riposato qualche istante, tornò a cucciare le bocce della porca e riprese il ritmo della scopata.<br />Era tutto meraviglioso.<br />Nel frattempo, davanti ai miei occhi, Stefania si era messa gattoni sul pavimento e la mia fidanzata da dietro le leccava il buco del culo. Infilava la lingua bene all'interno, leccando e pulendo tutte le pareti dell'ano. Erano entrambe molto eccitati.<br />“Oh sì, così...” gemeva Stefania “Leccami il culo, maialina...”<br />E Giulia continuava a leccare.<br />Luisa intanto continuava a masturbarsi furiosamente. Non so quante volte fosse venuta; guardava le sue amiche intente a leccarsi con sguardo ipnotizzato.<br />Ad un tratto vidi Mario avvicinarsi a Stefania e alla mia ragazza. Avevo perso di vista quel brutto vecchiaccio e non avevo idea di dove fosse stato in quei minuti.<br />Si accucciò al fianco di Giulia, che ancora leccava il culo di Stefania, e la scansò delicatamente. Si sostituì a lei e cominciò a leccare e sbavare con gusto il buco del culo di Stefania. La quale non fu affatto contrariata: anzi, sì bagnò ancora di più.<br />Giulia, messa da parte, tornò a toccarsi la fighetta.<br />“Ora ti scopo, Stefania!” dichiarò quel maiale di Mario “Ora assaggerai tutto il mio cazzone!”<br />“Oh sì!” rispose a sorpresa quella troia “Oh sì, sbattimelo tutto in figa, vecchio porco!” Era eccitata oltremodo. “Mettimelo dentro, su cos'aspetti, ciccione...”<br />Mario non attese oltre. Appoggiò la cappella sulla figa della bella Stefania e scivolò dentro, grugnendo come un maiale. E continuò a grugnire oscenamente mentre la montava.<br />“Mmmm oh sì” gemeva Stefania “sì vecchio porco, montami come una vacca! Sono una porca, una cagna... una cagnolina in calore! Dai, prendimi! Sbattimelo ancora più dentro, porco...”<br />E lui grugniva, grugniva.<br />Mentre la scopava, si abbassò su di lei e cominciò a leccarle la schiena, gli occhi pieni di libidine. Per lui era come trovarsi in Paradiso!<br />Io intanto non ce la facevo più; dovevo venire. Chiamai a me la mia ragazza e le dissi di prendermi l'uccello in bocca. Giulia non se lo fece ripetere due volte e cominciò a succhiarmelo. La pompa non durò molto, arrapato com'ero. Dopo pochi istanti le riempii la bocca.<br />Anche gli altri cominciarono a venire. Francesco sborrò affondando la testa tra le bocce di Elisa, mugolando come un porco; Alessandro si svuotò i coglioni nella topa di Carla, che continuava felice a leccare la figa di Clarissa.<br />Qualche minuto ancora e anche Mario fu sull'orlo dell'orgasmo. Sfilò il suo lungo, puzzolente cazzo dalla figa di Stefania e, menandoselo velocemente, le sborrò sulla schiena.<br />Allora assistetti ad una scena incredibile: Arianna, che si trovava al fianco di Luisa ed era anche lei intenta a masturbarsi, raggiunse velocemente Stefania e cominciò a leccare tutto lo sperma che le imbrattava la schiena.<br />Evidentemente la cremina bianca di Mario, che aveva assaggiato la sera prima, le era piaciuta molto...</div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-52108733651171717682010-04-09T04:25:00.001-07:002010-04-09T04:25:58.367-07:00La Casa Della Libidine (II)<div align="justify"><br /><br /><strong>PRIMA NOTTE</strong><br /><br /><br />La giornata passò lentamente. Il tempo sembra scorrere sempre più lento quando si attende qualcosa con ansia e impazienza.<br />Finalmente giunse sera e, come d'accordo, all'ora di cena ci recammo alla villa. Prendemmo due macchine, la mia e quella di Francesco, per portar giù tutti.<br />Per telefono, la signora Clarissa mi aveva detto che avremmo mangiato da lei, poi, dopo cena, avremmo cominciato da subito a “giocare”.<br />Arrivammo puntualissimi alla villa. All'entrata ci accolse il signor Mario, il domestico. Il suo aspetto era davvero orripilante: sui sessant'anni, era basso e molto grasso. Le braccia erano ricoperte di pelo e c'era star certi che ne avesse anche sul resto del corpo in quella quantità. Quando gli fui vicino mi accorsi anche che puzzava terribilmente. Dall'odore sembrava urina.<br />Le ragazze storsero il naso, non appena lo videro; io mi limitai a lanciare a Francesco un'occhiata divertita. Lui ricambiò con un risolino.<br />Il signor Mario si dimostrò però molto gentile, portando a turno tutte le nostre valige nelle rispettive stanze. La fatica lo fece sudare molto e aumentò lo spiacevole olezzo che lo avvolgeva.<br />“Benvenuti, ragazzi” ci accolse Clarissa non appena entrammo. “Vedo che avete accettato tutti la mia proposta. Bene, ne sono molto felice. Vedrete che non ve ne pentirete...”<br />L'interno della villa era meraviglioso. Appena entrati ci trovammo in un salone ampio, le pareti arredate con quadri sicuramente costosi.<br />"Bene", riprrese Clarissa. "Seguitemi, vi condurrò nella sala da pranzo. Cenerete con tutta calma, senza di me. Ho già mangiato. Quando avrete finito, mi raggiungerete nel salone. Lì daremo inizio ai nostri giochi. Buon appetito, ragazzi".<br />Ci accomodammo in sala da pranzo e mangiammo. Nessuno di noi aveva troppo appetito: eravamo tutti ansiosi di vedere cosa ci avrebbe riservato la serata. Stuzzicammo appena il cibo, quindi, nonostante tutto fosse squisito.<br />Terminata la cena, ci recammo tutti nel grande salone.<br />"Chissà cosa ci aspetta, ora" bisbigliò Giulia. "Sono eccitatissima!"<br />Scrollai le spalle. Proprio non lo immaginavo.<br />Al centro del salone, su una grande poltrona rossa, sedeva la padrona di casa. Clarissa teneva le belle gambe accavallate e ci scrutava con un'espressione maliziosa.<br />Al suo fianco, in piedi e immobile, si trovava Mario. Mi appariva, se possibile, ancora più brutto di prima.<br />"Accomodatevi su quelle poltrone ai lati della sala" ci disse Clarissa.<br />Ci sedemmo e restammo in silenzio. Cosa sarebbe successo?<br />La padrona di casa si alzò e cominciò a passeggiare davanti a noi. Avanti e indietro, scrutandoci. Poi tornò alla sua poltrona, si mise seduta e disse:<br />"Arianna. Alzati".<br />La "pompinara", per chi avesse dimenticato il suo soprannome, si alzò e raggiunse il centro della sala. Guardò Clarissa in attesa di indicazioni.<br />“Ora, cara Arianna” disse la padrona di casa “slaccia i calzoni di Mario e fagli un bel pompino”.<br />Restammo tutti ammutoliti. Davvero Arianna avrebbe spompinato quel grassone peloso e puzzolente? L'avrebbe fatto o si sarebbe tirata indietro?<br />Nel frattempo Mario sghignazzò, pregustando il lavoretto.<br />Arianna si inginocchiò davanti a quel vecchio schifoso e gli slacciò i calzoni. Il porco, come era evidente dal gonfiore delle mutande, era già eccitato. Arianna liberò l'uccello e tutti noi trattenemmo il fiato: davanti agli occhi avevamo un bastone enorme, di almeno venticinque centimetri. Cazzo!<br />“Avanti, puttanella” la incitò Mario. “Prendimelo in bocca”.<br />Storcendo il naso per la puzza, quella troietta di Arianna cominciò a leccare piano piano l'asta. Vedevo la sua linguetta andare su e giù per quell'uccello gigantesco. Era una visione molto eccitante.<br />Mi accorsi di avere un'erezione. Cominciai a massaggiarmi il pacco da sopra i jeans. Notai che Francesco e Alessandro stavano facendo lo stesso.<br />Intanto Arianna aveva spalancato la bocca e aveva ingoiato completamente l'enorme mazza di Mario. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Era proprio una professionista del pompino...<br />Il vecchio se la godeva. Ora accompagnava i movimenti della testa di Arianna, gemendo.<br />“Sì, come succhi bene, splendida puttanella...” ansimava “succhiamelo tutto... così... che brava che sei... che grande pompinara... gustatelo... senti che saporaccio... sono giorni che non mi lavo... pompa bene troia!”<br />E lei pompava, di gusto. Se la stava godendo anche lei, lo capivamo benissimo. Succhiare i cazzi era proprio il suo passatempo preferito, anche se si trattava di vecchi ciccioni pelosi.<br />“Oh sì...” continuava Mario “che bella boccuccia che hai... così calda... mmm... mi fai impazzire, troietta... l'ho capito subito che eri una puttanella, appena sei entrata in questa casa... non vedo l'ora di sborrare tra le tue labbra da zoccola!”<br />“Mmmh, mmmh, mmmh”, gemeva Arianna come in risposta, la bocca piena di cazzo. “Mmmmh...”<br />Sussultai quando sentii il successivo ordine di Clarissa.<br />“Basta succhiare, Arianna. Ora lecca per bene il culo di Mario”.<br />Il porco sfilò il cazzo durissimo dalla bocca di Arianna (la quale, notai, lo mollò quasi a malincuore) e si mise a quattro zampe per terra, il culo enorme e peloso davanti al piccolo e delicato viso di Arianna. Questa, timidamente, tirò fuori la lingua e cominciò a leccare quel buco oscuro e sicuramente puzzolente. Chissà da quanto doveva lavarsi anche lì...<br />“Mmmm, sì!” gemeva Mario “Leccami per bene il culo, troietta! Come sei brava... sì così, infilala dentro per bene quella lingua... ooohhh.... mi fai impazzire zoccoletta... mmm... sì... così... brava, dai una bella leccata anche alle mie grosse palle pelose... ecco, ora torna a dedicarti al culo... dai troia...”<br />Arianna leccava sempre più velocemente. Non c'era dubbio: si era eccitata. Che zoccola che era! Nonostante lo schifo di quel culo lardoso, nonostante avesse davanti a sé un pubblico composto da suoi amici, si era eccitata come una cagna e se la godeva a leccare l'ano di quel vecchio.<br />“Mmmmh... mmmh... mmmmh....” continuava a mugugnare.<br />Dopo un po' Mario si voltò e si mise seduto sul pavimento accanto ad Arianna. Le prese la mano e se la sistemò sul cazzo, dando inizio ad una bella sega; nel frattempo, prese a baciare quella troietta. La limonava per bene, infilandole la lingua ben dentro la bocca; poi le leccava le guance, il collo, le labbra, sbavandola tutta.<br />Lei intanto continuava a masturbarlo.<br />“Mmm, che brava puttanella che sei... e che buon sapore che hai! Ma ora voglio venire! Avanti, torna a prendermelo in bocca...”<br />Arianna si inginocchiò di nuovo tra le sue gambe e tornò a pompare la mazza (con sua grande gioia, mi sembrò). Dopo qualche minuto Mario cominciò a rantolare.<br />“Vengo!” gridò e riempì la calda boccuccia di Arianna. Fu una sborrata apparentemente interminabile. Senza che Clarissa nemmeno glielo chiedesse, Arianna ingoiò tutto il caldo seme del vecchio. Qualche goccia le cadde lungo il mento e il collo. Lei le raccolse con le dita e leccò tutto. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-75081458277720073992010-04-09T04:21:00.000-07:002010-04-09T04:23:49.293-07:00La Casa Della Libidine<div align="justify"><br /><br /><strong>PERSONAGGI PRINCIPALI</strong><br /><br /><br />CLARISSA – Ricca e bellissima signora di quarant'anni, proprietaria di una grande villa fuori città.<br /><br />MARIO – Sessantenne che lavora in casa di Clarissa. Adempie alle funzioni di maggiordomo, cuoco e più in generale “tuttofare”. Il suo aspetto è orripilante. Basso, grasso, e peloso, sembra nato da un incrocio con una scimmia.<br /><br />MARCO – Narratore della storia. Ragazzo di ventidue anni. Moro e occhi scuri. Fisico nella media.<br /><br />FRANCESCO – Miglior amico di Marco. Anche lui ha ventidue anni. Capelli biondo cenere, fisico nella media.<br /><br />ALESSANDRO – Ventidue anni. Amico di Marco e Francesco. Capelli castani, fisico nella media.<br /><br />GIULIA – Venti anni. Attuale fidanzata di Marco. Capelli biondo scuro, occhi marroni e terza di seno.<br /><br />LUISA – Ragazza di ventuno anni. Una biondina tutto pepe, piccola di statura ma con un seno enorme: una quinta messa sempre in risalto da generose scollature.<br /><br />STEFANIA – Anche lei ha ventuno anni. Castana, occhi verdi, terza di seno.<br /><br />ARIANNA – Venti anni, è soprannominata “la pompinara”. In città è famosa per la sua abilità con la bocca. Una ragazza graziosa, esile e con poco seno, ma con due bellissime labbra.<br /><br />ELISA – Altra tettona del gruppo, anche se non quanto Luisa. Lei ha una quarta. Mora e riccia, occhi marroni. Ventidue anni.<br /><br />CARLA – Ventuno anni. Mora e occhi verdi, capelli lisci. È molto alta; una seconda abbondante di seno e un culetto sodo. In passato ha avuto una relazione con Marco.<br /></div><div align="justify"><br /> </div><div align="justify"></div><div align="justify"><br /><strong>PROLOGO</strong> </div><div align="justify"><br /><br />"Voi non sapete cosa significhi godere", disse la signora Clarissa, squadrandoci uno ad uno. Era una bellissima donna di quarant'anni. A prima vista, era facile ritenerla molto più giovane. Io stesso stentavo a darle più di trentacinque primavere.<br />Alta, con un fisico statuario, messo sempre in risalto dagli splendidi abiti che portava. Un sedere scolpito, meraviglioso, e una terza di seno che calamitava gli sguardi di tutti. Capelli neri con qualche sfumatura di rosso e occhi scuri come la pece. Era meravigliosa. Era difficile restarle indifferenti, per gli uomini e anche per molte donne, che seppur senza provare interesse sessuale, la guardavano con un misto di ammirazione e invidia. Il suo fascino era irresistibile.<br />Tutti noi conoscevamo la signora Clarissa. Era una delle donne più ricche della città e viveva da sola in una grande villa isolata, a diversi chilometri di distanza dal centro abitato. Era single ormai da molti anni, da quando cioè aveva cacciato il marito di casa, per ragioni che non conoscevamo. Da allora varie leggende giravano su di lei. Che fosse una mezza ninfomane e che non mancasse di portarsi periodicamente a casa dei giovani ed aitanti ragazzotti per soddisfare i suoi bisogni sessuali. Non sapevamo quanto fossero fondate quelle chiacchiere; di certo, se lo erano, gli eventuali “ragazzotti” avevano tutta la mia invidia. Chi non avrebbe voluto giacere nel letto insieme a lei?<br /><br />Quel pomeriggio mi trovavo in un bar con alcuni miei amici. Sedevamo ad un tavolino, chiacchierando del più e del meno. C'ero io, vale a dire Marco, un ragazzo come tanti, ventidue anni e tanta voglia di evadere dalla noia di tutti i giorni. Al mio fianco c'era Giulia, la mia ragazza: vent'anni, capelli biondo scuro, occhi marroni e terza di seno, era senza dubbio un bel pezzo di femmina. Stavamo insieme ormai da quasi un anno e ci trovavamo molto bene.<br />Dall'altro lato del tavolo, sempre al mio fianco, sedeva Francesco, il mio migliore amico. Aveva la mia stessa età e ci conoscevamo da moltissimo tempo. Capelli biondi e un fisico nella media, era decisamente un bel ragazzo, con una fama di grande rubacuori.<br />Vicino a lui sedeva Alessandro, nostro coetaneo nonché amico, per quanto non intimo come lo eravamo Francesco ed io.<br />Poi c'era Luisa, la più figa di tutta la comitiva, almeno secondo il sottoscritto. Una splendida ragazza di ventuno anni. Una biondina tutto pepe, piccola di statura ma con un seno enorme: una quinta messa sempre in risalto da generose scollature. Mamma mia, quante seghe mi ero sparato in passato pensando a quelle bocce pazzesche! Lo ammetto senza alcuna vergogna. Se fosse stati lì e aveste visto quelle poppe da sogno mi comprendereste.<br />Vicino a Luisa c'era Stefania, anche lei una ragazza su cui avevo fatto pensieri non troppo puliti. Ventuno anni, castana, occhi verdi e terza di seno, nascondeva a mio parere, dietro un'aria da santarellina, lo spirito della vera porca.<br />Arianna, coetanea di Giulia, era soprannominata “la pompinara”. In città era famosa per la sua abilità con la bocca, almeno stando alla testimonianza di chi l'aveva provata (o diceva di averlo fatto). Una ragazza graziosa, esile e con poco seno, ma con due bellissime labbra. Confesso anche questo: più di una volta avevo immaginato di poterlo infilare in quella calda boccuccia...<br />Infine c'erano Elisa e Carla, entrambe di ventidue anni. Elisa era l'altra “tettona” del gruppo, anche se non dotata quanto Luisa. Lei aveva una bella quarta, all'apparenza morbida, tutta da palpare e leccare. Mora e riccia, aveva dei grandi occhi marroni.<br />Carla era invece una vera e propria stallona: altissima davvero. Mora e occhi verdi, capelli lisci, una seconda abbondante di seno e un culetto sodo. In passato avevo avuto una relazione con lei. Eravamo stati insieme per diversi mesi ed erano stati giorni infuocati. Giulia, la mia attuale fidanzata, non era però infastidita dalla sua presenza; ormai erano diventate buone amiche e si poteva uscire tutti insieme.<br />Insomma era questa la comitiva. Ricapitolando (immagino che non sia semplicissimo, all'inizio, ricordare così tanti personaggi) il nostro gruppo era così formato: Io, Francesco e Alessandro rappresentavamo la componente maschile, Giulia, Luisa, Stefania, Arianna, Elisa e Carla quella femminile. Mi ritenevo fortunato di poter uscire quasi quotidianamente con tutte quelle ragazze, (per quanto fossi fidanzato e quindi non potessi osare più di tanto), anche perché, ognuna con qualità diverse, erano tutte molto belle.<br />Ma torniamo a quel fatidico pomeriggio, che segnò l'inizio di un'esperienza incredibile.<br /><br />Eravamo, come dicevo, seduti al bar. Chiacchieravamo di sciocchezze, argomenti che in realtà non interessavano nessuno. Finché quella tettona di Luisa, la più maliziosa della comitiva, aveva spostato la discussione sul sesso. Chi più spudoratamente chi in maniera più timida e impacciata, avevamo iniziato a raccontarci alcune nostre esperienze, quelle che per un motivo o per un altro erano rimaste maggiormente impresse nella nostra memoria.<br />Fu allora che la nostra conversazione venne interrotta da una voce.<br />“Voi non sapete cosa significhi godere”.<br />Questa affermazione ci lasciò tutti stupiti. Ci voltammo e ci trovammo di fronte la signora Clarissa. Tutti la conoscevamo di fama, chi più chi meno. Le sua ricchezza e le sue misteriose abitudini erano famose in tutta la città.<br />Non avevamo notato la sua presenza all'interno del locale. Evidentemente era rimasta ad ascoltare i nostri discorsi sul sesso in silenzio, senza farsi vedere, per intervenire soltanto ora.<br />Infatti disse sorridendo:<br />“Ho ascoltato la vostra discussione e i vostri episodi erotici. Niente di straordinario, anzi, direi che tutte le vostre esperienze rientrano nelle categorie del banale e dell'ordinario. Niente di veramente eccitante. Non sapete cosa sia godere. Ma io sì”.<br />“Cosa vorrebbe dire, signora?” chiesi io.<br />“Voglio dire che potrei mostrarvi i veri orizzonti della libidine, se lo volete. Il vero volto della lussuria, del piacere, del godimento puro. Sono disposta a guidarvi lungo questa perversa strada, se sarete d'accordo...”<br />Notai che a Francesco si erano illuminati gli occhi. Sembrava non credere alle sue orecchie.<br />“E come, signora?” chiese, mentre la voce tradiva il suo entusiasmo e la sua eccitazione.<br />Clarissa sorrise. “Come certo tutti voi saprete, sono proprietaria di una grande villa fuori città, nella quale vivo da sola insieme ad una sorta di domestico. È una casa grande e può ospitarvi tutti; le stanza sono ampie e pronte ad accogliervi. Se lo desiderate, sarete miei ospiti per quanto tempo vorrete, o fino a che io non mi sarò stancata della vostra presenza. Se accetterete, conoscerete il verso significato della parola orgasmo; naturalmente durante tutta la durata del soggiorno io sarò la vostra padrona. Chiunque li ritenesse troppo stravaganti o bizzarri se ne andrà immediatamente; sarete naturalmente liberi di scegliere, non cercherò di forzarvi o di plagiarvi. Ma se accetterete di seguirmi come guida, vi mostrerò cos'è davvero il piacere...”<br />La signora Clarissa trafficò con la borsetta e tirò fuori un biglietto da visita.<br />“Ecco”, disse “qui sopra c'è scritto il mio numero di telefono. L'indirizzo già lo conoscete. Ora me ne vado. Voi parlate tra di voi e prendete la vostra decisione. Quando sarete giunti ad una scelta, telefonatemi e fatemi sapere. Entro domani, però; altrimenti l'offerta non sarà più valida. Non ho tempo da perdere, né mi piace che mi si lasci aspettare. Se deciderete di venire, vi attenderò per domani sera. E inizieremo a divertirci...”<br />Detto questo si allontanò.<br /><br />Restammo a guardarci per un po', senza dire niente. Mi interessava soprattutto l'espressione della mia ragazza: Giulia non sembrava infastidita dall'esplicita proposta della signora Clarissa; anzi mi sembrava di vedere i suoi occhi brillare.<br />“Che ne dici?” le sussurrai all'orecchio. “Potrebbe essere un buon modo per uscire dalla noia della routine... potrebbe essere una situazione eccitante”.<br />“Sei il solito porco” mi rispose, ma non era arrabbiata. Anzi, nel suo tono percepii eccitazione e sfida. A sorpresa, fu proprio lei a comunicare il primo verdetto: affermativo, naturalmente.<br />“Io ci sto”, disse.<br />Incredibilmente, a ruota tutti gli altri diedero risposta affermativa. Erano tutti d'accordo ad intraprendere questa avventura. Tutti probabilmente affascinati da una proposta tanto eccitante e misteriosa...<br />“Naturalmente ci sto anch'io”, dissi infine. “Domani sera andremo alla villa della signora Clarissa. Vedremo se i giochi erotici che ci proporrà saranno davvero eccitanti come lei ha promesso...”<br />Continuammo a guardarci tra noi per un po', senza dire altro.<br />Il sottoscritto, Francesco, Alessandro, Giulia, Luisa, Stefania, Arianna, Elisa e Carla: tutti e nove non vedevamo l'ora di iniziare. L'impazienza e l'eccitazione erano scolpite sui nostri volti.<br />Più tardi chiamai la signora Clarissa e le comunicai il responso del gruppo.<br />Eravamo pronti. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-85620886933987210142010-04-09T03:54:00.000-07:002010-04-09T03:56:28.167-07:00Alice E Suo Padre<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: <a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=3944">Riccard82</a></strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=3944"> </a><br /><br /><em>(Si ringrazia l'autore per la gentile concessione di pubblicare il racconto che segue, originariamente apparso su i Racconti di Milù)<br /></em><br />Alice girava x casa perennemente in vestaglia e biancheria intima,quindi non era difficile vedere il reggiseno quando la vestaglia era un pò allentata...quando in estate c'era troppo caldo girava solo in cannottiera e mutande(di solito perizomi)...niente di che,dato che in casa giravano lei,la madre,la sorella e il padre...<br /><br />Il padre è un bel tipo sui 45-50,brizzolato,ben piazzato,nel complesso un bel tipo,ma non uno di quelli che le donne si fermano a guardare...<br />la madre una bellissima donna anche lei sui 45 mora con occhi chiari,una seconda si seno,ma un gran culo e delle bellissime gambe che non potevo non notare...<br />la sorellina simile alla madre fisicamente,seconda di seno,mora,gran culetto...appena 18enne...<br /><br />Quello che a me girava un pò i coglioni è che il padre secondo me non era indifferente alle forme di alice...lo notavo + di una volta che le fissava le tettone e il culo,e mi girava ancora di più il fatto che lei ogni tanto dormisse con lui quando la madre e la sorella partivano (perchè la sorella faceva dei tornei di tennis) nei week end...<br /><br />Gli amici del padre li odiavo tutti,perchè se di lui pensavo che la guardasse con particolare interesse,loro vedevo che se la mangiavano con gli occhi,d'altronde lei era sempre vestita da mezza troia...e se l'avrebbero scopata subito se avessero potuto!Li vedevo anche quando la salutavano,le mani sui fianchi...<br /><br />Ma cosa potevo dirle?Secondo me tuo padre e i suoi amici ti vogliono scopare!<br />Mi avrebbe preso per pazzo...anche perchè lei era molto legata al padre...<br />una sera eravamo nella loro campagna per un compleanno di uno della loro famiglia,lei aveva una canottierina nera con delle catenine x bretelle e una minigonna con dei tacchi non molto alti...<br />sentì il padre che parlava con il cugino di ali...<br />-ma che cazzo fai guardi le tette di tua cugina?<br />-beh zio come si fa a non guardarle!sono enormi e lei le mette in mostra sempre!!<br />-si vabbè ma è tua cugina!<br />-e cosa c'entra!è tua figlia ma non vorrai dire che non glie le guardi mai?<br />-affondato...si beh in effetti non è possibile evitare di guardargliele...comunque chiudiamo il discorso e torniamo in salone!<br /><br />Lo sapevo!era un maiale come tutti!ma era il padre!che incazzo...e poi quel coglione del cugino...che idiota...<br /><br />qualche giorno dopo ha preso la febbre,e siccome la madre non c'era la mattina che si è sentita male,il padre dopo averle misurato la febbre le disse:<br />-ali qua devi prendere al + presto una supposta...<br />-ma papà mi vergono...dai aspetto la mamma...<br />-si così peggiori e basta!ma di cosa ti vergogni?sono tuo padre!smettila e non fare la bambina...<br />dopo un pò di resistenze lei accettò e si mise a pancia in giù sul letto...<br />lui le alzò la vestaglia e gli si presentò quel fantastico culo con indosso il perizoma...abbassò anche quello e le allarò un pochino le gambe...da quella posizione poteva vedere anche la sua fighetta rasata....prese la supposta e le aprì le chiappe,e a poco a poco glie la spinse dentro il culo...lei si lamentava un pò del dolore...e lui dopo averla infilata del tutto le massaggiò x un attimo il buchino...lei ebbè un sussulto e gli disse:<br />-non mi fa male va bene così!<br /><br />Secondo me lui non pensò ad altro per qualche giorno...le passò subito la febbre,e nei giorni successivi ci vedemmo...<br /><br />un paio di settimane dopo la madre e la sorella partirono x un torneo il week end,e come al solito lei non sarebbe uscita x non lasciare solo il padre...<br /><br />che culo il sabato libero!!<br /><br />ci vedemmo sul presto e poi la accompagnai a casa...era come al solito vestita superscollata...e non riuscivo a trattenermi dal leccarle le tette quando ci fermavamo in macchina anche senza fare niente!<br /><br />La notte andò a dormire come sempre nel letto dei suoi col padre,e nel letto si fece abbracciare dal padre da dietro...<br />lui le disse scherzando ma non troppo:<br />-ti posso anche abbracciare,ma non so dove mettere le mani davanti,non vorrei toccare qualcosa di grosso lì davanti!<br />-papà che scemo!tu abbracciami,6 mio padre mica mi vergogno!<br />lui strano caso non se lo fece ripetere e le mise una mano quasi sul seno...mentre chiaccheravano a poco a poco si avvicinava di +,finchè non le si appoggiò sul culo,e a poco a poco iniziò a strusciarglielo...ad un tratto i discorsi si bloccarono,anche lei aveva iniziato a muovere il culo contro il cazzone del padre,<br />ma gli disse,cercando di nascondere l'eccitazione:<br />-papà ma cosa fai...<br />e lui,ormai dando quasi dei colpi secchi:<br />-sto massaggiando questo bel culetto...non si può?<br />-oh si che puoi,massaggiamelo bene...<br />ormai faceva forza contro quel cazzo che le spingeva contro il culo...<br />il padre prese coraggio e iniziò a tastarle le tettone all'impazzata,e le tirò su la vestaglia facendole sentire l'erezione direttamente sul culo...lei si dimenava,ad un tratto gli disse:<br />-aspetta,fermo...<br /><br />detto questo sparì sotto le coperte ormai senza vestaglia e gli abbassò i pantaloni,glie lo prese in mano,era enorme,ed iniziò a leccarlo,poi lo prese del tutto in bocca...era proprio enorme quasi la soffocava...ad un tratto lui percepì dei movimenti sotto le coperte,lei si staccò dal cazzo,e lui sentì due mammellone che glie lo stringevano...<br />si era tolta il reggiseno e gli aveva voluto fare una sorpresa...lui stava impazzendo dal piacere,finchè la tirò su ed iniziò a baciarla ma subito iniziò a leccarle quelle tettone e a succhiarle i capezzoloni...<br />-che tette che hai figlia mia!!enormi!bellissime!!!e che capezzoli enormi...<br />-grazie papà...leccameli,leccami tutta...<br />dopo un veloce ditalino se la mise sopra e le disse:<br />-scendi sul mio cazzo troietta di papà...<br />-oh si...papà ma io non sono una troietta...sono solo un pò maialina...<br />disse con un sorriso del cazzo...poi si abbassò sul cazzo del padre e se lo fece entrare dentro...<br />-oh papà com'è grande,è enorme,aahhh!!<br />-si ti piace il mio cazzone!!dall'altro giorno che avevi la febbre non faccio che pensare al tuo culo,e alla tua fighetta....l'avevo intravista rasata...e mi era venuto duro...<br />-che maiale papà...sbattimi...<br />-si troietta muoviti sul mio cazzo,falle ballare queste tettone!non sai quante volte te le ho guardate...<br />-cosa credi che non me ne accorgessi?lo vedevo che me le guardavi,porco....mi piace che i maschi mi guardino e si eccitino...cosa pensi che non li abbia mai visti i tuoi amici come mi guardano...<br />-hai capito che maialina mia figlia...si la volta che 6 passata al bar a prendere i soldi si sono scatenati con i commenti sulle tue tettone,sulla tua bocca da pompinara e sul tuo culo...se solo sapessero quanto 6 porca ti farebbero la festa!<br />-siii mi eccita sentire che mi vorrebbero sbattere,come stai facendo tu ora...<br />-lo hai mai preso nel culo?<br />-ahah papà...è la cosa che piace di più quando me lo sbattono dietro...per poco non mi eccitavo pure il giorno della supposta...<br />-che troia,allora girati...che ti sfondo...<br />lei si alzò dal cazzo del padre,che andò ad aprire un anta dell'armadio e accese un'abat-jour e le disse:<br />-ora ci guardiamo allo specchio mentre ti apro il culetto...<br />-ma6 proprio maiale!!si dai mi eccita la cosa...<br />la mise a 4 zampe e dopoa ver giocato un pò col suo buchino ci appoggiò sopra la cappella...iniziò a spingere,le allargò ancora di + le chiappe e diede un colpo secco...<br />-aaaaaaahhhhh cazzo che bello papà è enorme così mi sfpndi tutta!<br />-si troietta te lo rompo questo buco...<br />iniziò a pomparla e nel frattempo le strizzava le tettone,e le diceva...<br />-viste alla luce sono proprio enormi,chissà in quanti ci vorrebbero infilare il cazzo e sborrarci,eh?dimmelo troietta del papà,in quanti?<br />-non lo so dimmelo tu,spero in molti...<br />-si tutti i miei amici di sicuro,e vorrebbero anche romperti il culo come sto facendo io ora!!<br />-oohhhh si...<br />continuò a pomparla nel culo per un pò,poi ad un tratto le disse che voleva una spagnoletta e vederle bene le tette da vicino ora con la luce,e lei si girò,lo fece mettere sopra e inziò la spagnoletta guardandolo sempre negli occhi...<br />il padre stava per venire allora lei gli diede un paio di succhiate,e lui le venne addosso...:<br />-AAAAHH VENGO TROIETTAAAA......AAAAAAHHHHHHH......<br />la inondò di sperma sia la faccia che le tette...<br />dopo poco tornarono sotto le coperte ma a dormire....<br /><br />la mattina seguente il padre si svegliò con lei che sotto le coperte aveva già iniziato a succhiarglielo..<br /><br />ASPETTO COMMENTI...<br />riccard82@yahoo.it </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-26959537012352707172010-04-09T03:46:00.000-07:002010-04-09T03:48:36.874-07:00Lei E I Miei Amici (III)<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: <a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=3944">Riccard82 </a><br /></strong><br />Appena tornati a casa dissi ad alice, con aria un pò incazzata ma non troppo convinta:<br />-posso sapere come mai siete spariti x così tanto oggi ?eh?<br />e lei - ma dai te l'ho detto eravamo agli scogli- lo disse con un sorrisino del cazzo....<br />eravamo nella nostra camera ancora in costume e ad un certo punto sbottai:<br />-6 una bugiarda,perchè non dici la verità?eh?è meglio che dici come stanno le cose,non puoi pensare di nasconderti...dimmi cos'è successo...<br />dopo un pò di tira e molla confessò:<br />- e va bene,non abbiamo solo nuotato...<br />le dico: - raccontami tutto....<br />lei inizia (unirò la descrizione,ma lei ogni tanto mi diceva,vuoi che continui?)... :<br />-mario ha insistito x fermarci un pò in un'insenatura dietro gli scogli con un pezzo minuscolo di spiaggia dove non c'era nessuno,io dopo un pò di resistenza gli ho detto ok,e appena sul bagnasciuga mi chiede se volevo continuare il massaggio dell'altro giorno...io capisco che intenzioni ha e gli dico di no,poi però insiste e alla fine cedo...mi si mette a cavalcioni come l'altra volta,mi chiede di slacciare il reggiseno che così gli viene male,e tanto sono a pancia in giù,ma poco dopo sento la sua erezione sulle mie natiche...inizia a muovere il bacino,l'aveva già fatto l'altra volta...inconsciamente inizio e muovere il sedere su e giù anche io,finchè lui prende e infila le sue dita nel mio perizoma...ero fradicia,lui continua tra dita nelle mutandine e movimento di bacino...<br />ad un tratto mi dice,-girati!- , mi giro e faccio x coprirmi il seno,ma lui subito mi tira via le braccia e inizia a toccarmi e leccarmi le tette,e mi dice che era una vita che le sognava....<br />poi si è tolto il costume e ha tolto le mutandine anche a me...appena mi ha visto la figa rasata ha spalancato la bocca e ha iniziato a leccarmi...per poco,dato che si è subito alzato in piedi e mi ha avvicinato il pisello (niente di eccezionale,dimensioni nella media) alla bocca,e mentre glie lo succhiavo mi diceva che ieri si era eccitato troppo a guardarmi le tette,che voleva sborrarmi sulle tette...e io mi sono eccitata ancora di più,lui se n'è accorto e allora mi ha fatto girare e mi ha fatto mettere a 4 zampe...con un colpo secco me l'ha infilato nella figa,e mentre me lo sbatteva dentro mi strizzava le tette...dopo qualche minuto così mi ha fatto mettere di nuovo a pancia in su perchè diceva che mi voleva vedere godere,che porco...ero troppo eccitata e sono venuta dopo poco...lui dopo 5 minuti lo ha tolto fuori,e dopo 2 leccate mi è venuto come voleva sulle tette......<br />questo è quello che hai voluto sapere...scusa non so che dirti...<br />.........<br />........seguì qualche minuto di silenzio,dopodichè io le dissi:<br />-non riesco più a tenermelo dentro,mi piace vederti fare la troia con gli altri e loro che ti desiderano....ti ho vista anche l'altra mattina a casa,il giorno prima il massaggio di mario al mare,le battutine con paolo e carlo...<br />.......<br />rimase pietrificata....<br />-mi era passata x la testa l'idea che ti eccitasse vedermi desiderata dagli altri...<br />ma non credevo che potessi sapere tutto questo,e che ti eccitasse...<br /><br />le spiegai bene la situazione,e dopo un pò di disorientamento ne fu ovviamente eccitata...la notte dopo una cena tranquilla con qualche sguardo malizioso dei 3 miei amici nei suoi confronti,ci facemmo una gran trombata,parlando a bassa voce di quello che l'avrebbe eccitata e che mi avrebbe eccitato...<br /><br />........<br /><br />il mattino seguente inventando la scusa che io dormivo chiese a paolo se la poteva accompagnare a comprare un nuovo costume,lui ovviamente disse di si,ma all'ultimo si aggregò anche mario...<br />paolo era un pò deluso della presenza di mario,ma la mia bella troiona per niente...pensava solo a quale stratagemma inventare per scoparseli probabilmente tutti e due,a cuor leggero dopo che aveva avuto la mia approvazione...<br />indossò una mini chiara e una camicetta quasi trasparente con il reggiseno sotto...<br />arrivarono nel negozio e lei iniziò a provare un pò di costumi,ovviamente tutti molto ridotti...<br />ad ogni cambio chiedeva ai due possibili pareri,e loro ovviamente si beavano di quelle forme....<br />alla fine decise di chiedere alla commessa un costume di una taglia + piccola sia di reggiseno che di perizoma...il risultato fu che dal reggiseno per poco non uscivano i suoi capezzoloni,e che dal perizoma bastava un pò di immaginazione per vederla quasi nuda...<br />i miei amici ovviamente le fecero notare la situazione,e lei disse:<br />-perfetto!oggi voglio far impazzire tutta la spiaggia quando passo!<br />e non avrebbe faticato così conciata...<br />indossò subito nel negozio il nuovo costume...<br />........<br />in macchina i ragazzi ripresero l'argomento,e lei disse che la eccitava essere mangiata con gli occhi...<br />oramai non aveva più freni inibitori,nè nei comportamenti,nè nel parlare...<br />chiese ai miei 2 amici di andare direttamente al mare che poi io carlo francesco ele e laura li avremmo raggiunti...ovviamente loro non fecero alcuna opposizione,e tornarono nella spiaggia dove eravamo stati il giorno prima...<br />c'era tanta gente,e lei con la scusa di bagnarsi per il troppo caldo<br />ogni 10 minuti faceva la passerella dagli asciugamani alla riva...il nuovo costume lasciava davvero poco all'immaginazione...<br />ad un tratto alice chiese a mario di tornare nella caletta del giorno prima,e lui,un pò stupito perchè c'era anche paolo,disse ok,ma che sarebbero dovuti passare dalle rocce perchè avevano le borse,e non era così vicino...<br />dopo una camminata non da poco arrivarono nella spiaggetta,e il fatto che fosse così piccola teneva lontani gli altri bagnanti...sistemate le borse e gli asciugamani si sdraiarono e lei quasi subito si tolse il reggiseno,si mise a pancia in giù e disse a mario:<br />-beh oggi niente massaggio?<br />sia lui che paolo avevano un pò timore di esporsi poichè uno non sapeva dell'altro...<br />mario le disse:<br />-certo non c'è problema!<br />si mise come sempre a cavalcioni,ma stavolta il massaggio era molto più contenuto,fu lei ad iniziare a muovere un pò il culo sotto di lui,dicendo senza mezzi termini:<br />-dai ragazzi ora fate i timidi??guardate che quello che ho fatto con uno ho fatto con l'altro,quindi non intimoritevi!<br />lo disse con un tono tra la sfida e la presa in giro...<br />loro due spiazzatissimi si guardarono per un paio di secondi,e poi di scattò paolo si alzò e le disse:<br />-ah si?era ora è dall'altro giorno dopo che ti ho scopata che mi ammazzo di seghe,ora te la do io la timidezza!<br />mario si alzò e la fece girare...<br />paolo si avventò sulle tettone,mentre mario le spostò il perizoma e iniziò a leccarla...paolo non resisteva più e si tolse il costume,e glie lo posizionò in bocca...lei iniziò a succhiare avidamente...<br />mario si denudò e le tolse le mutandine,e con violenzà la penetrò...iniziò a pomparla e lei succhiava con più foga il cazzone di paolo........<br />andarono avanti così qualche minuto,dopodichè mario le disse:<br />-ora voglio una cosa che ieri non mi hai dato...<br />la fece mettere a 4 zampe come il giorno prima ma questa volta iniziò a leccarle il buchino di dietro...lei iniziava a contorcersi dal piacere,e continuava a succhiare il pisello di paolo....<br />sentì il pisello di mario appoggirsi sul suo buco del culo,non dovette fare chissà quale sforzo per entrare non avendo chissà che membro ed essendo il buchino della mia donna abbastanza allenato...però lei ovviamente sentì un pò di dolore,ma era sempre più eccitata...squillò un telefono,ma lei subito disse:<br />-non vi azzardate a rispondere,ah sii...<br />...ad un tratto senza avvisarla paolo le inondò la bocca e la faccia di sperma...<br />mario dopo poco,approfittando del momentaneo riposo di paolo,ne approfittò per farsi fare una spagnola con quelle tette enormi...dopo poco le venne copiosamente in mezzo al seno,e lei si portò lo sperma alla bocca e lo leccò tutto...<br />paolo nel frattempo si era rinvigorito,e senza darle tregua iniziò a sbatterla per bene nella figa,lei godeva e urlava:<br />-mamma mia che cazzo che hai paolo,me lo sento in pancia!ah,dai...siii...daiiiiii......siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii che bello vengooooo.....<br />.......<br />era venuta,e mentre paolo continuava a pomparla lei era assente...tempo 5 minuti e anche paolo venne,anche lui sulle tettone della mia maiala....<br />....si ricomposero e dopo poco ci chiamarono per raggiungerci....<br />appena arrivati da noi in spiaggia paolo disse che i telefoni li avevano dimenticati in una borsa dove c'erano documenti portafogli ecc. in macchina,ed erano andati a recuperarli...appena ci raggiunsero io vidi il sorriso da troia sulla faccia della mia ragazza...<br /><br />stava diventando proprio una troia da monta...<br /></div><div align="justify">Per commenti: <a href="mailto:riccard82@yahoo.it">riccard82@yahoo.it</a><br /></div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-82273018096128290872010-04-09T03:42:00.000-07:002010-04-09T03:45:06.859-07:00Lei E I Miei Amici (II)<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=3944"><strong>Riccard82</strong> </a><br /><br />La giornata trascorse tranquilla,ma vivevo un perenne stato di eccitazione a pensare al giorno prima in spiaggia,ma soprattutto alla mattina,quando l'avevo vista scopare con loro.<br />Ad un tratto il pomeriggio,dato che non tutti volevamo andare al mare, eravamo in giardino chi sdraiato con l'asciugamano,chi sulle sdraio.<br />Approfittando del fatto che ci fossimo solo noi ele e a ruota la seguì laura, si tolsero i reggiseni , dopo aver detto,scherzando ma non troppo:ragazzi non fate i depravati e non vi mettete a fissarci le tette per favore,ok?<br />Lì nella mia testa iniziò una sorta di conto alla rovescia...quanto ci avrebbe messo lei a chiedermi se mi dava fastidio se l'avesse fatto anche lei?<br />Data la sua escalation di troiaggine degli ultimi tre giorni dopo venti minuti mi porse la domanda:<br />-amore posso toglierlo anche io?tanto come non guardano ele e laura non guarderanno me...posso?<br />che troia,aveva fatto come al mare per il massaggio di mario,me l'aveva chiesto a voce alta per non darmi scampo...<br />-mmm,va bene...e voi vedete di non guardare!<br />risposero in due,<br />-ma smettila,ti pare,per chi ci hai preso...<br />si tolse il reggiseno e pur facendo gli indifferenti gli si leggeva l'eccitazione sul volto...non tanto carlo e paolo,che le avevano già viste,leccate e paolo ci aveva anche fatto una spagnoletta,<br />ma mario e francesco,che non le avevano mai viste,ma sicuramente immaginate...vedere questa eccitazione per la mia donna mi fece impazzire e con una scusa entrai dentro e corsi in bagno a farmi una sega.<br />Al ritorno i miei amici erano tutti sdraiati a pancia in giù,classico di un ragazzo in costume eccitato...<br />lei con una disinvoltura che chiamerei più porcaggine,si alzava,entrava in cucina,usciva,si spalmava la crema...<br />vedevo i loro sguardi che cercando di non farsi scoprire la mangiavano con gli occhi...<br />scese la sera e dopo le docce cenammo tutti,ma data la stanchezza di chi era andato alle grotte...<br />e la stanchezza di chi era rimasto a casa a divertirsi...non uscimmo,ma bevemmo qualcosa in casa...verso l'una e mezzo tra una chiacchera e un bicchiere eravamo tutti un pò brilli,e quel coglione di paolo fece:<br />-ragazze perchè non fate come l'altra sera una mezza sfilata?dai giusto x ridere!però in costume,come oggi!<br />ele fece:<br />-come oggi in che senso?<br />-nel senso,perizoma si,reggiseno no!<br />e scoppiarono tutti a ridere...<br />ad un tratto ele disse,aiutata dall'alcol:<br />-vabbè tanto ormai le avete viste oggi,quindi che differenza fa!<br />paolo esclamò:<br />-BENE!ovviamente il discorso per te non vale ali,tu devi chiedere il permesso!<br />disse sfottendola,ma il suo intento era quello di sfidarla visto il suo caratterino orgoglioso...<br />- io no devo chiedere proprio nessun permesso!è che non mi va....<br />......<br />la situazione si metteva male,o benissimo,a seconda dei punti di vista contrastanti nella mia mente...<br /><br />paolo continuò a stuzzicarla,<br />-si si...non ti devi vergognare,è normale che tu debba chiedere il permesso...<br />lo disse ridacchiando...<br />a quel punto alice tra eccitazione e orgoglio disse:<br />-dici?e invece io ci sto!<br />tutti mi guardarono,e io come per giustificarla dissi...<br />dai è solo un gioco,tanto glie le avrete guardate per tutta la sera...<br />eravamo tutti un pò brilli,quindi uscivano dalla bocca le classiche frasi che non diresti da lucido...<br />le ragazze si tolsero chi gonna chi pantaloni e rimasero in perizoma e reggiseno...che volò via subito...iniziarono la pseudosfilata,e io comunque alla vista di due tette diverse dalle solite,le guardai con piacere,e guardai anche i loro culi,soprattutto quello di ele...ali se ne accorse e mi fulminò con lo sguardo...temevo una reazione...<br />toccò a lei che camminava in modo da farle proprio ballare...arrivò alla mia altezza,si infilò quel poco che rimaneva del perizoma tutto nel solco delle chiappe,e tornando indietro si fermò di fronte agli altri e fece ballare le tettone piegandosi un pò in avanti...poi si girò su se stessa e sculettò col culo praticamente tutto scoperto,tra i fischi e le urla dei miei amici...seguì qualche secondo di silenzio...<br />add un tratto x stemperare la tensione laura disse:<br />-forse è il caso che andiamo a dormire,altrimenti domani non ci alziamo più...<br />tutti fummo d'accordo,e una volta a letto mi girai da alice e le dissi:<br />-oggi hai davvero esagerato!c'era da alzarti a calci nel culo!<br />-ah si?e tu perchè allora non gli hai pure toccato il culo e le tette a laura ed ele?te le stavi mangiando con gli occhi stronzo!<br />ci calmammo un pò e le dissi,iniziando una minima confessione,<br />-sai che mi ha fatto uno strano effetto vedere le loro facce quando glie le hai messe davanti (e così facendo glie le strinsi forte) e quando ti hanno squadrato il culo?<br />e lei sorridendo...<br />-che maiale!i tuoi amici mi mangiano con gli occhi e tu ti ecciti?perchè è questo lo strano effetto che ti fa vero?ti eri eccitato anche la volta della discoteca!<br />e così facendo me lo strinse forte<br />-eccome se 6 eccitato amore...<br />così facendo prese a segarmelo,e io le tolsi subito il perizoma e scesi giù a leccargliela,che bella la figa rasata da leccare...e che bella la sua figa,con quelle belle labbra grosse...lei iniziò a mugolare e io saltai fuori da sotto le coperte e mi misi a cavalcioni su di lei,facendomi fare una spagnola...ogni tanto allungava un pò il collo per dare una leccata alla mia cappella,poi mi disse:<br />-amore ho voglia...<br />detto fatto,scesi da lei e la lasciai sotto,le allargai le gambe e me le misi sopra le spalle,e iniziai a penetrarla...<br />-ah si..si amore che bello,che grosso si...<br />in effetti io mario e paolo eravamo vicini come dimensioni,il mio era un più lungo di quello di mario e largo di circonferenza poco meno,penso uno o due centimetri...<br />ad un certo punto lei iniziò ad alzare un pò la voce,penso x farsi sentire...<br />-OH SI AMORE SI COME è GROSSO...SI DAIII...<br />io mi eccitai ancora di più ed iniziai a dirle,sempre a voce alta:<br />-TI PIACE IL MIO CAZZO EH?TI PIACE...CHE ZOCCOLETTA...SEI UNA MAIALA<br />infatti lei quando era supereccitata non disdegnava commenti del genere...<br />-SI SONO LA TUA MAIALA CHE LO VUOLE TUTTO...<br />-LO VUOI TUTTO?E IO ORA TE LO SBATTO DIETRO...<br />non fece resistenza,infatti quando scopavamo avevo carta libera,diceva che le piaceva la mia fantasia...<br />La girai e si attaccò alla spalliera del letto,ed iniziai a montarla da dietro,con lei che ormai non si conteneva più....<br />-SI DAIIII DAIIIIII COME MI PIACE,SBATTIMI...<br />quando glie lo mettevo nel culo mi piaceva darle degli schiaffetti sulle chiappe,che non facevano altro che farla eccitare ancora di più...<br />la cosa durò parecchio,forse un oretta e mezzo,io avevo dalla mia il fatto di essermi fatto una sega poche ore prima,e questo mi consentì di reggere per parecchio a ritmi elevati e far avere a lei più di un orgasmo...<br />al momento cruciale glie lo portai in bocca e le dissi,-<br />-ORA BEVI TUTTO DAI..<br />e lei fece sparire un pò a fatica il mio pisello dentro la sua bocca,dato che aveva una bocca da pompinara ma non molto larga...<br />ci addormentammo abbracciati..<br />il giorno dopo al mare sentii le ragazze che parlavano con lei...<br />-beh divertiti stanotte??ahah<br />e poi continuarono la discussione tra di loro...<br />noi ragazzi andammo al baretto e lì subito partì l'intervista...<br />-cazzo ma non puoi scopare a voce bassa?ahah<br />-si era tutta la notte che vi sentivamo,e che sentivamo quello che le dicevi..e che ti diceva!!<br />e io...<br />-eh ragazzi che ci volete fare,avevamo voglia!<br />lì mario si fece più audace:<br />-dai racconta racconta...<br />era solito tra noi ogni tanto vantarci delle nostre scopate...<br />così raccontai a grandi linee,finchè francesco senza capire più un cazzo disse:<br />-minchia chissà che spagnole che ti fa!<br />calò il silenzio...<br />-cazzo scusa non so che mi è preso...<br />ma io decisi di continuare il gioco e gli dissi<br />-non preoccuparti...le fa da dio...avete visto ieri che attrezzatura eh?<br />e loro,cazzo eccome!<br />tornammo in spiaggia poco dopo e loro 3 erano ormai disinvolte nello stare senza reggiseno...<br />io mi sdraiai un pò e mario chiese chi voleva fare un bagno...nessuno rispose,allora alla fine si fece avanti alice...con un pò di delusione per mario si mise il reggiseno...<br />appena in acqua mario inizio a giocare allungando un pò le mani...<br />fecero una nuotata e ad un tratto urlarono che andavano verso gli scogli...<br />la nuotata durò parecchio,quasi un ora...al loro ritorno erano esausti...per la nuotata immagino...<br /><br /><strong>Per commenti: riccard82@yahoo.it</strong><br /></div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-76837193270070870962010-04-09T03:34:00.000-07:002010-04-09T03:42:05.856-07:00Lei E I Miei Amici<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=3944"><strong>Riccard82 </strong></a><br /><br /><em>(Si ringrazia l'autore per la gentile concessione di pubblicare il racconto che segue, originariamente apparso su i Racconti di Milù)</em><br /><br /><br />Mi presento, sono riccardo, ho 25 anni e sono un bel ragazzo ma non di certo un modello, diciamo che ci so fare parecchio.<br />Quella che vi voglio raccontare è una vicenda che mi è accaduta a 22 anni con la mia ex, con la quale stavo allora.<br />Lei si chiama Alice ed è una bella figa mora, chiara di carnagione con due gran tette, una quarta che su di lei, magra e alta 163, sembravano ancora + grosse, due belle labbra grosse come piacciono a me... e un bellissimo culo piccolo,un confetto...<br />Tutto questo i primi mesi mi rendeva geloso da morire,dato che lei ama vestirsi superscollata per mettere in mostra le sue tettone...che ovviamente erano preda degli sguardi di tutti...sapendo della mia gelosia i miei amici evitavano di fare commenti e di guardarla in maniera esagerata...o almeno di fronte a me...perchè x caso una sera in un locale sento due amici,paolo e carlo, parlare:<br /><br />P-cazzo ma hai visto che bocce alice?<br />C-non me ne parlare che non faccio altro che guardargliele quando non c'è rick...<br />P-chissà che spagnole che fa cazzo...so che sono uno stronzo,ma ci pensi mai a come sarebbe scopartela?io spesso...che figa...<br />C-eccome se ci penso,ogni volta che siamo tutti insieme e lei è vestita come una troia,cioè sempre,come arrivo a casa mi faccio una sega pensando che me la scopo...e alle sue tettone che ballano!<br />P-a proposito di ballare,ma quando siamo in discoteca glie le vedi come ballano?mamma mia...<br /><br />A quel punto io viola di rabbia ma allo stesso tempo spiazzato,mi allontano e gli grido da lontano:dai ragazzi ma quanto ci vuole?<br />Loro fanno finta di nulla e tornano al tavolo con noi,dove c'eravamo io,lei e altri amici,tra cui 3 ragazze.La serata prosegue in maniera normale,però ogni tanto guardo con la coda dell'occhio che loro la guardano furtivamente,e a quel punto guardo anche gli altri senza farmi accorgere,e noto che anche loro buttano spesso l'occhio...cazzo non mi ero accorto di niente...<br />La notte arrivato a casa non riesco a prendere sonno,penso e ripenso alle loro frasi...e mi ritrovo a pensare ai miei amici che la vedono nuda(uno spettacolo) e che se la vogliono trombare...e mi ritrovo con un erezione da paura!<br />Cosa sta succedendo??mi eccito a pensare alla mia ragazza con altri?Non capisco,sono confuso...<br />Nelle uscite giornaliere noto sempre più come i loro sguardi la mangino di nascosto,e allora ogni tanto mi allontano con delle scuse,per osservarli mentre la ammirano,e le guardano le tette...arriva il sabato e andiamo in discoteca,e decido di non ballare,dicendo che ero stanco,lei si incazza e le dico:<br />-ma guarda che puoi andare a ballare con loro mica ci son problemi...<br />lei e i miei amici rimangono stupiti,proprio x via della mia gelosia...<br />vanno a ballare,ci sono lei,altre 2 ragazze e 4 nostri amici...mi concentro su di lei e vedo come piano piano,ogni volta che si avvicinano a ballare,i miei amici le allungano le mani sul culo o sui fianchi,finchè non vedo proprio paolo e carlo che ballando mimano un sandwich x sherzare...incredibile,sono supereccitato...<br />ma il culmine è quando mimando un ballo di un musical paolo si mette dietro e le mette le braccia davanti,guardo con attenzione,e vedo che le tocca le tette un paio di volte.<br />La serata continua così finchè loro non si stancano di ballare e andiamo via.<br />Ci salutiamo e andiamo via in macchina.<br />Lei è incazzata perchè non ho ballato...A metà tragitto le chiedo se si era divertita,e mi fa con un sorrisino sarcastico:parecchio!Una volta vicini a casa sua le dico che secondo me le si erano strusciati un pò troppo,e lei mi fa:<br />-ma cosa smettila,sono i tuoi amici!poi sta un pò zitta e fa:certo che però in effetti carlo e paolo...un pò hanno esagerato...<br />e io,facendo il finto tonto:<br />-come scusa?perchè?<br />e lei,con un sorriso del cazzo mi fa:<br />-dai è normale che dei ragazzi ballando si struscino!a domani...<br />e scende dalla macchina...<br />Cazzo,ero di nuovo in preda all'eccitazione...le mando un sms dove le dico :mi dici cosa mi sono perso?<br />mi risponde subito,e mi scrive:dato che tu non 6 voluto venire a ballare ho ballato con loro,e mi si appoggiavano sul culo...e ad un certo punto x scherzo hanno anche fatto un sandwich...però ho sentito che si sono appoggiati x bene!e uno dei tuoi cari amici mi ha anche toccato le tette un paio di volte...incredibile,leggo,rivedo la scena,e mi masturbo...ho la forza x scriverle solo:ne parliamo domani,buonanotte.<br /><br />il giorno dopo ci vediamo solo io e lei,per un oretta,e parliamo dell'accaduto...<br />ad un tratto mi fa:ma ti stai eccitando a sentirti dire che i tuoi amici mi hanno palpata?!??cazzo ma 6 scemo?<br />e io...:<br />-guarda scusa ma non so cosa sia,però mi fa quest'effetto.... e lei un pò incazzata e un pò eccitata,mi fa,vergognandosi:<br />-mentre mi si strusciavano mi sono un pò bagnata...e a casa mi sono fatta un ditalino,non riuscivo a dormire...e scoppia a piangere...e mi fa,ma io amo te era solo la situazione che mi ha fatto uno strano effetto...<br />Le dico,non preoccuparti,però che non succeda più,ok?<br />Nel giro di un paio di settimane,tra gli sguardi fugaci dei miei amici e qualche commento che sentivo,la situazione sembrava normale.<br />Ma arrivava l'estate...il mare...e i costumi da bagno!<br />D'estate ci orgnizziamo i soliti 8,io lei,paolo e carlo,francesco,mario,laura e eleonora.Noi eravamo l'unica coppia.<br />Abbiamo preso una casetta al mare con 4 camere da letto,però io avevo chiesto che venissa presa col bagno mio e di alice a parte,che avrei pagato di + senza problemi...<br />Tutti al mare...<br />Se vi ricordate la descrizione del suo fisico vi immaginerete le facce al momento di toglierci le magliette e rimanere in costume...anche ele e laura non erano male,ele era biondina aveva una seconda con delle belle gambe e un gran culo,laura mora scura di carnagione,con 2 tette grandi ma un pò in carne,ma lei era un altra cosa.<br />In costume era paurosa...2 tette da infarto,e con la mutandina alla brasiliana era veramente figa.<br />Poco dopo essere arrivati io mi metto a giocare a racchette con paolo,e gli altri sono tutti rimasti sugli asciugamani.<br />Vedo che carlo seduto vicino a lei scherzando facendole il solletico ne approfitta per toccare qua e là...la cosa mi sveglia l'eccitazione e dico a paolo,dai giochiamo in acqua!<br />Finita la partita andiamo a sdraiarci e c'è mario che fa un massaggio a eleonora a cavalcioni sul culo.Niente di scandaloso,anzi,Mario fa il fisioterapista quindi un pò tutti ogni tanto gli scrocchiamo un massaggio.Poco dopo ali mi fa:amore ti da fastidio se mario fa un massaggio alla schiena anche a me?<br />Che stronza,me l'ha chiesto a voce alta in modo che non potessi dirle di no...<br />le dico:<br />-e che problema ci dovrebbe essere?...invece io stavo già pensando a mario seduto sulla mia ragazza con le mani su e giù...<br />Poco dopo ecco mario prendere posizione,come prima con ele,si mette a cavalcioni su alice ed inizia il massaggio,ma dopo poco le dice:<br />-scusa ali ti darebbe fastidio slacciare il reggiseno?tanto sei sdraiata,perchè così mi viene molto male..<br />Lei si volta verso di me ma faccio finta di essere addormentato approfittanfo del cappello alla pescatora x il sole sul viso..lei fa:<br />-no problem,slaccialo tu...<br />mi stavo eccitando a vedere uno che slaccia il reggiseno alla mia donna...ad un tratto,colpo di scena...francesco paolo ele e carlo vanno a fare il bagno mentre laura russa già da un pò...il massaggio continua e ad un certo punto noto che mario scende sempre + sui fianchi all'altezza dei seni,toccandoli verso l'esterno...lei non gli dice niente...ad un tratto vedo il bacino di mario che fa dei movimenti impercettibili e lei che ha un mezzo sussulto,però muove un pò il culo,lui cerca di scendere verso i seni,poi lei lo blocca e fa con un filo di voce:basta...<br />Lui fa:<br />- scusami ho sbagliato scusa.<br />e lei:-non fa niente ma rimanga tra noi.incredibile,stavo sperando che non si fermassero...<br />dopo un quarto d'ora arrivano gli altri,laura dorme ancora,mario legge,io faccio sempre finta di dormire,e lei si è addormentata davvero..arrivano fanno un pò di casino e ci svegliano...dopo un pò andiamo via.Arrivati a casa tutti in doccia,loro a turno,e noi con calma nel nosro bagno.<br />Vanno tutti a fare la spesa tranne io e ali(speravo che rimanendo soli me l'avrebbe data...),ma lla fine resta pure carlo,che sfiga...io sono in soggiorno a guardare la tv e alice in bagno,quando carlo mi fa:<br />-oh rick mi presti il caricabatterie che il mio lìho dimenticato?<br />-prendilo pure è in camera nella valigia blu,guarda che la rossa è di alice,quindi non sbagliarti!<br />lui mi fa:<br />- ma entra tu mica io...<br />-no vai tu non ho voglia di alzarmi,tanto alice sarà in bagno...<br />-ok...<br />In realtà puntavo sul fatto che alice aveva paura di rimanere chiusa in bagno e se aveva il bagno a parte lasciava la porta semiaperta...<br />Carlo entra e gli va meglio del previsto,il costume di ali era x terra vicino al letto ma soprattutto lei era in bagno davanti allo specchio che si asciugava i capelli...nuda....tanto chi la poteva vedere...carlo rimase un pò incantato poi preso dalla paura uscì dalla camera col caricabatterie in mano:<br />-oh ma che l'avevi nascosto?non lo trovavo...<br />.........<br />Ora di cena,tutti nel giardinetto,le ragazze tutte in cannottierina e pantaloncini,e noi chi in cannottiera chi a petto nudo..ovviamente alice non aveva reggiseno perchè mi aveva detto che si era bruciata la schiena e le faceva male...quindi i caimani erano tutti pronti a vederla inchinata...ma x loro sfortuna a cena non successe niente...<br />la sera facciamo un giro in un paio di bar del posto,poi tornati a casa un pò alticci le ragazze si improvvisano modelle e fanno tipo delle sfilate...quando passa ali tutti a fischiare e facendo commenti sottovoce e ridacchiando...io ero viola e loro ma dai che scheziamo...ad un tarttò sentii che carlo diceva a paolo:mamma mia ti dico che ra in bagno nuda che si asciugava,con quelle tettone al vento,ha 2 capezzoli enormi,e poi ha la figa rasata...mamma mia...<br />...la notte ali non me la volle dare ma riuscii a farmi fare un pompino...<br />.......<br />il giorno dopo al mare eravamo solo io carlo ali e paolo,e partirono un paio di battutine tipo ali vado a fare il bagno mi presti le boe?<br />e io che facevo tutto l'incazzato e gli dicevo si smetterla...ad un certo punto faccio finta di addormentarmi come il giorno prima e loro si fecero + audaci:fece carlo:<br />-ali ma secondo te la pallina delle racchette si incastra?<br />e lei con un sorrisino da troia:<br />-e che ne so,secondo te?<br />e lui:-boh non so controlliamo...<br />e glie la posizionò tra le tette...la pallina rimaneva incastrata...alchè lei disse con un'aria da gran troia:beh vi incantate?ora la devi prendere come l hai messa...e quando carlo si avvicinò x prenderla lei la strinse con le tette...ero eccitato da morire...anche paolo allungò le mani facendo finta di cercare la pallina...poi anche roberto disse la sua:<br />-ali abbiamo fatto 1 scommessa ci faresti vedere il seno?<br />-ma x chi mi avete presa?<br />-dai non te la prendere...è solo che lui dice che secondo lui hai i capezzoli piccoli e bruttini,invece io il contrario...<br />e lei:- ah parlate delle mie tette voi 2? e quale sarebbe la ricompensa per chi ha ragione?<br />i 2 si guardano e paolo fa:<br />-la ricompensa devi sceglierla tu,un regalino?<br />-ma siete proprio dei pervertiti...però...questo gioco mi eccita...sparate le vostre idee...al volo però prima che si svegli rick...<br />paolo fece subito:io una spagnola e ti vorrei venire sulle tettone...<br />e carlo:io invece vorrei fare un 69,perchè secondo me hai la figa rasata!<br />detto fatto,lei disse:-ok ora vediamo chi ha vinto!tirò fuori una tetta e spuntò fuori il suo capezzolone nero grande,e paolo esclamò:<br />-ho vinto!!<br />a quel punto feci dei rumori come x fargli credere che mi stessi x svegliare,e lei si affrettò a dire ai miei "amici",ha vinto paolo,però hai vinto anche tu carlo,perchè ce l'ho rasata...e gli fece un occhiolino....gli disse,domani quando dovremo andare alle grotte io dirò che non mi sento bene e voi troverete una scusa quando sarete in macchina...ok?<br />........<br />Oh cazzo il gioco si era fatto troppo pesante...<br />la sera me la scopai quando gli altri andarono a fare la spesa...<br />il giorno dopo come da copione ognuno tirò fuori la sua scusa,ma io,che avevo in macchina carlo e paolo,telefonai agli altri 4 per dirgli che avevo bucato e di andare altrimenti avrebbero perso il traghetto...<br />tornai a casa in gran segreto e ancora loro 2 non erano arrivati...mi nascosi nella camera delle ragazze fino al loro arrivo...<br />quando arrivarono erano pazzi di voglia di lei...<br />entrarono in casa e la chiamarono..appena uscì dalla camera le saltarono addosso,ma lei disse:<br />-un attimo...io devo solo pagare le scommesse,quindi fate i bravi...iniziò un breve spogliarello,che troia aveva una canottiera bianca che si bagno con l'acqua,e un perizoma inesistente...<br />-prima pago paolo poi te carlo,ok?<br />loro fecero cenno di si con la testa,e lei si inginocchiò e slacciò il costume di paolo,che aveva un bel bestione parecchio lungo e abbastanza largo...gli diede due leccate poi se lo mise in mezzo alle tette,ad un tratto disse:è bellissimo mi arriva fino in bocca!e così facendo ogni tanto glie lo leccava...ad un tratto lo vidi fermarsi e le disse:<br />-VENGO-OOOOOO-OOOOOOOOOO......OH.....che spagnola cazzo!!<br />le aveva inondato le tettone...ora era arrivato il turno di carlo,che se lo toccava e non resisteva più...<br />-ti ho eccitato maiale??ora tocca e te,e si misero sul MIO letto (!!!) nel quale lei si tirò giù le mutandine fradice e gli tolse il costume:<br />-CAZZO!è enorme!<br />in effetti il pisello di carlo era abbastanza lungo ma normale,ma era molto grosso di circonferenza...<br />alchè gli si fiondò sopra e poi si girò iniziando a farsela leccare...il cazzo di carlo entrava e usciva a fatica da quelle bocca da pompinara...carlo però venne subito perchè era troppo eccitato dalla scena precedente...<br />lei un pò delusa perchè era troppo eccitata disse...<br />-ho voglia di scopare!<br />paolo le si fiondò sopra e le leccò le tette,poi le allargò le gambe e lei urlò di piacere...<br />la pompava forte,e ad un certo punto carlo col cazzo durò le si avvicinò da dietro e le disse:<br />ti ricordi la sera in discoteca quando mi strusciavo?<br />e lei in preda al piacere...:<br />-s....siiii....<br />lui:-beh avrei voluto farti questo...<br />e iniziò a toccarle il buco del culo...lei disse:<br />-lo voglio ma è troppo grosso!<br />-e tu 6 troppo troia!<br />così facendo le infilò un dito nel culo,che poi diventarono 2,poi tre,e poi le disse,dopo averla leccata:<br />-6 pronta?<br />con un pò do paura mista ad eccitazione disse:<br />-si,entra...<br />...<br />-AAAAAAHHHHH MAMMA MIA è ENORME,ODDIO CHE BELLO!!<br />guardavo la mia ragazza prendere un cazzo in figa e l'altro nel culo da due miei amici e mi facevo una sega!dopo aver cambiato un pò di posizioni ed esserdi alternati,i miei amici a turno le inondarono la faccia e la bocca di sperma...<br />-oh cazzo si è fatto tardi tra mezz'ora torneranno dalla gita!<br />esclamò alice...allora i due si ricomposero ed uscirono in fretta e furia,mentre lei diede una sistemata al letto e si fece una doccia...<br />Io "rientrai" subito dopo,e le dissi che avevo avuto un problema con la macchina e che avevo passato la mattinata dal gommista....<br />le chiesi:<br />-tu stai meglio?<br />e lei con un sorrisino beffardo:<br />-oh si molto meglio!e mi diede un bacio...<br /><br /><strong>Per commenti: riccard82@yahoo.it</strong> </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-28095776343373424082010-03-27T07:20:00.000-07:002010-03-27T07:21:15.522-07:00Il Cervo E La Fidanzata Tettona (III)<div align="justify">1<br /><br />Era una fredda sera d'inverno, di quelle così rigide che vorresti solo startene dentro casa, sotto le coperte. Decisi di chiamare la mia ragazza, Valentina, e chiederle se aveva voglia di raggiungermi.<br />"Ciao Valentina... senti, ti va di passare la serata da me? Ci guardiamo un film, se vuoi".<br />"Oh amore, mi piacerebbe, ma... stasera ho un appuntamento con Davide".<br />Provai un brivido di rabbia, gelosia... ed eccitazione.<br />"Oh, capisco", borbottai. "Non puoi proprio annullarlo? Avevo voglia di stare con te, stasera".<br />"Amore mi dispiace... ormai gliel'ho promesso... se non vado Davide ci resta male... Ti prometto però che dopo, quando mi riporta a casa, vengo subito da te, fosse anche notte inoltrata. D'accordo?"<br />"D'accordo" sussurrai con un filo di voce.<br />Mentre stavo riponendo l'apparecchio, sentii la voce di Valentina:<br />"Amore, mi raccomando" mi disse con tono malizioso "non farti troppe seghe mentre mi aspetti!"<br /><br />2<br /><br />Attesi, come sempre frustrato ed eccitato allo stesso tempo. Nella mia mente scorrevano le immagini di Valentina, la mia amata, la mia dolce fidanzata, posseduta da quel porco, quel bastardo di Davide. Non avrei mai creduto, se qualcuno prima me lo avesse detto, di poter finire in una situazione simile. Eccitarmi pensando alla mia ragazza sbattuta da un altro... impossibile, impossibile.<br />Eppure era così, e mentre i minuti passavano, e le ore pure, mi ritrovai con il cazzo in mano intento a farmi una sega. Mi immaginai Valentina china sul pacco di Davide, intenta a succhiargli il cazzo, poi prenderlo tra quelle belle tettone, infine fottere come assatanati. Sborrai nella mia mano copiosamente.<br />Persi la cognizione del tempo e, sdraiato su una poltrona, chiusi gli occhi.<br />Mi assopii...<br /><br />A destarmi fu il suono del campanello. Guardai l'orologio: erano quasi le quattro del mattino.<br />L'aveva proprio tirata per le lunghe, quella stronza della mia ragazza! Naturalmente ero certo che si trattasse di lei. Chi altri sennò poteva piombare a casa mia a quell'ora?<br />Avevo ragione.<br />Valentina entrò quasi danzando sulle punte delle scarpe, visibilmente felice e soddisfatta.<br />"Ciao amore!" mi salutò "Visto che sono passata? Dormivi?"<br />"Sì, mi ero appisolato" ammisi. "D'altronde arrivi a quest'ora..."<br />"Oh ma sai, Davide non ne aveva mai abbastanza... e... oh, ma perchè non ci sediamo?"<br />Ci sistemammo sul divano.<br />"Allora", disse lei dopo avermi dato un veloce bacio sulle labbra. "Da dove vuoi che inizi a raccontare?"<br />"Dall'inizio", risposi "voglio sapere tutto".<br />Lei parve riflettere un po'. Poi disse:<br />"Ho un'idea... inizierò mostrandoti una cosa!"<br />Detto questo si sfilò il maglione.<br />Rimasi a bocca aperta.<br />Le sue grandi tette, mal contenute dal reggiseno, erano completamente ricoperte di sperma. C'era sborra ovunque, ma soprattutto nel morbido e godurioso solco. Lì si era raccolta una quantità incredibile di liquido bianco.<br />Se la mia bocca si spalancò, il mio cazzo ebbe una reazione ancor più repentina: divenne subito duro come il marmo.<br />"Uh, il mio amore si sta già eccitando..." disse lei, alla quale la cosa non era evidentemente sfuggita. "Vedi tutta questa bella cremina bianca? Me l'ha data Davide... è stato così gentile a regalarmene così tanta... si è proprio svuotato le palle tra le mie tette, al termine di una lunga ed eccitante spagnoletta... mmm... al solo pensiero ancora mi bagno... ha sborrato davvero tanto... e non è stata neanche l'unica volta..."<br />"Che vuoi dire?"<br />"Voglio dire che questa sera quel porcellino di Davide ha mostrato di essere un vero stallone... mi ha regalato la sua cremina ben quattro volte..."<br />Cazzo, pensai. Quattro volte. Ecco perché era venuta così tardi a casa mia. Era stata molto, ma molto impegnata...<br />"Sei troppo troia..." le dissi.<br />"E tu sei troppo cornuto... dai amore, sai cosa devi fare adesso... leccami le tette piene di sborra... dai che ti piace tanto... su non farmi aspettare..."<br />Obbedii, con un certo piacere, non posso negarlo. Posizionai la faccia tra le sue tettone e cominciai a leccare lo sperma.<br />"Mmmm" gemeva lei "senti com'è buona la cremina di Davide... senti che buon sapore che ha... goditela amore... mmm... lo so che ti piace tanto... piace tanto anche a me... sapessi com'è bello sentirla nella figa e nel culo..."<br />Io intanto continuavo a leccare. Avevo pulito per bene i capezzoli e la zona intorno, ora mi stavo dedicando al solco profondo tra quelle due montagne di carne, dove l'inondazione di quel porco era stata più copiosa.<br />Ce n'era in quantità incredibile.<br />Inutile dire che mentre leccavo, il cazzo continuava a indurirsi...<br />"Bravo porcellino" diceva lei, posando ora la mano sul pacco e accarezzandomi il cazzo duro senza però tirarlo fuori "leccami tutta... lecca le mie tettone sporche di sborra... mmm... come ti piace... senti com'è buona... bravo, sei proprio un bravo cornuto... un cornutello esemplare... se farai tutto quello che ti dico, vedrai che alla fine ci sarà un bel premio per te..."<br />Così continuai a leccare fino a che il suo seno non fu completamente pulito.<br />"Bravissimo!", mi disse. "Ora leccami anche il culo... quel porco di Davide, oltre ad avermelo sfondato, l'ha riempito bene bene..."<br />Si spogliò completamente, poi si mise a novanta sul divano e agitò il bel culo davanti alla mia faccia.<br />"Forza amore", mi disse "tira fuori la lingua e lecca via tutta la cremina bianca, che ti piace tanto..."<br />Le infilai la lingua fino in fondo, in quel buco pieno di sperma, e leccai via il più possibile. Lei gemeva, eccitata più che mai, probabilmente ripensando a quando il suo amante l'aveva inculata a dovere.<br />"Mmm, che bello" ansimava "non ci sono cornutelli ubbidienti come te..."<br />Continuai a leccarle finché lei non mi interruppe. Mi fece sdraiare sul divano, mi slacciò i calzoni e liberò il mio cazzo durissimo.<br />"E' molto più piccolo di quello di Davide" mi schernì. "Il suo bastone è incredibile... davvero, il tuo non può essere paragonato affatto a quel cazzone...". Me lo prese in mano e cominciò a segarmi lentamente. "Sai" continuò "mi sono proprio innamorata dell'uccello di Davide... di quell'uccellone e del suo padrone... proprio non posso farne a meno... stasera mi ha farcita per bene..."<br />Poi quella troia di Valentina salì a cavalcioni su di me, ancora sdraiato sul divano, e s'impalò sul mio cazzo. Cominciò a muoversi lentamente.<br />"Oh amore..." diceva "avresti dovuto vedere come Davide mi ha farcita... come mi ha scopata... a lungo e profondamente... è davvero un bravo stallone, così come tu sei un bravo cornutello... senti la sua sborra dentro la mia figa? Ah sì... sì che la senti... e vedo anche quanto ti piace... cornuto... coglione... senti com'è ancora calda... immergi il tuo cazzo in questa bella crema... mmm... dai amore... scopami anche tu... scopa la mia figa che già ha accolto un altro uccello... sì... mmm... quanto vorrei che Davide fosse ancora qui... e mi prendesse di nuovo... quanto vorrei che al posto tuo adesso ci fosse lui..."<br />Ero eccitato oltre ogni limite, ma lottavo per trattenermi. Non volevo ancora venire. Mentre la fottevo, e sentivo chiaramente lo sperma di Davide nella sua figa, colarmi lungo l'asta e le palle, alzai la testa per leccarle le tettone, ma lei mi fermò.<br />"Eh no", mi disse "ormai le hai pulite da tutto lo sperma del mio amante, non puoi più leccarle... quando sono pulite può leccarle solo lui... questa è una nuova regola... tu puoi goderti le mie bocce solo quando sono ricoperte di sperma... ma non pensarci ora, amore... ora goditi la mia fichetta... accontentati di quella... senti com'è morbida e bella allargata... senti quanta sborra c'è dentro... mmm... ti piace, vero? .... Davide si è svuotato i coglioni per bene...."<br />Continuavo a fotterla come un'indemoniato. Poi fui assalito da un dubbio...<br /><br /><br />Già. I conti non tornavano. Valentina aveva detto che Davide era venuto quattro volte. Quattro sborrate, ed io fino a quel momento ne avevo contate (meglio dire che ne avevo trovata "traccia") solo, si fa per dire, di tre: tra le bocce, nel culo, e nella fighetta che ora mi stavo scopando. E la quarta sborrata? Forse Davide le era venuto due volte in culo, o due volte in figa, oppure due volte tra le tette. Poteva ben essere così, ma avevo un sospetto. Il sospetto che la verità fosse un'altra e ci fosse una sorpresa in arrivo.<br />E infatti...<br /><br /><br />Valentina interruppe la cavalcata e armeggiò con la borsetta, che si trovava vicino al divano.<br />"Cosa stai facendo?" le chiesi.<br />"Amore" mi rispose "non ti avevo forse parlato di un premio, se tu avessi fatto il bravo? Il bravo lo hai fatto, quindi il premio te lo sei meritato..."<br />Quando vidi cosa tirò fuori dalla borsetta fu tutto chiaro.<br />Era un preservativo... un preservativo pieno di sperma.<br />"La quarta sborrata" mi spiegò "è qui dentro. Sai, dopo essermi fatta riempire culo e figa e allagare le tette, ho pensato di portarti un regalino. Così, dopo essermelo chiavato ancora a lungo e in tutte le posizioni possibili, gli ho messo un preservativo e gli ho fatto una bella sega mentre gli leccavo le palle. E' stato molto eccitante, sai, cornutello? Che buon sapore hanno le sue palle pelose! Le ho leccate a lungo, le ho succhiate come dolci caramelline, mentre la mia morbida manina faceva su e giù lungo la sua asta... alla fine è venuto, quel bravo maialino, e ha riempito tutto il preservativo".<br />Riprese a cavalcare il mio cazzo stremato. Nel mentre, portò il preservativo davanti alla mia bocca e lo svuotò.<br />"Lecca, porco", mi disse continuando a fottermi. "Lecca tutta la cremina di Davide. Ne vai ghiotto, lo so, cornutello... quasi quanto me, vero? Dai amore... bevi tutto... non lasciarne neanche una goccia, non può andare sprecata... Davide è stato così gentile, non vorrai mica mostrarti scortese e rifiutare il suo dolce e caldo seme? Dai su... così... ecco... che bravo che sei... hai fatto una bella scorpacciata di sperma stasera, vero? Mmmm... dai, nel frattempo continua a muovere per bene il tuo cazzetto nella mia figa piena di altro sperma... mmm... oh sì che bello... che maialino che sei... un coglione pervertito... oooh... su su... da bravo... ecco, lo hai bevuto tutto..."<br />Continuavo a fotterla, ma ormai ero prossimo all'orgasmo.<br />"Bravo porcellino... ecco, ora leccami le dita, che sono ancora un pochino sporche... bene... e adesso rilassati, rilassati e sborra... vieni cornutello... vieni stupido coglione... sborra anche tu nella mia fighetta..."<br />Non riuscii più a trattenermi. Venni copiosamente. Nulla in confronto, certo, a tutto lo sperma che le aveva regalato il suo amante.<br /><br />3<br /><br />Poco dopo Valentina andò in bagno a farsi una doccia. Io restai sul divano, immobile, il cazzo sporco di sperma... del mio e di quello di Davide, che aveva colmato poche ore prima la figa della mia ragazza e che era colato lungo tutto il mio uccello e le mie palle.<br />Non sapevo cosa pensare. Non più. Nè della mia fidanzata, nè di me, nè di quella incredibile situazione. La mia mente era vuota.<br />Pochi minuti dopo arrivò il sonno. Chiusi gli occhi. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-35959763603573225832010-03-25T12:37:00.000-07:002010-03-25T12:38:38.566-07:00Barbara, Una Moglie Tettona - Il Maiale Che Guarda<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=956"><strong>Danielaz</strong> </a><br /><br />Finalmente arrivarono le vacanze. Affittamo una casa in un bel paese di mare. Il primo giorno fu devastante perchè c'era da pulire tutto l'appartamento e disfare le valigie, quindi preparare da mangiare e sistemare il necessario. Quella sera eravamo distrutti. Mio marito mi propose qualcosa da fare che non mi sarei mai aspettato. Lì, in quella ridente cittadina dove avremmo trascorso le vacanze c'era un cinema porno; ebbene mio marito mi chiese se me la sentivo di andare a guardare il film che davano quella sera: La Mujer Pantera con Nacho Vidal. Rimasi perplessa e con gli occhi spalancati quando mi propose questa cosa. In principio non sapevo cosa rispondere, però poi pensai che poteva essere un'esperienza nuova. Andammo allo spettacolo delle dieci, in sala c'erano una decina di uomini che mi seguirono con gli occhi fino a quando con mio marito trovammo un posto a sedere tranquillo e appartato, nelle prime file. Il mio cuore batteva a tremila per l'eccitazione, non avevo mai fatto una cosa del genere. E poi come una stupida avevo indossato un vestito abbastanza provocante: una minigonna nera e una camicia di satin molto stretta che dovevo tenere per forza aperta sul collo altrimenti le mie grandi tette poteano far esplodere tutti i bottoni.<br />- Ti guardano tutti - mi disse mio marito.<br />- Ci credo. Non vedi che sono tutti arrapati come tori?<br />Il film cominciò, calò il buio nella sala. In principio il film sembrava normale, poi ecco apparire una coppietta di amanti, lei bellissima con i capelli rossi, un naso leggermente grande e un corpo perfetto. Lui un tipo tutto muscoli e con qualche tatuaggio sulle braccia. Erano in piscina, il tempo di spogliarsi e farsi un bagno e poi ecco che ci danno dentro con una sana scopata. Mio marito si abbassò la zip dei pantaloni e lasciò venire fuori il suo arnese duro. Come gli altri uomini era eccitato da paura.<br />- Ehi amore, oddio che erezione!<br />- Sì, sono arrapato Barbara! - si iniziò a smanettare lentamente.<br />- Aspetta tesoro, ci sono qua io - con una mano gli raggiunsi il cazzo, lo impugnai e proseguii il suo lavoro.<br />- Ma Barbara, che fai?<br />- Lascia che sia io a farti godere.<br />Iniziavo ad eccitarmi anche io, quelle immagini erano molto stimolanti. Un pò guardavo il viso di mio marito in estasi e un pò il film che proseguiva, e la ragazza dai capelli rossi godeva ai bordi della piscina. Un uomo si mise a sedere sulla mia destra, e guardò di sfuggita il lavoretto di mano che stavo facendo a mio marito, poi mi sorrise. Seguitò a guardare il film, poi ad un certo punto anche lui fece venire fuori il cazzo dai pantaloni iniziandosi a smanettare, ma guardando di più me che il film. Si segava guardando le mie tette e io lo vedevo benissimo con la coda degli occhi. La cosa mi eccitava moltissimo.<br />- Signorina mi scusi - mi disse dopo qualche minuto. - Non vorrei importunarla, ma potrebbe darmi una mano come sta facendo col signore?<br />- Il signore è mio marito - risposi in modo canzonatorio.<br />- Mi scusi, non avevo capito.<br />- Non si preoccupi - continuai, - adesso vediamo subito cosa si può fare.<br />Con una mano impugnai anche il suo cazzo, iniziando una lenta masturbazione. Mio marito mi guardò con sorpresa, ma gli piaceva e non mi disse niente. L'uomo aveva un glande così gonfio che sembrava volesse esplodere da un momento all'altro in una grande sborrata, e continuava a fissarmi in viso e poi scendeva con gli occhi fino alle tette. Dietro di me sentii qualcuno, una prensenza: era un uomo con i pantaloni abbassati che sfregava il suo cazzo contro i miei capelli. Mi girai appena e il suo glande bello grosso e bollente mi toccò il naso. Mi rigirai subito facendo finta di niente. Sentivo solo la sua asta infilarsi tra i miei capelli scuri, fino a quando gli schizzi di sperma mi colarono sulla testa. Sborrò anche mio marito, e poi l'uomo alla mia destra, che masturbai con più intensità, i suoi fiotti erano densi e mi ricoprirono le dita e il polso.<br />- Oh sì, così signora. Fantastico!<br />Ma volevo evitare che si formasse una fila di uomini che pretendevano di eiaculare con il mio aiuto, quindi dissi a mio marito che volevo andare via, e così fu. Uscimmo dal cinema e ritornammo a casa. Quando rientrammo ci abbracciammo e scoppiammo a ridere, consapevoli di aver fatto una ragazzata. Avevo ancora le mani sporche di sperma, e anche i capelli. Mio marito lo notò e mi chiese come ci fosse finita lì.<br />- Credo che un uomo si sia masturbato dietro di me. Lo sentivo sfregarsi contro i miei capelli. Ognuno...<br />- Già, ognuno ha le proprie depravazioni - continuammo a ridere tenendoci per mano.<br />- Io ho scoperto la mia.<br />- E sarebbe?<br />- Essere guardata. Quando quell'uomo mi ha chiesto se mi andava di smanettarlo guardava più me che il film.<br />- Che ti piace essere guardata già lo sapevo.<br />Andai a fare una doccia. Ero particolarmente stanca. L'indomani mi sarei concessa una lunga giornata di sole. In genere finiva che dopo un'oretta di mare ritornavo a casa e restavo fuori in giardino a prendere il sole in costume, distesa su una comodissima sdraio. Eh sì, perchè la nostra casa aveva anche un piccolo giardino a differenza degli altri appartamenti dell'edificio. Mio marito era in casa a dormire quando ad un certo punto notai su un balcone del primo piano un uomo che mi fissava. Due occhi da depravato, al medio della mano destra portava la fede. Era sposato, ma la moglie non c'era in quei giorni, e quindi poteva guardarmi quanto voleva. Portava un accappatoio bianco addosso. Mi tolsi gli occhiali da sole e lo guardai anche io, ma senza alzarmi dalla sdraio. L'uomo fece un sorriso beffardo e lentamente si aprì la parte di sotto dell'accappatoio, facendo venire fuori il suo arnese già bello duro. Me lo mostrò per bene, voleva che glielo guardassi e lo accontentai. Guardai il suo arnese, poi con un atteggiamento quasi da snob mi rimisi gli occhiali e feci finta di ignorarlo. Ma in realtà da sotto le lenti scure continuavo a guardarlo, mentre cominciò una lenta masturbazione continuando a fissarmi con quegli occhi da pervertito.<br />- Madonna che tette che hai! Perchè non lo togli quel costume?<br />Lo ignorai, d'altronde non potevo esaudire quel suo desiderio. Non eravamo soli in quel condominio, e non mi andava di farmi vedere nuda da tutto il vicinato. Però dentro di me avevo una voglia matta di accontentare lui, di farmi vedere tutta nuda da quell'uomo. Ma come potevo fare? Mi piaceva da impazzire essere guardata in quel modo, da uomini di quel tipo, arrapati come maiali.<br />- Io mi chiamo Ettore. E tu?<br />Non gli risposi, ma di lì a pochi attimi mi gustai tutta la scena dell'eiaculazione. Il nostro vicino stava sborrando sul suo balcone, e lo sperma cadde sul suo pavimento. E il fatto che stesse godendo in quel modo grazie a me mi fece sentire così felice e così eccitata che dovevo trovare il sistema per permettergli di vedermi tutta nuda. Mi alzai dalla sdraio e rientrai in casa, Ettore mi seguì con gli occhi per tutto il tragitto. Quella sera dopo aver fatto l'amore con mio marito gli parlai di quello che era successo quel pomeriggio, raccontando ogni dettaglio, tutta la scena, fino all'eiaculazione di Ettore. Mio marito sorrise, quella storia in parte lo eccitava e in parte lo incuriosiva, il suo pene tornò duro. Adorava quando gli raccontavo porcherie, specialmente quando c'ero io di mezzo. Allora gli presi il cazzo in mano e iniziai a masturbarlo lentamente, più per distrazione che per farlo godere, e continuando a dire quello che era successo quel pomeriggio.<br />- Era chiaro che voleva vedermi nuda. Senza il costume. Mi è dispiaciuto molto non poterlo accontentare - gli dissi, - ma non potevo spogliarmi lì in giardino, di fronte a tutto il vicinato.<br />- Beh, puoi sempre rifarti.<br />- Che intendi dire?<br />- Dico che domani sarà di nuovo lì sul balcone a spiarti. E magari puoi invitarlo qui da noi, e...<br />- ... e farmi scopare da lui - continuai con tono apatico. - Ma non voglio scopare con lui.<br />- No, non intendevo questo. Io penso che quell'uomo sia soltanto un guardone. Lo inviti qui da noi e ti spogli, ti lasci guardare, nuda, mentre lui si fa una sega.<br />Mio marito aveva avuto proprio una bella idea. Gli sorrisi, era un gran porco anche lui. Ma un porco gentile, non come gli altri uomini. Allora il giorno dopo stesso costume e stessa sdraio, ma questa volta mi spalmai dell'olio su tutto il corpo, non avrebbe resistito al mio invito. Ettore arrivò al solito orario, con il solito accappatoio bianco sul corpo e mi iniziò a fissare con gli stessi occhi da depravato. Aveva un petto molto peloso e bagnato, era appena uscito dalla doccia. Si spostò l'accappatoio facendo venire fuori il suo arnese eretto mostrandomelo. Aveva un glande bello gonfio, e tutt'intorno all'asta delle vene in rilievo molto grosse. Era una bella bestia.<br />- Ciao - mi disse tenendosi l'arnese alla base dell'asta.<br />- Tua moglie non è gelosa quando guardi le altre donne?<br />- Mia moglie è via per qualche giorno. Non credo che sia a conoscenza che abbiamo una vicina così eccitante. Perchè non te lo togli quel costume? così mi fai vedere le tue belle tettone. Certo che hai un arsenale...!<br />- Qui non posso. Ma se vieni dentro ti faccio vedere tette e anche qualcos'altro.<br />Ettore non se l'aspettava, e balbettando mi chiese se mio marito fosse in casa.<br />- Sì è dentro. Ma non devi preoccuparti, non è per niente geloso.<br />Ettore rientrò in casa e si affrettò a scendere al piano terra, quindi in qualche attimo fu davanti alla nostra porta. Bussò il campanello, andai ad aprirlo e lo accolsi in costume e con una camicia bianca abbottonata. Volevo fare uno spogliarello completo davanti ai suoi occhi. Si comportò da vero guardone, non mi mise neanche una mano addosso. Con un sorriso lo accolsi nel salone dove c'era mio marito appoggiato con il sedere al tavolo da pranzo, e con la macchina fotografica a portata di mano. Ettore era un pò imbarazzato dalla presenza di mio marito, ma subito si mise a sedere sul divano. Nel salone c'era uno stereo, lo accesi facendo partire una musicassetta di Eros Ramazzotti, poi andai verso Ettore.<br />- Sei troppo rigido, Ettore. Adesso ti aiuto a metterti a tuo agio.<br />Gli slacciai la cintura dell'accappatoio allargandoglielo, il suo cazzo mostruosamente eretto schizzò fuori fiero e dritto come una spada.<br />- Ehi, guarda qui che abbiamo! - dissi con entusiasmo. Glielo accarezzai un pò, poi gli tolsi l'accappatoio gettandolo su una sedia.<br />- Non vede l'ora di vederti tutta nuda - disse mio marito che aveva iniziato a scattare qualche foto già mentre spogliavo Ettore.<br />- Adesso lo accontentiamo.<br />Iniziai una danza molto erotica sulle note di quella musica, mentre iniziavo a sbottonarmi la camicia, un bottone alla volta, fino all'ultimo. Poi me la sfilai lentamente. Ettore si prese l'uccello in mano iniziando a menarselo un pò. Mi sfilai il pezzo di sopra del costume e le tette si liberarono con un balzo, le presi con tutte e due le mani premendole una contro l'altra. Mio marito scattava foto su foto, la situazione gli piaceva moltissimo. Allora cominciai ad abbassarmi la parte di sotto del costume, lentamente fino a farla arrivare ai piedi, e con un calcio la lanciai su Ettore, il costume gli finì sulla faccia, lo prese e annusò l'odore della mia passera. Gli sorrisi e feci qualche posa provocante, il nostro ospite stava impazzendo. Mi misi a novanta gradi, con il mio culone rivolto verso di lui. Con le mani teneva aperte le natiche in modo da potergli mostrare il mio buchetto. Poi mi rialzai e mi distesi a terra, a pancia sotto, ficcandomi due dita in bocca e guardando Ettore che intanto continuava a menarsi l'arnese. Mi rialzai e andai verso di lui, facendogli ballare a due dita dalla faccia le mie tettone. Mi sdraiai a terra e allargai le cosce proprio davanti a lui, e con una mano mi allargai le labbra della mia passera. Ettore me la guardava con degli occhi accesi, e con la mano accelerò i movimenti della mano.<br />- Ti presento la mia passera - gli dissi con una voce molto calda.<br />- Al solo pensiero di starci dentro... vengo! - rispose Ettore.<br />I fiotti di sperma saltarono fuori andandosi a posare un pò sul pavimento e un pò sulla sua mano. Stando a gattoni andai verso il suo cazzo in eruzione, mio marito mi seguì con la macchina fotografica, e mi scattò alcune foto mentre con due dita prendevo un rivolo di sperma che colava dall'asta e me lo portavo alla lingua. Ma non lo ingoiai, senza dare nell'occhio andai in bagno a sciacquarmi, mentre Ettore raccoglieva il suo accappatoio. Lo raggiunsi mentre stava andando via.<br />- Grazie... mhh...<br />- Barbara. Mi chiamo Barbara.<br />- Sì, Barbara. Sei stata fantastica. Peccato che domani ritorna mia moglie.<br />- Non preoccuparti, sarà il nostro piccolo segreto - gli dissi accarezzandogli un braccio.<br />- E quelle foto? - mi chiese.<br />- La fotografia è la nostra passione - rispose mio marito. - Le teniamo per noi, non preoccuparti. Non le vedrà mai nessuno.<br />- Ah, bene. Allora grazie ancora.<br />Ettore andò via e io e mio marito ridemmo di quella nuova avventura, lasciandoci cadere sul divano ad accarezzarci e a baciarci per un'ora intera. Amo mio marito, e ogni mese che passa sento il nostro rapporto rinvigorirsi sempre di più. Il sesso se lo si fa con fantasia non può far altro che arricchire la coppia. Questa è la mia vita, e anche se può essere criticata continuerò in questo modo, godendo di ogni attimo e di ogni parte del mio corpo, fino a quando mi sarà possibile. La rosa bisogna coglierla finchè è fresca.<br /><br />Fine. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-26973539809792259232010-03-25T12:35:00.000-07:002010-03-25T12:36:32.931-07:00Barbara, Una Moglie Tettona - Il Panettiere Sotto Casa<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=956"><strong>Danielaz</strong> </a><br /><br />Non ci furono altri episodi degni di essere fotografati. Per qualche settimana la macchina fotografica rimase reclusa nel suo fodero. Tutto sembrava piatto, mio marito ritornava dal laviri, poi rincasavo anche io, ma prima andavo a comprare il pane, al forno che abbiamo sotto casa, che da qualche tempo aveva cambiato gestione. Una sera entrai nella panetteria e scoprii forse uno degli uomini più belli del mondo. Restai a guardarlo per qualche minuto senza aprir bocca. A torso nudo, muscoloso, carnagione olivastra e molta farina sparsa sul corpo. Passarono i giorni, ma Tommi, così si chiamava il panettiere, sembrava molto preso dal suo lavoro. Quindi mi limitavo ad entrare nel panificio, comprare la mia forma di pane e andare via. Là al panificio sembrava svolgere lui ogni compito, perchè i genitori erano troppo anziani. Quindi era Tommi a fare il pane e a venderlo. Che vita stressante. Però avrei potuto dargli qualche soddisfazione, diciamo per non fargli pesare il lavoro. Imparai subito quali erano gli orari di affluenza delle persone, nella maggior parte erano vecchie. Purtroppo abito con mio marito in un quartiere dove la maggioranza sono anziani. La gente andava a comprare il pane alle sette, dopodichè avevo campo libero per giocarmi Tommi come volevo. Indossai la maglia più scollata che avevo, senza reggiseno, praticamente a momenti le tette mi balzavano fuori. Uscii di casa per raggiungere il panificio.<br />- Buonasera - dissi.<br />Lui mi guardò, scesi le scalette per giungere al negozieto e le mie tette molleggiarono. Per lui fu uno spettacolo unico, perchè lo scollo troppo largo mise a nudo un mio capezzolo, ma subito lo coprii.<br />- Buonasera signorina - mi rispose con voce calda.<br />- Signora - precisai. - Sono sposata.<br />- Ah, mi scusi.<br />Ero a qualche passo di distanza da Tommi. Lo guardavo massaggiare e palpare la pasta del pane. Immaginai come fossero abili le sue mani a massaggiare le mie tettone. Infatti me le guardò, forse anche a lui dovette venire in mente la similitudine tra la morbidezza della pasta e il mio seno.<br />- Ce l'hai caldo? - gli chiesi. Lui fece una faccia un pò perplessa. - Il pane, intendo.<br />- Oh sì, certo. Mi scusi signora, ma con tutto questo lavoro sono sovrappensiero. Come le piace il pane? - Tommu lasciò per qualche attimo la pasta, per andarmi a prendere del pane appena sfornato.<br />- Bello duro.<br />- Le piace duro?<br />- Oh sì - risposi con la testa tra le nuvole.<br />- E allora ecco a lei - mi consegnò la busta di carta con il pane dentro.<br />- Non ti fermi mai, vero? Ti vedo lavorare ad ogni ora.<br />- Eh signora, cosa ci vuol fare? - attaccò un lunghissimo discorso sulla vita che faceva.<br />Io mostrai finto interesse, più che altro gli guardavo gli addominali, e sognavo di toccarli, baciarli, sentirli contro il mio seno. Ad un certo punto decisi di azzardare, e con le mani, ma senza farmene accorgere, mi allargai lo scollo, scoprendo un capezzolo. Lui lo notò, mi desiderò, diventò rosso forse di vergogna. Feci finta di non essermene accorta, e continuai ad ascoltarlo, e a farmi desiderare. Volevo costringerlo a pensarmi per tutta la notte. Con quel capezzolo rosa nudo, quasi come se glielo stessi offrendo. Quasi come se gli stessi chiedendo di succhiarmelo. Ma ovviamente fingevo di non essermene accorta. Tommi posava i suoi occhi sulle mie tette di continuo, ma non voleva essere sfacciato, così cambiava subito direzione dello sguarùdo. Ma non poteva resistere alla vista del mio capezzolo nudo. Lo stava guardando, stava impazzendo per lui, avrebbe voluto morderlo, stuzzicarlo con la lingua.<br />- Che fai, guardi? - gli dissi ricoprendo fugacemente il seno. - Sei proprio un maiale.<br />- Signora, mi dispiace. Non volevo.<br />- E invece volevi eccome - lasciai i soldi del pane sul tavolo da lavoro e tornai a casa.<br />Mio marito fece una scenata poco credibile, mi chiese con aria di sospetto dove fossi andata con quella scollatura così profonda. Che stupido, lo sapevo che a lui piaceva quando indossavo quel genere di vestiti. Lo sapevo che gli piaceva quando gli altri uomini mi guardavano. Per calmarlo da quel suo finto scatto d'ira, mi tolsi la maglia liberando le tette, gli abbassai la zip dei pantaloni e gli feci una sega spagnola, seduta stante. Il giorno dopo ritornai al panificio, per comprare la solita forma di pane. Entrai da Tommi, con un'altra maglia, forse ancora più scollata.<br />- Hai calmato i tuoi ardori? - gli chiesi.<br />- Buonasera signora. Le do il solito?<br />- Sì - mi diede il sacchetto di carta con il pane dentro.<br />- Stanotte ho dormito malissimo - mi disse proprio mentre gli stavo consegnando i soldi. E allo stesso tempo mi consegnò qualcosa.<br />Sembrava una lettera. Mi guardò negli occhi, mi voleva, era certo. Non gli chiesi del perchè aveva dormito male, l'avrei capito dalla lettera. Tornai a casa senza neanche salutarlo. La lettera che mi aveva consegnato era piena di oscenità, mi raccontava tutto quello che avrebbe voluto farmi in una notte sola:<br /><br />"Piccola dolce Barbara, devo dirle che lei è molto eccitante,<br />in sincerità vorrei anche dirle che se io fossi suo marito<br />la leccherei ogni volta in maniera diversa<br />le leccherei ogni volta un buco diverso.<br />Forse cercherei luoghi particolari per rendere<br />l'eccitazione più trasgressiva.<br />Non le nascondo che le sue tette adorerei leccarle<br />e mordicchiare i suoi capezzoli fino a farli diventare durissimi.<br />Ma la mia fantasia va anche alla sua patatina, sarà depilata?<br />Sento il bisogno di trombare, con lei. Fino all'ultima goccia di sborra che mi rimane nel corpo".<br /><br />Feci leggere la lettera anche a mio marito, che si fece una risata.<br />- Ehi, questo è pazzo di te.<br />- Beh, perlomeno potrebbe essere un buon soggetto per un nuovo set fotografico.<br />- E come facciamo a convincerlo?<br />- Queste basteranno - risposi premendomi le tette.<br />Il giorno dopo andai con mio marito giù al forno di Tommi. Avevamo anche la macchina fotografica. Erano le otto e mezza di sera e la panetteria non vendeva più il pane. Però la porta era socchiusa, come se mi stesse aspettando. Entrammo e chiudemmo la porta con una mandata di chiave. Scendemmo le scalette insieme, mano nella mano. Avevo deciso di indossare una camicia bianca e una gonna nera con uno spacco lunghissimo. Come biancheria intima solo un tanga rosso. Nulla più. Tommi capì subito che lui era mio marito, e diventò bianco dalla paura. Forse credeva che era lì per dirgliene quattro riguardo a quella lettera.<br />- Non preoccuparti Tommi, lui è qui solo per fare qualche foto. Tu potrai fare di me ciò che vuoi - mi avvicinai al fornaio sbottonando tutta la camicia e facendo venire fuori le tette. - Non devi preoccuparti amore.<br />Ma Tommi sembrava a disagio. Quindi gli presi le mani e me le portai ai fianchi, poi gli abbassai la zip dei pantaloni e gli infilai una mano nelle mutande. Cercai il suo cazzo, lo feci venire fuori e lo accarezzai, ma continuando a guardarlo negli occhi. Intanto mio marito aveva iniziato a scattare le prime foto. Sorridevo a Tommi, mi piaceva il suo arnese, anche se era ancora a riposo, ma con le mie carezze iniziò ad indurirsi, fino a diventare duro, con la cappella gonfia, le vene ingrossate. Tra il dubbio e la certezza mi tolse la camicia, poi anche la gonna, me la fece scendere ai piedi.<br />- Rilassati Tommi - gli dissi iniziando una lenta masturbazione del suo cazzo. - Noi siamo appassionati di fotografia. E cosa c'è di meglio di due amanti che fanno l'amore come soggetto?<br />- Lei ha delle tette fantastiche - balbettò Tommi.<br />- Dammi del "tu", tesoro. E chiamami Barbara.<br />Tommi iniziò a capire che a mio marito non importava quello che mi avrebbe fatto. Quindi con le mani mi portò verso il suo tavolo da lavoro, e mi ci fece distendere con la schiena. La farina iniziò ad attaccarsi al mio corpo, mentre lui mi palpava le tette. E sentivo il suo cazzo fuori dai pantaloni che premeva contro le mie mutandine. Le mie grandi tette si coprirono presto di farina. Mio marito scattava foto di continuo. Poi Tommi mi sfilò le mutandine, e si inginocchiò. Tenendomi le cosce divaricate con le mani iniziò a baciarmi la passera. Socchiusi gli occhi, era fantastico. La sua lingua cominciò a leccare, aveva una lingua che mi faceva impazzire. Mi leccava con frenesia, mi infilò la lingua tra le labbra, sul clitoride, nell'attaccatura delle cosce, finendo sull’ano e in mezzo ai glutei. Urlavo di piacere, senza rendermi conto che a mio marito potesse dare fastidio. Ero come impazzita, Tommi leccava senza ritegno e senza fermarsi un attimo. Voltavo la testa a destra e sinistra, senza controllo, e con i denti mi mordevo il labbro inferiore, cercando di non urlare troppo.<br />Poi smise di baciarmi, e si alzò. Alzai il busto anche io, mettendomi a sedere sul suo tavolo da lavoro. Mio marito non faceva altro che fotografare. Tommi si mise a sedere di fianco a me. Gli presi il cazzo con le mani e cominciai a segarglielo, sembrava acciaio, tanto era duro; mi abbassai verso di lui e glielo presi in bocca e lo spompinai. Tommi si rilassò. Ma ero troppo arrapata, e non vedevo l'ora di essere scopata. E sapevo anche che sarebbe stata la prima volta che mio marito mi avrebbe vista scopare con un altro uomo in maniera così spudorata.<br />- Stenditi, amore - gli dissi, accompagnandolo con una mano sul petto. - Voglio il tuo uccellone.<br />- Oh, sì, ho capito cosa vuoi fare. Maiala.<br />- Bravo.<br />Mi misi sopra di lui, dandogli le spalle, perchè volevo che mio marito mi fotografasse anche in viso, mentre un altro uomo mi sbatteva. Presi con una mano l'arnese duro e caldo di Tommi e lo accompagnai nella mia passera. Sentivo le pareti della fica che si dilatavano all'entrata del suo cazzo, ma fu un attimo e mi scomparve dentro. Provai una sensazione sconvolgente, come se quel grande attrezzo mi stesse salendo fino alla gola. Iniziai a salire e scendere piegandomi in avanti per vedere, mi piaceva guardarlo mentre entrava ed usciva dalla mia fica. Iniziai a cavalcarlo come una forsennata e a gemere e gridare come una troia. Tommi mi teneva per i fianchi, poi ogni tanto le sue mani raggiungevano le mie tette, e le palpavano.<br />- Ehi Barbara, diventi sempre più brava - mi disse mio marito continuando a scattare fotografie. - O forse sei semplicemente allupata.<br />- Ti da fastidio che mi sto facendo sbattere da un'altro uomo? - gli chiesi con una voce molto affannata.<br />- Macchè, per il nostro hobby della fotografia potrei vederti trombare con chiunque.<br />Mi alzai in piedi, facendo scorrere fuori dalla passera l'arnese durissimo di Tommi. Poi scesi dal tavolo. Tommi mi capì al volo, e scese anche lui dal tavolo, facendomi spazio. Mi sdraiai sul tavolo da lavoro a ventre in giù, Tommi mi seguì e mi fu immediatamente sopra, divaricai le cosce, e indirizzò il suo cazzo sulla mia vagina e spinse con dolcezza, lo sentii scivolare dentro con facilità, allargai ancora di più le gambe e mi inarcai per offrirmi ancora di più, sentivo che entrava in profondità, credo che dentro di me stesse toccando punti mai raggiunti prima, iniziai ad incitarlo dicendogli di spaccarmi la passera, continuò a pomparmi per molto tempo. I nostri mugolii di piacere di intrecciavano, mio marito mi incitava, e incitava anche Tommi a fare di meglio, e intanto scattava.<br />- Forza amore. Dai. E tu Tommi, dai sbattiglielo dentro con più foga. Barbara è tua, puoi farle quello che vuoi.<br />Sentivo chiaramente ad ogni colpo di reni di Tommi rumore come di acqua, era il nostro sudore. Era il suo inguine che sbatteva contro il mio culone sudato.<br />- Ti sta piacendo fare la vacca? - mi chiese Tommi.<br />- Mi piace da morire - risposi.<br />- Adesso voglio una sega spagnola... puttana.<br />- Siiii - gli risposi con una voce molto infantile.<br />Tommi fece uscire dalla mia passera il suo arnese, e si mise a sedere sul tavolo. Abbassai il mio busto su di lui, e con le tette avvolsi il suo arnese duro. Cominciai a farle sobbalzare su giù, su e giù, su e giù. Tommi guardò il lavoro che stavo facendo, guardò verso il basso e vide il suo cazzo che appariva e scompariva tra le mie enormi tette. Aumentai freneticamente il ritmo e Tommi stava impazzendo dal piacere. Cominciò ad assecondare i miei movimenti, finchè non arrivammo ad ottenere un ritmo forsennato. Mio marito continuava a fotografarci da tante angolazioni. Tommi mugolava di piacere.<br />- Ti piacciono le tette calde di mia moglie, Tommi? - gli chiese mio marito.<br />- Oh sì, sto per venire quasi.<br />- E vieni, maiale - gli risposi.<br />Tommi stava per sborrare, lo sentivo dalle pulsazioni del suo glande contro le mie tette. E allora accelerai il movimento delle mie tette, fino a quando i fiotti di sperma schizzarono sulle mie tette e sul mio collo. Uno schizzo più forte saltò fino alle labbra. Mi riversò addosso tantissima sborra. Ne aveva tantissima, sembrava non finisse mai. Giallina e calda, scivolò anche sui miei capezzoli.<br />- Eri proprio arrapato come un maiale, eh?<br />Lo liberai dalla presa delle mie tette e con la lingua lo ripulii dalle ultime gocce di sborra.<br />- Ah, sei eccezionale Barbara - mi disse Tommi. - Succhiami il cazzo, dai.<br />Con una mano mi spinse la testa, in modo da infilarmi il cazzo in bocca fino ai coglioni. Ma quel gesto non mi piacque, quindi smisi di leccarlo e lo colpii con uno schiaffo.<br />- Eh no Tommi, io ti spompino, ma non mi devi costringere con la forza.<br />Colpì il suo arnese con un altro schiaffo. Poi mi rimisi in piedi, e mi pulii il viso con un fazzoletto. Poi presi i vestiti da terra. Ci rivestimmo. Mio marito sembrava abbastanza felice per gli scatti. Ci salutammo, Tommi cercò di baciarmi cercando la mia lingua, ma io gliela feci solo sfiorare. Mi colpì il culo con uno schiaffo, poi con mio marito tornai a casa, e mi preparai per una doccia, per rilassarmi e per togliere via dal corpo le tracce della sborra.<br /><br />nynfetta@tiscali.it </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-2918019168964969142010-03-25T12:33:00.000-07:002010-03-25T12:34:45.672-07:00Barbara, Una Moglie Tettona - Un Giorno Alle Terme<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=956"><strong>Danielaz</strong> </a><br /><br />Io e mio marito Vincenzo, decidemmo di prenderci un giorno di vacanza alle terme. Niente di più rilassante. Dedicammo un giorno intero alla cura del corpo: fanghi, massaggi, piscina con idromassaggio. E Vincenzo non aveva di certo dimenticato la sua macchina fotografica, la sua passione, anzi, la nostra passione. Passò molto tempo a fotografarmi, in pose abbastanza innocenti: i primi scatti durante il massaggio, mentre l'esperto filippino mi massaggiava le cosce e la schiena, mentre ero distesa a pancia sotto su un lettino bianco, completamente nuda. Poi dopo scattò delle fotografie mentre ero immersa nella piscina con l'idromassaggio, ma questa volta avevo il costume nero, che le tette sembrava volessero farlo scoppiare. C'erano alcuni anziani lì con me, in piscina. E non facevano altro che guardarmi le tette. Uno di loro mi si avvicinò, con molta scioltezza. Per qualche attimo mi sentii corteggiata da quell'uomo, mentre mio marito continuava a scattare delle fotografie. Ma non pareva molto entusiasta di quegli scatti, perchè a parte le mie tette, non c'era altro che potesse sembrare un obiettivo interessante, per lui. L'uomo anziano d'altronde stava lì a parlare con me, e non potevamo certo chiedergli di accarezzarmi le bocce per far sembrare le fotografie più interessanti.<br />decidemmo di rilassarci con la sauna, entrammo anche qui in costume, e c'era un ragazzo seduto sulle panche di legno, tra il vapore che inondava la stanza. E che ragazzo! Sembrava un modello, con un fisico da scultura greca, con la pelle olivastra e i capelli scuri. Un telo bianco gli copriva il pene, ma io moriva dalla voglia di vederlo. Il suo corpo era tutto bagnato, ma tra qualche attimo lo sarebbe stato anche il mio e quello di mio marito, con tutto quel vapore.<br />- Buongiorno - gli dissi con un bel sorriso misterioso.<br />- Ciao - mi rispose.<br />Mi diressi verso la panca di fronte alla sua, mio marito si mise a sedere e posò la macchina fotografica a terra. ebbi una voglia pazzesca di mostrare a quell'uomo le mie tette, e anche tutto il resto del mio corpo, ma in realtà non sapevo se a mio marito la cosa avesse dato fastidio o meno. Ma decisi che dopo le fotografie scattate in albergo, niente sarebbe stato un problema per lui.<br />- Posso togliermi il costume o per te è un problema? - gli chiesi gentilmente.<br />- Fai pure. Anzi, se vuoi inizio prima io - rispose l'uomo, portandosi via il telo bianco e scoprendo il suo grosso arnese penzolante completamente depilato, come d'altronde tutto il resto del corpo.<br />Mio marito guardava interessato quella scena. Forse in lui stava nascendo l'idea di un nuovo servizio fotografico. Guardai con uno sguardo da vera porca il corpo nudo di quell'uomo, era uno spettacolo che non mi sarei aspettato. Quella giornata alle terme stava diventando interessante. Poi fu il mio turno, slacciai il pezzo di sopra del costume nero, e le tette si liberarono molleggiando.<br />- Ehi, che bell'arsenale - mi disse l'uomo.<br />- Beh, anche tu stai messo molto bene - poi mi liberai dello slip del costume, facendo respirare la mia passera scura e mettendola in luce. Adesso ero completamente nuda davanti ai suoi occhi.<br />Soltanto mio marito rimase in costume, ma non lo vedevo deciso a liberarsene. Forse per lui andava bene restare in quel modo. Mi voltai verso il mio Vincenzo, ma più che altro per mostrare a quell'uomo il mio bel culone. Mi chinai, però tenendo le cosce dritte, come per fare degli esercizi ginnici. Ma in realtà volevo farmi guardare da lui. E mi guardò, teneva gli occhi fissi su di me, e sul mio culo. Con le mani allargai le natiche leggermente, per non essere troppo esplicita, volli mostrargli il mio buchetto. Poi decisi che era arrivato il momento per le presentazioni, quindi mi voltai di nuovo verso di lui.<br />- Come ti chiami?<br />- Kledi. Siete dei fotografi? - ci chiese guardando la macchina.<br />- No - rispose mio marito, - è solo una passione. E nella maggior parte dei casi fotografo mia moglie Barbara.<br />- Siete sposati?<br />- Sì - gli risposi con un sorriso malizioso.<br />- Interessante questa vostra passione.<br />- Vuoi provare a fare due scatti con noi? - gli chiese mio marito. Speravo che glielo chiedesse.<br />- Certo, perchè no? - rispose con un sorriso.<br />- A te, Barbara? Andrebbe?<br />- Sì dai, scatta qualche foto - andai verso Kledi, e mio marito prese la macchina fotografica.<br />Mi misi al suo fianco, non mi ero mai sentita così arrapata per uno sconosciuto. Mi distesi sulla panca, con la testa appoggiata sulla sua coscia sinistra, a poca distanza dal suo enorme arnese, ma ancora non eretto. Guardai l'obiettivo con un sorriso malizioso, e mio marito scattò la prima fotografia. Già immaginavo lo splendore di quelle fotografie, la bellezza del suo corpo scolpito nel marmo accanto al mio cicciotto e caldo.<br />- Non sei a tuo agio? - gli chiese mio marito, che si aspettava di vedere il cazzo di Kledi in un erezione gigantesca.<br />- è che avrei bisogno di un aiutino per raggiungere l'erezione - rispose.<br />Non me lo feci ripetere, con una mano raggiunsi il suo cazzo e lo presi con delicatezza. La stessa mano dove portavo l'anello nuziale, la mia fede. Lo iniziai a masturbare delicatamente, e quello diventò enorme nella mia mano. Mi ritrovai a massaggiare un sogno di cazzo, con l'asta dura e il glande gonfio e rosa. Spalancai gli occhi per lo stupore.<br />- Fantastico. Così va bene. Masturbalo con delicatezza amore - mi disse mio marito, e intanto scattava.<br />La mia mano scivolava sul suo arnese ormai completamente eretto e duro come il legno. Il mio pugno chiuso scorreva dal basso dei suoi coglioni fino a raggiungere il glande, il vapore rendeva scivolosi i nostro corpi, e quindi anche la mia mano e il cazzo di Kledi, che un pò guardava l'obiettivo e un pò il lavoretto della mia mano. Teneva le gambe ben aperte, con una mano ragguiunse la mia schiena e mi accarezzò, facendo scivolare le dita sul vapore e sulle goccioline di sudore.<br />- Non ti infastidisce che tua moglie mi stia menando l'uccello? - chiese a mio marito, che intanto si era avvicinato con la macchina fotografica, per riprendere meglio la mia mano che percorreva l'arnese di Kledi a quattro dita di distanza dal mio viso.<br />- Non ci vedo niente di male. Si tratta solo di un set fotografico - gli rispose.<br />- Ce l'hai bello duro, mi piace da impazzire - gli dissi a bassa voce e guardandolo in faccia.<br />- Leccalo se ti va. Dai, facciamo qualche foto mentre me lo prendi in bocca.<br />A mio marito non sembrò dare fastidio quella proposta, continuava a scattare ad ogni mio movimento, quindi pensai che avrebbe acconsentito. Quindi lasciai momentaneamente l'uccello di Kledi e mi misi in piedi, scendendo dalla panca di legno. Adesso ero di fronte a lui, tutta per Kledi, che con le mani raggiunse le mie grandi tette morbide e le accarezzò. Erano tutte bagnate e scivolose, e Kledi si divertiva a premerle una contro l'altra. Mi baciò un capezzolo, poi mi accovacciai ai suoi piedi, e con il busto mi spinsi tra le sue cosce. Ripresi in mano il suo uccello masturbandolo con la stessa lentezza di prima. Con la lingua gli solleticai il glande, e scesi verso i coglioni, e poi di nuovo verso il glande. Mio marito ci fotografava da dietro, riprendeva il mio corpo di spalle, con la testa abbassata sul cazzo di Kledi, e lui che mi guardava mentre le labbra gli baciavano la cappella. Poi la feci entrare in bocca, e me la gustai, assaporai il suo gusto e la sua enormità. E lo guardavo in viso anche. Mi piaceva vederlo sorridere mentre gli tenevo il cazzo in bocca, e mentre roteavo con la lingua intorno al glande. Mio marito si era avvicinato a noi, adesso ci riprendeva da sinistra, con degli scatti continui. Pareva piacergli la vista della moglie attaccata al cazzo di un altro, o forse la sua passione per la fotografia lo disinibiva di fronte a tutto. Intanto avevo cominciato a muovere sù e giù la mia testa, facendo affondare il cazzp a metà asta nella bocca. Poi lo feci uscire fuori, e mentre lo masturbavo gli leccavo la base dei testicoli, per poi ritornare al glande, che stuzzicai con la punta della lingua. Gli sorrisi.<br />- Sei una vera porcella.<br />- So essere porca con gli uomini che mi eccitano.<br />- Ti va di cambiare posizione? - mi chiese Kledi.<br />- Cosa mi vuoi fare, maiale?<br />- Mettetevi al centro della stanza - ci disse mio marito. - Dai, amore, lascia stare per qualche attimo il suo uccello.<br />Kledi si alzò dalla panca di legno e mi prese per mano. Indietreggiò, e io lo seguii, ma in ginocchio, e con il cazzo di Kledi che ballava davanti ai miei occhi.<br />- Stenditi, con la faccia a terra e mettiti a pecorina. Facciamo qualche scatto mentre simuliamo una scopata da dietro.<br />Feci quello che Kledi mi diceva, appoggia le mani e il viso sul pavimento e puntai il culo verso l'alto. Sentii il suo arnese che sfiorava e accarezzava il buchetto del mio culone. Intanto mio marito scattava. E io desideravo che Kledi mi penetrasse per davvero, che quella non fosse solo una simulazione.<br />- Siete fantastici - disse mio marito. - Sembra che state scopando per davvero.<br />Kledi con le mani mi teneva il bacino, e con l'uccello era passato dallo sfiorarmi il buchetto del culo allo sfiorarmi la mia passera, che trovò un lago di umori. Era bagnata, e avrebbe accolto senza troppe difficoltà il suo cazzo. Con mio stupore sentii la sua cappella che cercava di penetrarmi, e subito fu risucchiata dentro. Dio mio, avevo il suo glande dentro. Cosa altro sarebbe successo? Non dovevo farmi scoprire da mio marito Vincenzo, perchè un pompino non era un problema, ma addirittura farmi fottere davanti ai suoi occhi, questo certamente non l'avrebbe accettato. Kledi con una spinta più violenta mi penetrò completamente, il suo cazzo mi entrò dentro fino ai coglioni. Serrai gli occhi e mi morsicai il labbro per il dolore, e per trattenere le urla. Kledi iniziò a spingere, dentro e fuori, dentro e fuori, intanto mio marito scattava, ma ancora non si era reso conto che quella non era una simulazione, ma mi stava davvero scopando. E non avevo mai accolto un cazzo di quelle dimensioni, e il dolore maggiore fu trattenere le mie urla. Kledi mi teneva per il bacino, e accompagnava i suoi movimenti. Il suo inguine e le sue palle sbattevano contro la mia pelle.<br />- Amore, non è che ci stai prendendo gusto? - mi chiese mio marito.<br />- Ma cosa dici, Vincenzo? - chiesi, e non riuscii più a trattenere i miei lamenti di piacere, i miei mugolii. - Non vedi che stiamo solo fingendo?<br />Intanto Kledi aveva cominciato a sbattermi con più prepotenza, e anche lui ansimava. Mio marito ci fotografava, e o non sospettava niente, oppure faceva finta di non essersene accorto, per il piacere di fotografarmi in quella posizione, con quell'uomo dietro di me, che si spingeva dentro di me, violandomi, in una squallida sauna. Era piacevole sentirlo scorrere nella mia passera, come un serpente, duro da farmi male. Chiusi gli occhi, liberai un urlo di dolore. Kledi insisteva, lo faceva uscire e poi rientrava in maniera violenta. Mentre dalla sua bocca uscivano lunghi sospiri. Mi accarezzò le spalle con una mano.<br />- Mhhh, sei il mio puledro. Montami col tuo cazzo duro, sono tua! é bellissimo! Non fermarti - dicevo.<br />- Avrei voglia di sborrarti dentro.<br />- Ehi - disse mio marito mentre scattava di continuo. - Mica te la stai scopando sul serio?<br />- Ma no amore, non vedi che stiamo soltanto simulando? - gli dissi per non insospettirlo. - Ohhh, fottimi, fottimi più forte! Sto venendo!<br />Un fiotto liquido bagnò il suo pene, ma non si fermò, mi continuò a scorrere nel ventre. Poi venne anche il suo turno, fece venire fuori il suo arnese e masturbandosi per qualche secondo il suo sperma schizzò sul mio culone, scendendo giù a metà schiena, a causa della mia pendenza. Dopotutto ero anclora chinata con il viso al pavimento e il culo all'aria. La sua sborra sembrava non finire più. Mio marito continuò a scattare, mentre io riprendevo fiato, e mentre gli schizzi di Kledi si esaurivano. La schiena era inondata del suo seme, lo sentivo scorrere, caldo, profumato. L'avrei anche ingoiato se me l'avesse chiesto, quell'uomo mi faceva impazzire. Mio marito si avvicinò con la macchina fotografica alla mia schiena, per riprendere la sborra che scorreva giù, lungo la mia schiena, mentre Kledi per ripulirsi dalle ultime gocce sfregò il glande contro il buchetto del mio culo, attaccando la sborra sui piccoli peli scuri che lo circondavano.<br />Quando ripresi fiato mi rialzai. Vincenzo ci chiese di abbracciarci, così avrebbe scattato qualche foto più romantica. Ci abbracciammo, lo baciai, lui con le mani mi accarezzò la schiena, spalmando la sua sborra su tutto il mio corpo, come una lozione. Poi scese fino al culo, me lo schiaffeggiò e mi disse in un orecchio:<br />- Mi sarebbe piaciuto scoparti anche questo bel culone grasso.<br />- Chissà, magari un giorno potrai realizzare questo tuo desiderio.<br />Indossai di nuovo il mio costume, lui il suo telo bianco. Dopo un altro bacio con tanto di lingua, uscii dalla sauna. Mio marito strinse amichevolmente la mano di Kledi, e uscì con me. Ero sporca di sperma ovunque, ma mi piaceva, aveva un bell'odore. Alcune persone che stavano alle terme se ne accorsero, e mi guardarono come una puttana. Ma io mi sentivo stupendamente. Mio marito mi prese per mano e mi disse che mi avrebbe accompagnato alle docce, ma io gli risposi che era meglio tornare a casa. Poi la doccia l'avrei fatta nel nostro appartamento. Ma la verità era che volevo sentirmi addosso ancora la sua sborra calda, il suo odore, la sua passione. Infatti ci rivestimmo, e andammo alla macchina. Ancora sentivo l'odore di Kledi sul mio corpo. Mi sentivo leggera, e avvertivo ancora le sue spinte dentro di me. Ma com'era possibile che mio marito Vincenzo non si era accorto di niente? Possibile che aveva finto di non accorgersene?<br /><br />nynfetta@tiscali.it </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-2132610423122739302010-03-25T12:30:00.000-07:002010-03-25T12:32:58.533-07:00Barbara, Una Moglie Tettona - Un Paziente Molto Arrapato<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=956"><strong>Danielaz</strong> </a><br /><br />Ho ventisette anni. Ho già avuto occasione di dire che sono assistente di un dottore. Un andrologo. Prima di scegliere questo mestiere, non sapevo quanto potesse essere imbarazzante. Spesso ai pazienti gli si indurisce, e il dottore mi sgrida, perchè dice che è colpa mia che sono troppo scollata. Io sono testarda, mi vesto come voglio. Più il boss si incazza e più faccio di testa mia. Ma a lui di certo non piace guardare le mie tette tramite le scollature pericolosissime che indosso, lui è gay. Convive con un uomo. Ma se devo essere onesta, quando lavora sembra un angelo, asessuato, senza pudore, una vera macchina. Infatti non è stato facile capire che è gay. L'ho scoperto perchè lo telefonano sempre molti uomini, con belle voci,<br />Io non controllo mai i cazzi dei pazienti. Sono lì a guardare e ad annotare, ad aiutare il dottore. Solo qualche volta il dottore mi ha chiesto di tenere sollevato il pene del paziente, mentre lui faceva altro. Ed era anche un anziano. Era tutto mollo. Ovviamente porto i guanti. Quei vecchi che ogni tanto vengono da noi, vogliono che sia io a visitarli. Una volta venne un anziano che aveva problemi con l'erezione, ovviamente, a quell'età. Bussò alla porta, e andai ad aprire.<br />- Prego, si accomodi.<br />Entrò nella stanza, io stavo firmando alcune carte che il dottore mi aveva chiesto di firmare al posto suo. Fece distendere sul lettino il signor Mario, dicendogli di sbottonarsi i pantaloni. Così fece, ma fissandomi in continuazione. Vedevo con la coda dell'occhio che mi guardava le cosce. Quel giorno portavo le calze e una minigonna, tanto corta che quasi si vedevano gli orli delle calze autoreggenti. Ad un certo punto il dottore si allontanò, per fare una telefonata. Si trattava di una telefonata lunga, perchè avevano chiamato per conto di un caso assai urgente. Cercai comunque di intrattenere in qualche modo l'anziano, che continuava a fissarmi.<br />- Che problema ha?<br />- Non riesco ad avere una buona erezione. Non so come mai. Dottoressa secondo lei?<br />- Eh, signor Mario, mi sa che deve rassegnarsi, è l'età. Comunque non voglio espormi. Dovrebbe aspettare che arriva il dottore ritorni. Arriverà tra un quarto d'ora.<br />- Ma siccome ho da fare non mi può visitare lei, intanto che arriva il dottore?<br />- Guardi, veramente non posso. Non sono competente come il dottore.<br />Continuai a leggere le carte, ma notai che a furia di guardarmi, al signor Mario stava venendo duro. Forse mi aveva raccontato una balla, era solo il pretesto per arrivare a me.<br />- Basterebbe un piccolo gesto da parte sua per farmelo ritornare come quando era giovane.<br />- Signor Mario, faccia il serio. Non vede che sto lavorando? E poi sono anche sposata.<br />Poi lo guardai, si stava accarezzando l'uccello, che aveva portato fuori dai pantaloni, e mi guardava. Ritornai ai documenti da firmare, cercando di ignorarlo, ma lui continuava col provocarmi.<br />- Ha due angurie...<br />- Grazie - risposi con un filo di voce.<br />- Certo che l'occhio ci casca. Ma dottoressa le posso chiedere una cosa?<br />- Certo.<br />- Ma il suo seno è rifatto?<br />- Ma come si permette? Forza, stia disteso e buono.<br />- Dottoressa ma come mai indossa questa bella minigonna da vera troia?<br />- Perchè, non le piace? In genere ai miei pazienti piace moltissimo. E poi come si permette di chiamarmi troia?<br />Cercai di ignorarlo, ma lui continuava con i suoi soliti commenti. Avevo quasi iniziato a non rispondergli più, ma più andava avanti con quelle provocazioni e più mi sembrava di impazzire di eccitazione. Mai nessuno mi aveva detto tutte quelle porcherie messe insieme.<br />- Dottoressa, venga, le devo dire una cosa a bassa voce.<br />- Va bene, ma facciamo presto - mi avvicinai.<br />Con la mano mi aspettava, mi invitava ad avvicinarmi. Mi avvicinai, ma per lui non era abbastanza, e mi disse di avvicinarmi ancora. Adesso era molto vicina al suo corpo, nudo dalla vita in giù. Guardavo il suo arnese duro.<br />- Non abbia paura, si abbassi verso di me, che devo dirle qualcosa a bassa voce.<br />Per la curiosità mi abbassi col busto verso di lui, ma non parlò. E subito notai che con la mano stava puntando il suo attrezzo in direzione delle mie tette, verso il mio grande scollo. Sentii la sua cappella toccarmi lì in mezzo, tra le due enormi tette. Allora mi rialzai col busto e gli schiaffeggiai il pene due volte.<br />- Lei è un maiale, signor Mario. Lei vuole queste, non è così? - gli domandai premendomi i seni, uno contro l'altro. - Non le avrà mai.<br />- Su, non faccia la schizzinosa. Tanto quel cornuto di suo marito non c'è. Si lasci andare.<br />- Comunque vedo che il suo arnese ha riacquistato virilità, è duro da far spaveno.<br />- Sa com'è, se devo essere sincero non ho nessun problema. Ero venuto qui solo per lei<br />- Solo per me?<br />- Dottoressa, sto morendo dalla voglia di avere le sue tette. Per favore, mi faccia una sega spagnola.<br />- Ma che modi! Comunque non sono una puttana.<br />Ma devo confessare che di voglia di farlo divertire un pò ne avevo molta. Tutte quelle sue parole mi avevano eccitata come una troia. Quindi mi tolsi la maglia nera scollata e le mie tette vennero fuori molleggiando, vistose, morbide. Non portavo il reggiseno, non è mia abitudine portarlo.<br />- Le farò lo stesso un controllo per vedere se è tutto a posto.<br />Mi abbassai sul suo arnese enorme, e le mie tette andarono a posarsi proprio su di lui, facendolo sparire per qualche attimo. E lo guardavo negli occhi, c'era molta depravazione nei suoi occhi. Ma cosa stavo facendo? Come mi stavo comportando? Iniziai a pensare che non era giusto quello che stavo facendo, ma intanto quella storia mi aveva intrigato e coinvolta.<br />- Succhia, succhia dai, o non lo sai succhiare?<br />- Signor Mario, lei sta abusando della mia disponibilità. Si era parlato solo di una sega spagnola.<br />- Su, si tratta solo di prendermelo appena un pò in bocca.<br />Si alzò dal lettino e mi prese per i capelli, voleva prendermi con la forza, ma io gli allontanai le braccia, non avrei mai fatto una cosa per costrizioni.<br />- Lasciami stare, maiale. Vuoi un pompino? Va bene, ma non c'è bisogno di usare la forza.<br />Mi inginocchiai. Mi puntò il glande contro le labbra, ma non lo volli prendere in bocca. Mi divincolavo con la faccia.<br />- Che c'è, non lo vuoi più?<br />Poi decisi di prenderlo in bocca. Spostai in direzione delle mie labbra il pene, baciai dolcemente il glande, dischiusi lentamente le labbra e feci sparire tutta la cappella dentro, feci roteare la lingua attorno un paio di volte, poi succhiando rumorosamente alzai la testa e feci uscire il pene dalla mia bocca. Teneva le sue mani nei miei capelli e con dei movimenti lenti mi spingeva la testa avanti e indietro, poi mi misi a leccare dal basso all’alto un paio di volte, circondai di nuovo il glande con le labbra e questa volta spinsi il pene dentro la bocca fino a metà asta. Poi presi a succhiare e a alzare la testa in alto e in basso. Lo feci venire fuori e gli sputo sopra. Ma lui lo prese con una mano e mi schiaffeggiò con il cazzo. Una cosa che non mi era mai capitata.<br />- Vieni, che adesso è il momento delle tue tettone. Il momento della sega spagnola.<br />Mi alzai, e lui si distese sul lettino. Mi inclinai sul suo cazzo e lo infilai tra le tette. Iniziai a masturbarlo con le tette premute contro il suo arnese, muovendo il seno dal basso verso l'alto. Continuavo a ondeggiare attorno al suo sesso, e lo sentivo così caldo e turgido contro di me, e mi sentivo una troia. Aumentai il ritmo della spagnola, le mie tette si arrossarono per lo sfregamento. Vedevo dal suo viso che stava per eiaculare, lo sentivo pulsare, e unì le sue mani alle mie, per stringere le tette in una tenera morsa molto forte.<br />- Dove mi vuoi sborrare? In bocca o sulle tette?<br />- In bocca, e devi anche ingoiare.<br />- Ti piacerebbe, eh? Brutto porco. Avanti, sborra adesso, tra le mie tette. Che ti è andata già fin troppo bene.<br />In quel momento dei fiotti di sperma vennero fuori, e mi imbrattarono tutto il petto, ma subito mi allontanai. Non ho un buon rapporto con la sborra. Volevo evitare che mi arrivasse anche sul viso, e il signor Mario restò a masturbarsi, guardandomi, per far uscire le ultime gocce. Aveva la bocca aperta, ero sicuramente riuscita a farlo godere, ma adesso dovevo mandarlo via. Quindi mi pulii con della carta e indossai di nuovo la maglia, e dissi a lui di rivestirsi subito e andare via.<br />- Ma si ricordi, questa è stata la prima e l'ultima volta. Non si azzardi più a chiedermelo.<br />- E non vuole farmi provare anche questo suo bel culone? - mi chiese alzandosi e palpandomi il sedere. Gli diedi uno schiaffo sulla mano.<br />- Ma è pazzo? Vada via, non la voglio più vedere. Non sono una puttana.<br />- Ma ne ha tutto l'aspetto - disse rivestendosi e ridendo. Poi uscì.<br />Se ripenso al fatto che gli presi addirittura l'uccello in bocca mi sento male. Ma cosa mi era preso? Per fortuna, fu l'unica volta che concessi il mio corpo ad un paziente. Nei mesi successivi mi trattenni alle continue provocazioni di altri, che anche loro morivano dalla voglia di esplorarmi le tette. E cercai di indossare vestiti meno scollati, perchè capii che quella volta avevo proprio esagerato.<br /><br />nynfetta@tiscali.it </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-50029282079944163422010-03-25T10:48:00.000-07:002010-03-25T10:52:52.380-07:00Barbara, Una Moglie Tettona - Il Servizio Fotografico<div align="justify"><br /><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=956"><strong>Danielaz</strong> </a><br /><br /><em>(Si ringrazia l'autrice per la gentile concessione a pubblicare il racconto che segue, originariamente apparso su I Racconti Di Milù)</em><br /><br />Mi chiamo Barbara, di mestiere sono assistente di un andrologo. Ma di questo poi ne parlerò. Sono sposata da un anno, per il momento non abbiamo figli. Lui si chiama Vincenzo, per il momento stiamo bene da soli, anche perchè abbiamo trovato un hobby da condividere in comune: la fotografia. In realtà è una passione che lui ha da sempre, ma dopo il matrimonio abbiamo cercato di svilupparla meglio. E l'obiettivo delle sue foto sono esclusivamente io. Poso per i suoi scatti, questo alimenta molto la vita di coppia. Ma si tratta sempre di scatti abbastanza innocenti, ci siamo spinti al massimo a scatti in costume da bagno, o magari in lingerie, ma nella maggior parte delle sue foto indosso vestiti scollati e minigonne. Non mi reputo una bella donna, non credo di esserlo. Ma i suoi scatti, mi fanno sembrare irresistibile. Anche perchè Vincenzo fa di tutto per mettere bene in mostra il mio seno, perchè porto una bella sesta. E sono grassoccia al punto giusto, con i capelli castani, come gli occhi. Solo una volta è capitato che Enzo mi chiedesse di posare in maniera "diversa". Aveva incontrato un vecchio amico delle scuole, e a quanto pare ebbe un'idea piuttosto particolare. Ne discutemmo un pomeriggio, dopo pranzo. Stavamo seduti a tavola, a fumare la sigaretta post-pranzo.<br />- Sai, ho incontrato un amico delle scuole - mi disse. - Josè. Un ragazzo Etiope, ha la nostra età. Abbiamo parlato a lungo, non lo vedevo da molto tempoù. Poi non so per quale motivo gli ho chiesto di posare con te, per alcuni dei miei scatti.<br />- Va bene, Enzo - risposi. - Non ci trovo nulla di strano.<br />- In realtà gli ho detto che avreste posato nudi.<br />- Che novità è questa? Dovrei farmi fotografare nuda insieme ad un uomo che neanche conosco?<br />- Ma Barbara, si tratta di scatti innocenti. Mica dovete fare l'amore? Dovete solo abbracciarvi, accarezzarvi, come nelle pubblicità della Benetton.<br />- Beh, se si tratta solo di questo...<br />Diventai rossa di vergogna, solo pensandoci. Ma d'altronde non mi andava di rifiutare, si trattava solo di qualche innocente abbraccio. Il giorno dopo Enzo mi portò con sè, aveva prenotato una camera d'albergo, specificando però alla direzione che serviva per un servizio fotografico, e che quindi bisognava portare via ogni cosa, il letto, il comodino, l'armadio. La stanza infatti era completamente spoglia, ed era molto spaziosa. Josì ancora non c'era, e Enzo iniziò a posizionare le luci e tutto il necessario.<br />- Ora puoi spogliarti, amore.<br />Mi sfilai la gonna e la maglia a maniche lunghe, poggiando tutto su una sedia. Restai con le mutandine e il reggiseno, intenzionata a non toglierli per nessuna ragione. Arrivò finalmente Josè.<br />- Ciao Enzo.<br />- Ciao Josè. Lei è Barbara, mia moglie.<br />- Ehi, che belle tettone che hai - mi disse palpandomelke, istintivamente lo colpiii con uno schiaffo, ma leggero.<br />- Giù le mani. Ma cosa hai capito?<br />- Su, non fare la schizzinosa. Volevo iniziare a fare conoscenza con il tuo corpo.<br />Josè si sfilò la maglia, aveva un corpo ben scolpito. Poi si abbassò i pantaloni, e venne fuori molleggiando il suo cazzo già dritto.<br />- Digli di stare calmo al tuo arnese, perchè non siamo qui per girare un porno.<br />- Sei un pò nervosetta? - mi chiese, e mi si avvicinò, masturbandosi delicatamente. Tentò di baciarmi, ma io mi scansai, tirando indietro il viso.<br />- Josè, Barbara ha ragione. Forse hai capito male, non sono fotografie porno.<br />- Io in realtà pensavo che dovessi scoparmela, ma mi adeguerò, anche se non so se riuscirò a tenere a freno il mio uccellone.<br />Effettivamente aveva un cazzo spaventoso. Non ne avevo mai visto uno di quelle dimensioni, e non facevo altro che guardarlo.<br />- Adesso puoi spogliarti del tutto - mi disse Enzo, che stava mettendo il rullino alla macchina.<br />- Non vorrai mica che il tuo amico mi sbavi sulle tette?<br />- Barbara, se non lo fai le fotografie in questo modo non hanno senso.<br />Quindi decisi di collaborare, così non avremmo perso altro tempo. Mi feci scivolare ai piedi le mutandine nere, avevo un pò di vergogna, perchè Josè non faceva altro che guardarmi la passera pelosa. Poi mi slacciai il reggiseno, e le tette si liberarono con un balzo molleggiato.<br />- Che splendore - disse Josè, riferito alle mie tette. - Vorrei infilarci il cazzo lì in mezzo, però avrei paura di perderlo.<br />- Contieniti. Sei troppo arrapato - gli dissi.<br />Enzo ci diede il via, ci abbracciammo. Aveva iniziato a scattare. Guardavamo entrambi verso di lui, ma senza sorridere. Eravamo seri. E inoltre sentivo il suo cazzo eretto contro il mio inguine. Era enorme, mi eccitava anche se non volevo dimostrarlo. Ma mi stavo iniziando a bagnare. Le mie tette erano schiacciate contro il suo petto, la mia pelle bianca contro la sua pelle scura. Poi senza farsene accorgere, Josè spostò il suo arnese, verso l'interno delle mie cosce. Sentivo premere il glande contro la mia passera.<br />- Ehi, stai attento a dove la metti questa proboscide.<br />Poi cambiammo posizione, ci mettemmo di traverso alla macchina fotografica, e Josè stava alle mie spalle e mi abbracciava da dietro, coprendomi i capezzoli con le mani. La cappelle del suo cazzo premeva contro il buchetto del mio culone.<br />- Vacci piano, vuoi incularmi per caso?<br />- Sarebbe una bella esperienza, non trovi? Ti sodomizzerei con piacere qui, davanti a quel cornutone di tuo marito - mi disse con un filo di voce, per non farsi ascoltare da Enzo. E infatti non riuscì a sentire nulla. E io non seppi come rispondergli, perchè mi sentii violata. Ma in parte mi piaceva.<br />- Non permetterti più di dirlo, sennò ti arriva un altro schiaffo - gli dissi. Enzo scattò altre quattro fotografie.<br />- Mi farei schiaffeggiare da queste - mi disse premendo le mie tette, una contro l'altra.<br />Mi girai verso di lui, lo guardai negli occhi in modo severo. Gli presi in mano il cazzo e lo strinsi, ma non molto forte. Non gli feci del male, infatti sorrideva.<br />- Potrei stringertelo talmente forte da schiacciartelo - la mia mano non riusciva a chiudersi del tutto intorno al suo arnese, aveva un diametro che non aveva mai visto prima di quel momento.<br />- Amore, dagli qualche bacetto sul collo. Vi voglio vedere con più passione.<br />- Si, avanti, dammi qualche bacetto. Magari anche sul glande.<br />- Te lo scordi - gli dissi.<br />Avvicinai le labbra al suo collo. Lo baciai, a timbro. E continuavo a tenergli il cazzo in mano. Enzo scattava le fotografie. Poi Josè spostò il viso, e mi baciò sulle labbra. Cercai di divincolarmi, ma la sua mano raggiunse il mio culone, poi la mia passera bagnata, e fui sua. Avrebbe potuto farmi quello che voleva. Mi accarezzava la passera in maniera delicata, e credo che Enzo non se ne fosse accorto. Oppure faceva finta di niente. Allora aprii la bocca, e gli diedi anche la lingua. Ci baciammo per alcuni minuti, e la mia mano aveva cominciato d'istinto a masturbare Josè, delicatamente. Mi venne voglia di prenderglielo in bocca, ma non so la reazione di Enzo quale fosse stata.<br />Enzo aveva preparato anche un telo bianco, steso per terra. Voleva scattare qualche foto di noi due distesi teneramente sul telo. Quindi tenendolo Josè per il pene, lo portai verso il telo. Mi sdraiai, a pancia sotto, e Josè mi si mise sopra, si teneva sollevato con le braccia, e il cazzo diretto verso il mio culo. E lo sfregava contro il buchetto, impaziente di entrare.<br />- Così è perfetto ragazzi - disse Enzo, che scattava in continuazione. I flash illuminavano la stanza.<br />Poi Josè mi si mise di fianco, con l'arnese che si divincolava tra le mie cosce come un serpente. Glielo presi in mano e lo masturbai, con decisione. Era durissimo. Intanto con le labbra mi baciava le spalle, e con una mano mi accarezzava il culo. Poi sentii il suo medio penetrarmi nel buchetto, con un sussulto mi ci scostai, ma poi lo lascia fare. Mi penetrava con foga, mi faceva un gran male.<br />- Basta Josè, mi stai spaccando il culo - gli dissi. Mi misi a sedere. - Enzo, il tuo amico è molto arrapato.<br />- A quanto vedo anche tu - mi rispose mio marito. Si riferiva al fatto che tenevo nella mano il cazzo di Josè.<br />Quindi lo lasciai. Decidemmo di cambiare posizione, Josè si alzò, e in qualche attimo mi trovai il suo glande rosa puntato sulla faccia. L'avrei preso volentieri in bocca, era molto invitante, ma mi preoccupavo di quello che avrebbe detto Enzo.<br />- Dai, solo qualche bacetto. Non ti chiedo altro - mi disse Josè prendendo in mano l'asta e puntandomi il glande turgido sulle labbra. Lo fece sfregare contro, aspettandosi che l'avrei preso in bocca, ma non lo feci. Ma comunque non mi feci indietro.<br />- Amore, dagli qualche bacetto. Si tratta solo di baciarlo un pò. Non ti dico di prenderlo in bocca - mi disse Enzo.<br />Se era questo che voleva... baciai il glande, ma in maniera innocente. Dopo qualche scatto, però, infilai in bocca la cappella, gustandola con la lingua. Non avevo mai fatto un pompino, neanche a mio marito. Ma mi piacque subito. Ma non riuscii a infilare anche l'asta, talmente era grosso l'arnese di Josè. Muovevo la lingua con movimenti lenti, che lo coprivano di saliva densa, e lo lucidava. Lo guardai in viso, Josè mi guardava dall'alto sorridendo, mi guardava come una puttana, con sdegno, quasi. Stringevo le labbra, e lasciai che scivolasse fuori, per poi scivolare di nuovo dentro. Le mie guance si incavavano mentre succhiavo. Guardai Enzo, mi guardava e fotografava. Non sembrava dargli alcun fastidio. Per questo provai un pò di rabbia, ma allo stesso tempo piacere. L'avrei divorato quell'enorme arnese, e i miei denti scorrevano sul suo cazzo, rigandolo piano.<br />- Brava mogliettina, come sbocchini bene - mi disse Josè. - Andiamo, che poi alla fine c'è una bella sorpresa per te. Dove vuoi che te la dia, sulle tette? Sulla faccia?<br />Non gli risposi. Ero troppo impegnata a gustarmi quel momento. Lo trattenni un attimo in bocca e poi lo lasciai uscire lentamente. Mi spostai i capelli dal viso sulle spalle, per lasciarmi fotografare meglio, e prima di riprenderlo in bocca lo masturbai prima. Ma Josè con un grido di piacere mi inondò di sperma. Lasciai il suo cazzo e cercai di spostarmi, ma i fiotti di sborra comunque arrivarono sulle mie tette, uno sul braccio, e anche sui capelli.<br />- Che sborrata! - urlò masturbandosi delicatamente per far venir fuori le ultime gocce.<br />- Guarda cosa hai combinato! Sono tutta sporca - ero disgustata dai fiotti di sperma che avevo sul corpo. Un rivolo mi colò dal seno, fininendo su un capezzolo. Non avevo neanche il coraggio di togliermelo con le mani, quindi lo lascia lì. - Beh, direi che per oggi basta, non credi Enzo?<br />- Certo amore. Grazie Josè.<br />- Grazie a te Vicenzo. Anzi, mi farebbe piacere ripetere questa esperienza - mi puntò di nuovo il glande sulle labbra, voleva che gli leccassi via le ultime gocce di sperma. Ma io lo allontanai con una mano.<br />- Vai via con questo arnese. Che credi, che ti ripulisca lo sperma con la lingua?<br />Finalmente tornammo a casa, dove mi feci una doccia, prima di andare a letto, e continuare la mia solita vita lavorativa. Sarebbe tornato tutto normale tra me ed Enzo? Credo di sì. Ma c'è da dire che questa situazione non la dimenticherò tanto facilmente.<br /><br />Per commenti o saluti: nynfetta@tiscali.it </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-61557551145413819632010-03-24T14:15:00.001-07:002010-03-24T14:17:15.463-07:00Le Voglie Nascoste Di Ilenia - A Scuola<br /><div align="justify"><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234"><strong>Matteo</strong></a></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"><br />Sono trascorsi dieci mesi dagli episodi narrati nel capitolo precedente.<br />Ilenia si è sposata con Alberto, nonostante i ripetuti tentativi di Daniele di convincerla a seguire il suo cuore piuttosto che farsi sopraffare dal triste destino nel vortice del quale si era lasciata trasportare anni fa, quando ancora non aveva fiducia nei suoi mezzi.<br />Daniele aveva anche fatto da testimone ad Alberto, il quale era totalmente ignaro della relazione amorosa che esisteva da mesi tra la sua fidanzata Ilenia e il suo miglior amico Daniele. Dopo il matrimonio, Ilenia aveva deciso di non incontrare più Daniele privatamente, ma di dedicarsi anima e corpo al proprio marito. Daniele aveva sofferto molto per questa decisione. Non poteva sopportare l’idea che non avrebbe più potuto sfiorare quel corpo così perfetto creato da Madre Natura, che neanche Botticelli avrebbe saputo come migliorare con il suo pennello. Così, per dimenticare la bella Ilenia, aveva deciso di cercare lavoro nella fredda Scozia, dove forse il suo animo bollente avrebbe trovato un po’ di pace.<br />Nonostante tutto fosse scaturito da una sua scelta, Ilenia si sentiva triste, sola e sconsolata. L’amore tedioso che Alberto le offriva non le bastava a soddisfare le sue voglie libidinose. Pensava spesso a Daniele, alla forza con la quale era solito prenderla, alla tenerezza dei suoi baci, al fascino del suo sguardo. Perché non aveva avuto la forza di lottare? Perché non era riuscita a mandare al diavolo il suo passato e a cominciare una vita nuova? Ormai però era troppo tardi…<br /><br />Sono trascorsi dieci mesi dagli episodi narrati nel capitolo precedente.<br />Ilenia lavora in un liceo scientifico come supplente di italiano e latino. E’ la seconda volta che le capita l’opportunità di insegnare, ma ancora non si sente in grado di affrontare da sola una classe di ragazzi scalmanati che hanno solo voglia di divertirsi.<br />In particolare, è presa dal panico ogni qualvolta deve insegnare in una quinta, composta per la maggior parte da ragazzi ribelli e con problemi familiari. La classe è così irrequieta che è temuta anche dai colleghi più esperti, i quali diverse volte sono dovuti ricorrere a metodi drastici per riportare un po’ di tranquillità durante le lezioni.<br />Già il suo primo giorno di servizio gli altri insegnanti l’avevano avvertita che non sarebbe stato facile per lei. “Mandali dal preside o sospendili se necessario, fatti rispettare fin dall’inizio!”, le aveva consigliato una collega. “E stai attenta soprattutto a S****!” Appena varcata la porta, Ilenia era stata accolta da un silenzio gelido, interrotto solo dalle risatine di alcune ragazze. Gli studenti maschi, invece, dopo averla osservata, si erano lanciati sguardi complici, commentando con tono di voce quasi impercettibile la bella presenza della supplente. Ilenia aveva fatto l’appello e, quando aveva chiamato il nome “S**** Giorgio”, si era sentita rispondere con un educato “presente” dal fondo della classe. Aveva così identificato il famigerato alunno<br />che incuteva tanta apprensione nei suoi colleghi.<br />La prima lezione era filata via abbastanza liscia. Ilenia non aveva mai alzato il tono di voce, dato che la classe era stata abbastanza rispettosa nei suoi riguardi. Così era tornata a casa felice e soddisfatta. Ma era stata solo un’illusione. Il giorno seguente, infatti, mentre Ilenia spiegava le opere di Foscolo, gli studenti la costringevano ripetutamente a sollevare la voce o a battere la mano sulla cattedra per riportare un po’ di silenzio. Dopo venti minuti di torture, a seguito delle quali Ilenia stava per decidersi finalmente a mettere una nota sul registro all’intera classe, la voce di uno studente si impose sul brusio generale: “Volete fare silenzio? Sto cercando di ascoltare!”<br />Era S****. “Da quando sei diventato un secchione, S****?”, gli rispose un altro collega sogghignando. “Stai zitto, idiota! Fammi seguire una volta tanto che si parla di argomenti interessanti!”, replicò S****. Grazie a quello studente, Ilenia poté proseguire la lezione con tranquillità.<br /><br />“Per me almeno metà della classe deve essere sospesa!” “Anch’io sono del tuo parere, Guido! Sono troppo maleducati, non riesco ad andare avanti col programma a causa del rumore che fanno quotidianamente!” “E tu che sei nuova, cosa ne pensi?”<br />Ilenia è al suo primo consiglio di classe, nel quale si discute la situazione della quinta. “Ehm…non so…durante le mie lezioni sono abbastanza tranquilli…”<br />“E’ vero, lo posso confermare”, dice un altro professore. “Quando lei insegna nella quinta e io sono nella classe contigua, non odo alcun rumore provenire dalla stanza accanto.”<br />“Ma come ci sei riuscita? Qual è il tuo segreto?”, le chiede sorpresa l’insegnante di matematica, una vecchia zitella nota per la sua crudeltà verso gli studenti irrispettosi.<br />“Non so…sembra che siano interessati alla letteratura…”, dice Ilenia, quasi sospirando.<br />In realtà Ilenia sa bene per quale motivo gli studenti non fanno chiasso durante le sue lezioni. Tutto è merito di S**** che, nonostante sia odiato da tutti gli insegnanti, con lei si comporta in maniera davvero pregevole: non solo è il primo a fare silenzio durante le sue spiegazioni, ma è anche colui che riporta la calma quando qualche suo compagno si azzarda a disturbarla.<br /><br />Con l’intento di ringraziarlo, Ilenia decide di aspettarlo il giorno dopo al parcheggio dei motorini. Dopo cinque minuti di attesa, lo vede avvicinarsi seguito da una bionda molto carina, seppur pesantemente truccata in viso.<br />“Giorgio, ti posso parlare un istante?”, esordisce Ilenia.<br />“Certo professoressa. Ci sentiamo dopo Chiara!”, dice S****, liquidando la ragazza con un bacetto. Ilenia non può non notare lo sguardo torvo che le rivolge la bionda.<br />“Giorgio, ti voglio ringraziare per…ehm…il sostegno che mi dai. Senza di te onestamente non saprei come controllare la classe!”, confessa Ilenia.<br />“Non si preoccupi professoressa, lo faccio con piacere!”, risponde S****.<br />“C’è un’altra cosa che vorrei dirti. Non capisco come mai ti fai odiare dagli altri professori. Sei un ragazzo educato, gentile, e anche intelligente! Scrivi dei bei temi, decisamente migliori di quelli dei tuoi compagni! E se ti mettessi a studiare di più, prenderesti ottimi voti anche in latino! Perché non ti dai da fare anche nelle altre materie?”<br />“Perché con gli altri professori è diverso…”<br />“In che senso?”<br />“Perché gli altri insegnanti sono “distaccati” da noi studenti. Si sentono superiori e non ci rispettano. Lei invece è diversa, forse perché è così giovane...ci capisce, e ci chiama anche per nome.”<br />“Suvvia Giorgio, perché non provi a essere più cortese anche con gli altri insegnanti?”<br />“Perché sono gentile solo con le belle donne come lei! A domani professoressa!”. Strizzandole l’occhio, S**** si accomiata.<br />Ilenia rimane di sasso. Quel complimento l’ha proprio spiazzata. Si sente rossa in faccia, come un’adolescente invaghita del bullo della scuola dopo che questo l’ha baciata. In effetti, S**** rappresenta quel modello di ragazzo che le piaceva quando anche lei frequentava le scuole superiori.<br />Solo ora Ilenia si accorge che il suo studente è davvero un bel ragazzo.<br />Alto, biondo, con gli occhi chiari e il fisico asciutto, vestito alla moda anche se non in modo convenzionale. ‘E poi è sempre circondato da belle ragazze’, pensa. Poi però scaccia quell’idea dalla mente. ‘Che sciocca che sono, è un mio studente! Su cosa so fantasticando?’ Ma quel ragazzo così sicuro di sé le riporta alla mente la sua adolescenza, quando ancora era un brutto anatroccolo in attesa di diventare quello splendido cigno che è ora.<br />Ilenia si dirige confusa e tremante alla macchina, decisa a non lasciarsi travolgere da emozioni infantili.<br /><br />La mattina seguente, mentre la classe è concentrata a svolgere il compito dal titolo “Cosa rappresenta per voi il Romanticismo ottocentesco e che risvolti può avere nella società odierna?”, Ilenia è seduta dietro alla cattedra e pensa a Daniele, accorgendosi di quanto le manchi.<br />Poi le balza in mente che S**** gli assomiglia parecchio, tanto da sembrare il fratello minore. ‘Chissà se a letto è altrettanto focoso…’, riflette. Poi sorride. Poi si rimprovera per quella fantasia.<br />Dopo aver raccolto i temi al termine delle due ore, si ritira in sala professori e inizia a correggerli. Il primo che le capita tra le mani è proprio il compito di S****, che è stato l’ultimo a consegnarlo.<br />Già dopo le prime righe, il cuore le inizia a battere forte. Seppur scritto in una forma grammaticalmente pulita e stilisticamente originale, quel tema le sembra più una dichiarazione d’amore che un compito in classe. Lo studente, infatti, oltre a individuare nell’amore e nella passione le uniche vie di salvezza alla corruzione della società, descrive in dettaglio i suoi sentimenti verso una donna che gli ha cambiato la vita, che gli ha dato fiducia e voglia di migliorarsi. Leggendo quelle righe, a Ilenia pare chiaro come la luce del sole che quella donna è lei. Con la mente un po’ offuscata, continua a leggere. Lo studente cerca di dimostrare la propria asserzione usando come esempio il proprio caso personale. Dice che, prima che questa donna entrasse nella sua vita, era solo uno studente ribelle, senza alcun obiettivo da raggiungere. Mentre ora ha capito che anche solo un suo bacio darebbe significato alla sua esistenza.<br />Al termine della lettura, Ilenia è scioccata. Certo, il tema è ben fatto e merita un buon voto. Ma quella confessione così esplicita la mette in agitazione.<br />Rimane seduta a pensare fin quando si accorge che manca una decina di minuti alla fine dell’ultima ora. Quindi, Ilenia raccoglie tutto il materiale scolastico nella cartella e si dirige verso l’uscita. Ma nel corridoio si trova di fronte S****.<br />“Le è piaciuto il tema professoressa?”, le chiede lo studente.<br />“Ehm…in verità non l’ho ancora letto…”, risponde Ilenia titubante. “E poi tu che ci fai qua? Non dovresti essere ancora in classe?”<br />“Ho saltato la lezione di inglese, tanto sono già stato interrogato. Comunque secondo me lei il compito l’ha letto e ha capito subito a chi mi riferivo!”<br />Di fronte a tanta arroganza, che ancora non aveva riscontrato nel carattere dello studente, Ilenia rimane per un attimo perplessa, poi confessa: “Si, l’ho letto. Ma non so a chi ti riferissi!”<br />“E invece lo sa bene! Sa che parlavo di lei, e sa quello che provo nei suoi confronti!”<br />“Dai Giorgio, chiudiamola qua, non sono argomenti di cui discutere con una tua insegnante!”<br />“Ma professoressa, io la amo! L’ho amata dalla prima volta che è entrata in classe! Ed è grazie a lei se sto cercando di cambiare! Lo faccio solo per piacerle di più, cosa crede?”<br />“Ne sono onorata Giorgio…Ora però devo andare…”<br />Ilenia fa qualche passo, poi però sente sul braccio la pressione della mano forte di S**** che la trattiene.<br />“Che fai? Lasciami ora!”, gli ordina a voce alta. Ma lo studente non molla la presa.<br />“Venga un attimo con me, solo un attimo…” Ilenia si fa trascinare dallo studente nel laboratorio di chimica, in quel momento buio e vuoto. S**** allora accende la luce di una lampada da tavolo e la osserva, sorridendo.<br />“Senti, mettiamo fine a questa faccenda!”, dice Ilenia, con coraggio. “Non mi va che ci trovino qua da soli, chissà cosa potrebbero pensare!”<br />“E cosa potrebbero pensare professoressa?”, domanda S****, quasi divertito da quella situazione.<br />“Lo sai cosa potrebbero pensare! Se ne sentono tante di questi tempi…”<br />“Ma io sono maggiorenne, non avrebbe niente da temere con me!”<br />“Ma come ti permetti? Credi forse che vorrei fare qualcosa con te?”<br />“Mi piace quando si arrabbia…”. Così dicendo, S**** afferra Ilenia per i fianchi e la bacia con passione. Ilenia rimane piacevolmente impressionata da quel bacio così passionale, che involontariamente ricambia con altrettanta passionalità.<br />Sentendosi autorizzato a osare di più, S**** le sbottona la camicetta e gliela tira fuori dalla gonna.<br />“Che bel seno che hai!”, esclama lo studente estasiato di fronte a quel ben di dio, dandole per la prima volta del tu. Poi si fionda su quelle morbide tette, le libera dal reggiseno e gliele lecca voracemente. Ilenia sospira, reclinando la testa. Poi gli accarezza i capelli biondi irrigiditi dal gel. Le sembrano quelli di Daniele. “Continua, mi fai impazzire!”, esclama Ilenia.<br />Il ragazzo le succhia i capezzoli e glieli stringe con forza. Poi le prende la mano e gliela porta sul pacco, ormai gonfio dall’eccitazione. Ilenia lo masturba da fuori, poi gli abbassa la zip e tira fuori un uccello di dimensioni considerevoli. La voglia di metterlo in bocca è grande…ma prima vuole godere lei. “Voglio che mi fotti! E fai in fretta, potrebbe venire qualcuno!”, dice Ilenia, ormai senza alcun freno inibitore.<br />Il ragazzo allora le solleva la gonna fino alla vita, poi le strappa di dosso le mutandine quasi trasparenti, che si lacerano facilmente tra le sue dita.<br />“Che spettacolo!”, dice guardandola tra le cosce. Ilenia allora si siede sul tavolo del laboratorio e solleva le gambe, dando la possibilità a S**** di apprezzare meglio la bellezza della sua passerina rosa, depilata il giorno prima. “Ho voglia di leccartela!”, dice lui. Ma Ilenia lo redarguisce: “No, scopami ora, non abbiamo tanto tempo!”<br />Lo studente non se lo fa ripetere per una terza volta, anche se quell’aria da assatanata lo eccita. Si massaggia il cazzo per un paio di secondi, poi glielo infila dentro la figa, portando subito Ilenia al settimo cielo. “Ahhh, da quanto non prendevo un cazzo così bello…Fottimi Giorgio, fammi vedere se è vero quello che hai scritto nel tema!”<br />“Ohhh, si prof! Come è calda la tua figa! Ed è così umida!” I colpi forti che S**** le dà fanno salire il livello ormonale in Ilenia, che stringe il corpo del ragazzo a sé con le gambe. Lo studente la scopa in quella posizione per cinque minuti, con un’intensità via via crescente. Nonostante la buona esperienza acquisita con le coetanee, non riesce a trattenersi di più, a causa della forte eccitazione del momento, mai provata sino a quel giorno. Urlando di piacere, le riempie le viscere di una quantità immensa di liquido caldo. Sentendo quei fiotti investirle le pareti interne, Ilenia gode come una maiala.<br />“Bravo! BRAVO! Vengooo!”<br />S**** osserva l’espressione deformata dall’orgasmo del bel viso di Ilenia, sorridendo felice. Poi la bacia con dolcezza.<br />“Grazie Giorgio! Ora però dobbiamo andare…”<br />Stando attenti a non essere scoperti, la professoressa e lo studente si allontanano dal laboratorio in tempi diversi. Quando Ilenia varca la porta di ingresso dello stabile, suona la campanella che indica la fine delle lezioni.</div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-5904148822124834582010-03-24T14:08:00.000-07:002010-03-24T14:10:22.052-07:00Le Voglie Nascoste Di Ilenia - Regalo Di Compleanno<BR /><div align="justify"><strong>AUTORE: <a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234">Matteo </a><br /></strong><br />Ilenia fissava il piatto ancora pieno con aria inappetente, muovendo distrattamente il cibo con la forchetta.<br />"Che hai Ilenia? Ti senti male?", le chiese la madre di Alberto, che aveva invitato a pranzo la futura nuora per festeggiare il compleanno del figlio.<br />"Non ti piacciono le melanzane alla parmigiana?"<br />"No signora, tutt´altro, sono buonissime!", rispose Ilenia imbarazzata. "Ero solo un po´ sovrappensiero".<br />"Non preoccuparti mamma!", intervenne Alberto. "Ilenia è soltanto un po´ in tensione visto che l´hanno chiamata da poco per fare la prima supplenza della sua carriera di insegnante!"<br />"Davvero? Complimenti Ilenia!", esclamò la madre di Alberto, raggiante. "Finalmente potrai iniziare a lavorare!"<br />"Grazie signora."<br />"Allora oggi abbiamo un ulteriore motivo per festeggiare. A Ilenia ed Alberto!", disse il padre di Alberto, sollevando il bicchiere colmo di vino rosso.<br />"Evviva!", fece in coro il resto della famiglia.<br />Ilenia sorrise. `Devo tener ancora duro per un paio d´ore!´, pensò.<br /><br />Ilenia non amava i pranzi a casa di Alberto. Non perché i familiari del fidanzato non fossero gentili con lei. Anzi, tutti le volevano bene. Dopotutto, come si poteva non amare una ragazza così carina e cortese? Inoltre, la famiglia di Alberto era abbastanza unita e composta da persone socievoli, colte e "alla mano".<br />Ma era il pensiero che avrebbe dovuto prender parte a centinaia di pranzi simili in futuro a tormentarla. I pranzi in famiglia le ricordavano infatti che presto avrebbe sposato Alberto e avrebbe vissuto con lui per il resto della sua vita. Ilenia gli voleva bene, perché Alberto la amava, la rispettava e le infondeva sicurezza in un certo senso. Ma sfortunatamente lei non ricambiava il suo amore.<br />Osservava con tristezza l´anello con diamante che portava al dito. Quando Alberto le aveva chiesto di sposarlo, non aveva avuto la prontezza necessaria per procrastinare la risposta. Così dalle sue labbra era uscito un "si" flebile, quasi involontario. Ma cosa poteva desiderare di meglio in quel periodo? Chi avrebbe accettato di sposare una ragazza bella ma frigida?<br />Purtroppo Ilenia ancora non si conosceva bene. Solo recentemente aveva scoperto quando fosse passionale in realtà. E soprattutto aveva scoperto che anche Daniele, oggetto dei suoi sogni erotici, la amava.<br />Ma ormai era troppo tardi. La sua posizione era davvero delicata e instabile. Non voleva sconvolgere la vita di Alberto e di Daniele. Avrebbe invece preferito rinunciare alla sua felicità.<br /><br />Al termine del pranzo, i due fidanzati si ritirarono nella camera di Alberto. Ilenia ebbe così modo di dargli il regalo di compleanno, un telefonino nuovo dalle mille funzionalità. Alberto la ringraziò visibilmente contento, baciandola sulle labbra.<br />Poi si fece improvvisamente serio.<br />"Ilenia, ho apprezzato molto il tuo regalo, ma vorrei che me ne facessi un altro."<br />Ilenia iniziò a capire dove voleva parare Alberto.<br />"Ormai ho trentun anni. Siamo insieme da più di dieci anni, ma non mi hai mai concesso di fare l´amore con te."<br />"Alberto, sai che voglio arrivare al matrimonio illibata", ribatté Ilenia, che ormai aveva usato quella scusa troppe volte per frenare il fidanzato senza combattere verbalmente.<br />"Lo so, e io rispetto la tua decisione. Però voglio che mi dimostri che mi ami davvero."<br />Nel pronunciare queste ultime parole si alzò, sganciandosi il cinto. Ilenia pensò che Alberto volesse almeno una sega, che già altre volte gli aveva concesso per ammorbidirlo.<br />Alberto si abbassò i pantaloni di velluto e le mutande, mettendole di fronte alla bocca un membro già eretto, lungo e sottile come il suo fisico.<br />"Succhiamelo Ilenia. Fammi vedere che ti piaccio."<br />"Ma Alberto...potrebbe entrare qualcuno..."<br />"Non preoccuparti, ho chiuso la porta a chiave non appena siamo entrati. Dai Ile, fammi godere con la tua boccuccia."<br />Ilenia, che qualche giorno prima non aveva resistito a prendere in bocca il cazzo di Daniele, ora si sentiva bloccata. Si accorgeva che non era per niente eccitata. Ma non poteva rifiutarsi. Prese il membro duro di Alberto in mano e lo accarezzò. Poi si decise a baciarlo sulla punta, accorgendosi che odorava ancora di bagnoschiuma. Scappellandolo delicatamente con due dita, lo leccò in punta, facendo fremere Alberto.<br />"Mmh...brava...continua così..."<br />Ilenia iniziò a succhiarglielo, ma senza passione. Per farlo venire più velocemente, lo masturbava con una mano. Ogni tanto lo guardava, e si accorgeva che Alberto teneva gli occhi chiusi e la testa sollevata.<br />Continuò a pomparlo ancora per qualche minuto, fin quando Alberto si irrigidì e le venne dentro la bocca, ansimando come un porco.<br />"Ohhh...che bello...è il più bel regalo che mi abbia mai fatto..."<br />Ilenia prese un pacchetto di fazzoletti, lo aprì e ne tirò fuori due, uno per sputarvi dentro lo sperma di Alberto e un altro per pulirgli l´uccello sporco.<br />"Grazie amore!", esclamò soddisfatto Alberto che, dopo essersi risollevato i pantaloni, uscì dalla stanza, probabilmente diretto al bagno.<br />Ilenia si mise a masticare una chewing gum alla menta per togliersi dal palato quel sapore acre, troppo pungente rispetto a quello di Daniele. Poi accese la televisione e si sdraiò sul letto, assopendosi qualche secondo dopo.<br /><br />La sera arrivò in fretta. Dopo aver salutato e ringraziato la famiglia di Alberto, Ilenia tornò a casa. Salì in macchina e accese il cellulare, che si mise a squillare diverse volte, come impazzito. Erano arrivati almeno dieci messaggi contemporaneamente. `Ti ho pensato tutto il giorno´, `Ho bisogno di vederti´, `Perché mi ignori?´, facevano alcuni di questi. E tutti erano stati mandati da Daniele.<br />Ilenia aveva immaginato che Daniele l´avrebbe contattata. Per questo aveva tenuto il cellulare nella borsetta, spento. Già da diversi giorni si scambiavano sms, coi quali Daniele si prodigava di complimenti e di inviti, mentre Ilenia cercava di rimanere fredda.<br />Tuttavia, stavolta Ilenia venne assalita da un fremito. Anche lei voleva vedere Daniele, gettarsi tra le sue braccia e sentire il calore del suo corpo. Rimase in macchina a riflettere per qualche minuto, dubbiosa sul da farsi. Era il compleanno di Alberto, come poteva tradirlo nuovamente con il suo migliore amico? Ma lei lo aveva accontentato, lo aveva fatto godere nella sua bocca! Si poteva sentire autorizzata a mettergli le corna? Chiaramente no. Ma, tra il dovere e il piacere, fu quest´ultimo a prendere il sopravvento.<br />Ilenia compose un messaggio, che indirizzò a Daniele: `Dove sei ora?´<br />La risposta giunse dopo qualche secondo. `Sono a casa mia, solo. Ti va di passare per una chiacchierata?´<br />Ilenia non rispose. Accese il motore e si diresse verso la bifamiliare di Daniele. Scese dall´automobile e, muovendosi sospetta come farebbe un ladro, suonò al campanello.<br />"Chi è?", si sentì rispondere.<br />"Sono io, Ilenia!"<br />Forse neanche Daniele si aspettava di trovarsela là. Eccitato, le aprì la porta e la invitò ad entrare.<br /><br />"Grazie per essere venuta Il..."<br />Daniele non fece in tempo a finire la frase, che Ilenia gli si era già buttata addosso, dandogli un bacio lungo e passionale.<br />"Anch´io ti ho pensato tutto il giorno!", confessò Ilenia, che iniziò a spogliare frettolosamente Daniele. Lui rimase un po´ sorpreso, non riconoscendo più la sua timida amica. Aiutandola, si tolse tutti i vestiti, rimanendo completamente nudo di fronte a lei.<br />Ilenia si sentì avvampare. Fissò il membro ancora flaccido di Daniele, che solo ora notò essere circonciso. Lo prese in bocca avidamente, decisamente più eccitata di qualche ora prima. Le bastarono poche slinguazzate per far riempire i vasi cavernosi dell´uccello di Daniele di sangue, tanto che si trovò la bocca riempita dal suo bastone in un attimo. Lo succhiò per qualche minuto, togliendoselo poi dalla bocca e massaggiandoglielo con la mano. Poi, sollevandogli la mazza in alto, gli baciò le palle gonfie e gliele leccò come un´esperta attrice di film pornografici.<br />"Se continui così, vengo subito. Invece stavolta voglio far godere anche te!", disse Daniele.<br />Così, Daniele prese Ilenia in braccio e la fece distendere sul divano, salendole sopra ma cercando di far scaricare il peso sulle sue braccia e gambe. Baciò Ilenia sul collo e sulle labbra mentre la denudava. Poi le leccò i lobi degli orecchi, dolcemente. Ilenia era già bagnata.<br />Quando lei fu completamente nuda, Daniele la fissò per un lunghissimo istante, contemplandone la bellezza. Quella dea stava per essere sua, finalmente!<br />Le accarezzò i seni, titillandole i capezzoli con due dita. Poi le avvicinò un dito in bocca, che Ilenia prima morse e poi succhiò golosamente. Daniele le mise un dito nella fessa, accorgendosi di quanto fosse già eccitata.<br />"Sei pronta?", le chiese.<br />"Si", rispose lei, respirando a fatica.<br />Daniele le accostò il cazzo ormai di ferro alla passerina, poi spinse. Ilenia si morse le labbra dal dolore, al che Daniele si fermò. "No, continua!", lo incitò lei. Daniele spinse ancora un po´, fin quando il suo cazzo non fu completamente dentro la fighetta di Ilenia.<br />Lei provava un forte dolore, ma si fece coraggio e accompagnò col corpo le spinte di Daniele, che via via si facevano più veloci. Abituatasi a quella nuova sensazione, Ilenia si lasciò andare, e piano piano iniziò a godere anche lei.<br />Daniele si muoveva su e giù, ancora mezzo bloccato dalla paura di far male ad Ilenia. Quando poi realizzò che lei stava iniziando a contorcersi dal piacere, accelerò il ritmo.<br />Ilenia ebbe un forte orgasmo, così intenso che le sembrò di morire. Poi urlò di piacere, mentre Daniele le toglieva fuori dal corpo il cazzo pulsante e le inondava il pancino di sperma caldo.<br />I due si abbracciarono, stremati.<br /><br />Quando fu sola in bagno, Ilenia si rese conto che stava perdendo delle gocce di sangue. Finalmente si sentiva una donna!<br /></div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-68974523247063760742010-03-24T14:06:00.000-07:002010-03-24T14:08:10.967-07:00Le Voglie Nascoste Di Ilenia - Nei Bagni Della Discoteca<BR /><div align="justify"><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234"><strong>Matteo</strong></a></div><div align="justify"><br />Come ogni anno, la festa di compleanno di Francesca si sarebbe svolta in discoteca.<br />Pur non essendo un´assidua frequentatrice dei locali notturni, Ilenia era felice di quella scelta, perché amava scatenarsi in mezzo ai fasci delle luci stroboscopiche e alle martellanti onde acustiche. In quell´inferno di colori, fumi e suoni si sentiva protetta, lei solitamente così timida quando si trovava assieme a tante persone.<br />Alla festa erano stati invitati tutti gli amici di Francesca tra i quali, oltre ad Ilenia e al fidanzato Alberto, c´era anche Daniele, verso cui Ilenia nutriva una forte attrazione.<br />Per l´occasione Ilenia scelse un vestitino cortissimo, con un´ampia scollatura sul davanti, che non lasciava spazio all´immaginazione. I suoi grossi seni sembravano infatti scoppiare fuori dal reggiseno di pizzo nero che aveva indossato, mentre le sue gambe snelle sembravano essersi allungate grazie alle scarpe dall´alto tacco che portava ai piedi. I ricci capelli corvini erano stati piastrati, e un paio di sottili orecchini d´oro di forma circolare erano stati infilati ai lobi delle orecchie. Insomma, come sempre Ilenia era incantevole.<br />Anche Daniele, che solitamente stava attento a rivolgerle dei complimenti per non incorrere nella gelosia dell´amico Alberto, non poté trattenersi quando la vide, esclamando: "Wow Ilenia, oggi sei davvero bella!". Quegli apprezzamenti non lasciarono Ilenia indifferente. Ringraziò con un po´ di imbarazzo, ma con grande gioia, aggiungendo: "Anche tu sei affascinante stasera!". Era vero: Daniele indossava un paio di pantaloni di velluto molto eleganti e una bella camicia scura a strisce verticali sotto una giacca nuova. E poco importava che coi tacchi alti Ilenia lo sovrastasse di qualche centimetro.<br /><br />Il locale come al solito era affollato. Fortunatamente, Francesca scelse una discoteca non frequentata da ragazzini. Anche la musica non era male.<br />La festeggiata si prodigava nell´offrire a tutti cocktail e liquori, tant´è che dopo due o tre giri tutta la compagnia era piuttosto allegra. Pure Ilenia, facendo uno strappo alla regola, aveva mandato giù qualche drink, mentre Daniele non aveva certo bisogno di una scusa per bere, amante com´era dell´alcol.<br />Ilenia aveva deciso di dedicarsi anima e corpo al fidanzato quella sera. Il mezzo tradimento con uno sconosciuto tramite la chat le aveva fatto provare dei terribili rimorsi nei giorni successivi, così voleva farsi perdonare almeno dalla sua coscienza. Pertanto si era lasciata andare alle pubbliche effusioni, che non caratterizzavano certo il suo solito atteggiamento. Aveva ballato in diverse occasioni con il corpo incollato a quello di Alberto, che non poteva non gradire quel contatto.<br />Però c´era qualcosa che la turbava. Più volte aveva notato Daniele fermo al centro della pista, con un bicchiere in mano, che la osservava. Era uno sguardo diverso dal solito: normalmente Daniele era spensierato e gioviale e le rivolgeva sempre un´occhiata fugace e neutra; stavolta invece la fissava senza pudore. I suoi occhi erano come ipnotizzati dai suoi movimenti e dalle sinuosità del suo corpo. Ilenia sentì un fremito correrle lungo la schiena, e dopo un istante le venne la pelle d´oca. Anche Alberto si accorse del suo stato, chiedendole se avesse freddo. Ma quello che Ilenia provava era invece calore, e un intenso prurito nelle parti più intime del suo corpo.<br /><br />Dopo aver ballato per un´ora senza sosta, Ilenia si staccò da Alberto e raggiunse un gruppo di tavolini che Francesca aveva riservato per il gruppo di amici. Aveva bisogno di bere qualcosa di fresco, la sua pelle sembrava avvampare.<br />Dopo qualche sorso, si accorse che c´era qualcuno seduto su un divanetto, seminascosto dall´oscurità. Era Daniele. Anche stavolta la stava squadrando con<br />quello sguardo così difficile da decifrare.<br />"Sembra che ti stia divertendo", disse. Sembrava che in quel commento ci fosse un po´ di rabbia.<br />"Si, è una bella serata, non trovi?", domandò Ilenia. Ma Daniele non rispose.<br />Dopo qualche minuto, lui disse: "Sei carina con le guance rosse".<br />Ilenia era stata presa alla sprovvista. Balbettò qualche frase senza senso, poi gli sorrise e abbassò il viso. Per superare la vergogna, bevve un altro sorso dal bicchiere, evitando di guardarlo.<br />Frattanto, Daniele si era alzato in piedi e, passandole accanto, le sussurrò: "Torno dagli altri".<br />"Va bene", rispose Ilenia.<br />Ma Daniele non se ne andava. Era rimasto immobile a fissarla negli occhi.<br />Quegli istanti sembravano interminabili per Ilenia. Il cuore le batteva così forte che sembrava che il suo pulsare avesse annichilito il rumore roboante della musica.<br />Finalmente Daniele proferì qualche parola, che però provocò un´agitazione maggiore in Ilenia: "Alberto è davvero fortunato ad averti accanto".<br /><br />Ilenia rimase sola, stupita di quell´inattesa confessione di Daniele. Forse anche lui provava una forte attrazione nei suoi confronti. Era innamorato di lei? O si trattava solo di desiderio fisico? Oppure era solo un sentimento passeggero, accentuato dall´alcol?<br />Ilenia si girò, ma non riuscì a scorgere Daniele.<br />Vide invece Alberto, ignaro che a qualche metro da lui si fosse creata tanta<br />tensione tra la fidanzata e l´amico.<br />Ilenia ripensò a quello sguardo, così pieno di passione, e a quei complimenti. Poi si guardò: effettivamente era davvero bella quella sera. Non solo Daniele, ma anche molti altri uomini le avevano lanciato delle occhiate libidinose.<br />Immaginò di aver a disposizione tutti quei corpi per sé. Fantasticò di essere spogliata in mezzo alla sala da tante mani maschili, che le bloccavano gli arti e esploravano ogni parte del suo corpo. Alcune le stringevano con forza i seni e le pizzicavano i capezzoli, altre le aprivano le gambe e si insinuavano con forza in mezzo alla sua passerina, altre infine la tenevano bloccata per evitare che lei potesse opporsi.<br />Quel sogno la fece fremere. Sentì che la sua fighetta si stava bagnando.<br />Così, si sedette su un divanetto e, coprendosi le cosce con il maglioncino che<br />aveva portato con sé, si sollevò il vestito e si accarezzò. Il clitoride era gonfio, gli umori le colavano senza ritegno. Si infilò un dito dentro e iniziò a masturbarsi. Per fortuna nessuno si trovava nei paraggi, così poté continuare imperterrita a stimolarsi. Aveva bisogno di essere sverginata, ormai quel pensiero non la lasciava più in pace, e voleva che fosse Daniele a deflorarla.<br />Guardandosi di nuovo attorno, finalmente lo vide di nuovo. Questo la aiutò a<br />immedesimarsi maggiormente nella sua fantasia erotica. Si infilò un altro dito nella passerina ormai fradicia e si masturbò con ardore, esplodendo dopo qualche minuto.<br /><br />Dopo aver recuperato un po´ di calma, si diresse verso i bagni per rinfrescarsi un po´.<br />Dopo essere entrata, si guardò allo specchio: era rossissima in faccia. Si gettò un po´ di acqua fresca sul viso per ritrovare il suo colorito naturale, poi si chiuse in un gabinetto e con una salvietta umida si pulì l´interno delle cosce, ancora sporche dei suoi liquidi.<br />Come uscì dal bagno, si trovò di fronte Daniele.<br />"Ti stavo aspettando", disse lui.<br />"Perché?", chiese Ilenia, il cui cuore riprese nuovamente a battere intensamente.<br />"Ti devo fare una confessione...". Silenzio. "So che non dovrei dirtelo, ma non ce la faccio più a tenermi tutto dentro...". Altro silenzio. "Ti voglio Ilenia. E´ da tempo che ti penso non come a un´amica. So che è sbagliato, sei la ragazza di Alberto...ma non resisto più!"<br />"Non immaginavo...mi sei sempre sembrato così distaccato nei miei confronti..."<br />"Lo so, lo so. Sono sempre riuscito a controllarmi. Fino ad oggi. Sono pazzo di te, del tuo viso, del tuo sorriso, del tuo corpo...", e così dicendo la prese per le braccia, la attirò a sé e la baciò.<br />Ilenia dapprima rimase immobile. Poi si lasciò andare. Poi si ribloccò di nuovo.<br />"Anche tu mi piaci Daniele, ma non credo sia giusto...non ora..."<br />"Sei così bella stasera! E hai un buonissimo profumo...", commentò Daniele, incurandosi della sua resistenza. La strinse ancora più forte al suo corpo, accarezzandole i capelli. Ilenia si sciolse, rispondendo ai baci di Daniele, che intanto le toccava i fianchi e i glutei.<br />"Vieni con me!", le disse, e la condusse nel bagno degli uomini.<br />Fortunatamente c´erano solo due ragazzi che orinavano nel muro di fronte, dando<br />loro le spalle; così non si accorsero della loro presenza.<br />Entrarono in uno dei gabinetti e chiusero la porta. Non era certo il più romantico dei luoghi, ma i due avevano ormai cancellato completamente il mondo che li circondava.<br />Daniele la spinse contro il muro e le baciò il collo con avidità. Poi le sollevò il vestitino e le accarezzò le gambe. Si accorse con piacere che Ilenia indossava delle autoreggenti molto sexy.<br />Si sedette sulla tazza del cesso e prese Ilenia sulle sue gambe, continuando a baciarla. Ilenia si accorse del rigonfiamento nei pantaloni di Daniele. Voleva liberargli l´uccello e toccarlo, come spesso aveva sognato. Così fece. Il cazzo di Daniele era duro come il marmo, e pulsava. Ilenia lo avvolse con le sue mani, non riuscendo a contenerlo. Poi lo masturbò delicatamente, mentre Daniele gemeva.<br />"Brava Ile, così...mi piace..."<br />Sentire quel grosso pezzo di carne tra le sue mani fece eccitare Ilenia come mai le era accaduto nella sua vita. Daniele intanto le aveva scostato il perizoma e con un dito le accarezzava il buchino posteriore.<br />"Ti voglio scopare ora!", le sussurrò ad un orecchio.<br />Ilenia si fece prendere dalla paura. "Non posso Daniele! Sono...ancora...vergine...", confessò balbettando.<br />Daniele rimase scioccato. Come poteva una meraviglia simile della natura non aver ancora provato il piacere del sesso? Come poteva l´amico Alberto aver resistito per tanti anni alla tentazione di possedere quel corpo così perfetto?<br />"Ti prego, prendimelo almeno in bocca...", propose Daniele.<br />Ilenia non se lo fece ripetere. Si abbassò piegando le gambe, mentre Daniele si sollevava in piedi. Trovatasi il bastone duro dell´amante di fronte alla bocca, Ilenia glielo leccò con dolcezza, assaporando il profumo acre che emanava. Poi gli leccò anche le palle, che erano così dure che sembravano scoppiare. Infine si infilò il cazzo in bocca, succhiandolo lentamente.<br />Daniele sembrava apprezzare: "Come succhi bene Ilenia. Anche se sei vergine, sembri proprio una gran porca! Ti piace il mio cazzo, vero?"<br />"Si Daniele, è così bello...e duro...molto migliore di quello di Alberto..."<br />A quelle parole Daniele si eccitò ancora di più. Prese Ilenia per i capelli e, muovendole la testa avanti e indietro, la scopò in bocca. Lei si toccava la figa mentre Daniele la fotteva. Dopo un paio di minuti, Daniele non ce la fece più.<br />"Sborro Ile!!!"<br />"Siii...riempimi la bocca, voglio bere tutto il tuo sperma!"<br />Così Ilenia venne innaffiata dal seme caldo di Daniele, che quasi la fece soffocare. In quel momento anche lei ebbe un orgasmo, molto più intenso di quello precedente.<br />"Ahhh...che bello..."<br /><br />I due amanti si ricomposero velocemente.<br />Daniele sbirciò fuori. Un grappolo di ragazzi fissava il gabinetto, avendo immaginato cosa stava accadendo lì dentro. Abbracciò Ilenia coprendole il volto con le braccia, in modo che nessuno potesse riconoscerla. Così i due amanti uscirono fuori, nascondendosi in mezzo alla folla.<br />Prima di separarsi, Daniele le bisbigliò all´orecchio: "Sei stata fantastica. Ma la prossima volta voglio fare l´amore con te come si deve..."<br />Ilenia sorrise, ma senza annuire.<br />Raggiunti gli amici, Ilenia trovò Alberto preoccupato. "Che fine hai fatto?", le chiese.<br />"E´ stata male per l´alcol, così l´ho accompagnata in bagno, visto che non si<br />reggeva in piedi", rispose Daniele prontamente. Per fortuna Alberto non sospettò di niente.<br /><br />Questa fu la prima, vera esperienza sessuale della bella Ilenia. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-61152213033732329592010-03-24T14:03:00.000-07:002010-03-24T14:05:47.759-07:00Le Voglie Nascoste Di Ilenia - Chattando<BR /><div align="justify"><strong>AUTORE: <a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234">Matteo</a></strong></div><div align="justify"> </div><div align="justify"><BR />“Ragazze, non potete immaginare cosa mi è successo l’altro giorno in chat”, disse Francesca, attirando l’attenzione delle amiche con le quali sedeva al tavolino di un bar. Ilenia, che fino a quel momento era stata distratta dal flusso dei suoi pensieri personali, si concentrò ad ascoltare Francesca, il cui viso stava iniziando ad arrossire per l’emozione di descrivere quell’<br />esperienza.<br />“Stavo scambiando due chiacchiere con uno sconosciuto, un signore sposato di cinquant’anni. La conversazione verteva inevitabilmente sul sesso, in particolare sulle dimensioni dell’organo maschile. Lui mi chiese se avessi mai visto dal vivo un membro di venticinque centimetri. Io, che stavo cominciando ad infastidirmi per la banalità del discorso, risposi di no. Allora lui mi chiese di aspettare qualche istante. Quindi apparve sullo schermo la richiesta di accettazione di un video. Io accettai di vederlo, e subito dopo mi comparve sul monitor l’immagine di lui che si stava massaggiando l’uccello!”<br />“Ma stai scherzando? E tu come hai reagito?”, domandarono le amiche, quasi in coro.<br />“Ovviamente rimasi a bocca aperta, mentre lui mi chiedeva se mi piacesse!”<br />“E com’era?”, chiese la più curiosa.<br />“Effettivamente…era bello lungo!” Le amiche attaccarono a ridere. “Però per la vergogna ho chiuso immediatamente la conversazione!”<br />“Hai fatto bene Francy! Che porco!”, esclamò la più bigotta delle amiche, mentre le altre continuavano a ridere.<br /><br />Tornata a casa, Ilenia ripensò a quel racconto.Lei non aveva mai provato a chattare, forse a causa della sua indole introversa. O forse soprattutto per evitare di imbattersi in situazioni di quel<br />genere.<br />Però ormai era cambiata. Aveva imparato che il sesso poteva piacerle e, soprattutto, che non era un prodotto demoniaco come implicitamente la famiglia le aveva insegnato.<br />Prima di salutare Francesca, le aveva chiesto su quale sito si fosse collegata, togliendo la scusa che voleva evitare che le capitassero conversazioni di quel tipo. Invece, il suo scopo era proprio l’opposto.<br />Chattare era un modo per combattere e vincere la timidezza. E poi voleva provare delle forti sensazioni come quelle narrate da Francesca. Quali rischi correva? Apparentemente nessuno, dato che non poteva essere vista e quindi riconosciuta.<br />Perciò, aspettò che i genitori uscissero di casa e si collegò al sito.<br /><br />Dopo essersi ambientata velocemente alle diverse funzioni che la chat proponeva, entrò nella stanza “Chiacchiere pepate”.<br />Notò subito che era frequentata per la maggior parte da uomini che si dichiaravano uomini e da altri uomini che si fingevano lesbiche. Ricevette tantissimi messaggi, alcuni banali tipo “ciao bella”, “che fai?”, ecc., e altri troppo volgari, come “ho voglia di figa ora”, “vuoi assaggiare il mio bastone”, e via discorrendo.<br />Dopo una ventina di minuti Ilenia aveva perso interesse. Stava per disconnettersi, quando le arrivò un messaggio intrigante, che fu l’inizio della conversazione che segue.<br /><br />“Uno sconosciuto entra a casa tua e, prima che tu possa vederlo in faccia, ti immobilizza con la forza e ti mette una benda agli occhi. Poi ti butta sul letto e ti lega le mani. Tu che fai?”<br />Ilenia rilesse il messaggio prima di rispondere. Era un po’ sadico, ma almeno originale. “Che posso fare se non urlare?”, rispose.<br />“Purtroppo però non ti può sentire nessuno. Quindi sei nelle sue mani. Puoi decidere di soffrire oppure di goderti quello che ti capiterà”.<br />“Non ho altra scelta?”<br />“No purtroppo. Dimmi come sei vestita ora.”<br />Ilenia cominciava a eccitarsi. L’idea di essere presa da uno sconosciuto la stimolava. Si guardò e scrisse: “Ho una camicetta bianca, un paio di jeans e stivali, e ho i capelli legati con una coda.”<br />“Lo sconosciuto inizia a spogliarti. Fai resistenza?”<br />“No.”<br />“Brava, hai capito come comportarti. Cosa indossi sotto?”<br />“Un reggiseno di pizzo e mutandine, sempre di pizzo.”<br />“Lo sconosciuto si sta eccitando davvero. Ti strappa di dosso l’intimo e rimane a contemplare il tuo corpo. Sei bella?”<br />“Si, credo di si…” Ilenia aveva iniziato a bagnarsi costruendo la scena nella sua mente. Decise di togliersi stivali e jeans, stava cominciando a fare troppo caldo.<br />“Lo sconosciuto ti allarga le cosce e ti accarezza la figa. Poi ti stringe le tette e ti succhia i capezzoli. Ti piace?”<br />“Si, molto…”<br />“So che sei eccitata ora. Toccati la fregna mentre ti scrivo.”<br />Ilenia lo stava già facendo.<br />“Lo sconosciuto comincia a leccarti la fighetta umida. Ha proprio un buon sapore. Ed è così stretta. Dopo ci penserà lui ad allargartela per bene. Prima però si sfila i pantaloni e ti avvicina il cazzo in bocca. Senti che te lo sbatte sul viso e sulle labbra. Apri bene la bocca, così te lo può infilare dentro. Mmh, è duro come il ferro. Lecca la cappella gonfia e mordilo delicatamente. Poi succhialo con forza. Ti piace come ti scopa la bocca, vero troia?”<br />“Si…” Ilenia era un lago.<br />“Lo vuoi in figa questo bel cazzone?”<br />“Si…mettimelo dentro…” Era la prima volta che usava queste parole con qualcuno, e si accorgeva che così facendo si eccitava ancora di più.<br />“Ora te lo sbatte dentro. Mmh, senti come te la allarga. Non hai mai preso un cazzo così, vero?”<br />“No, mai!”<br />“Lo vuoi vedere?”<br />Inconsciamente Ilenia rispose di si. Le apparve una schermata che chiedeva: “Accetti il video?”. Senza porsi problemi, ormai presa completamente da quella conversazione, cliccò sul pulsante. Così le apparve sul monitor l’immagine di un bel ragazzo che si stava masturbando.<br />“Ora lo sconosciuto non è più sconosciuto”, lesse sullo schermo. “Accendi la tua webcam, voglio vederti.”<br />Ilenia non ragionava più. Incurante di tutto, si mostrò allo sconosciuto, stando però bene attenta a nascondere la faccia.<br />“Wow, che figa pazzesca sei! Ho voglia di scoparti sul serio!”<br />“Continua il racconto prima”, chiese Ilenia, con un dito ancora in figa.<br />“Che porca che sei! Guarda come è diventato grosso il mio bastone appena ti ho vista! Te lo voglio infilare in mezzo a quelle tettone favolose! Che grosse! E ti voglio riempire tutta di sborra calda!”<br />Ilenia continuava a masturbarsi. Ormai stava davvero per venire.<br />“Dai, continua a scoparmi, mi piace il tuo cazzo.”<br />“Allora te lo sbatto dentro sempre più forte! Sei solo una lurida puttana che pensa solo a fottere!”<br />“Siii, sto per venire, continua!”<br />“Anch’io!!! Godooo!” A quel punto il ragazzo schizzò di sperma dappertutto. Ilenia vedeva gli schizzi che volavano in aria con una potenza e un’abbondanza inaudite. In quel momento venne anche lei, violentemente.<br /><br />“Hai goduto, vero?”<br />Passata l’eccitazione, Ilenia si vergognava da morire. Spense la webcam e chiuse il video.<br />“Ci possiamo vedere dal vivo? Mi piaci sul serio”<br />Ma Ilenia non rispose. Si disconnesse e si chiuse in bagno per pulirsi dei suoi umori, che le erano colati sulle gambe.<br />Che esperienza che aveva passato. Ora sapeva di non essere più una ragazza pudica e frigida, ma di amare il cazzo.<br />Non le rimaneva che provare dal vivo…<br /></div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-73448356026601908082010-03-24T13:59:00.000-07:002010-03-24T14:02:56.646-07:00Le Voglie Nascoste Di Ilenia - Dal Meccanico<BR /><div align="justify"><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234"><strong>Matteo</strong></a></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"><br />La conversazione dai toni imprevedibili avuta con la sorella aveva provocato due effetti contrapposti in Ilenia.<br />Innanzitutto, le aveva causato una certa inquietudine. Simona, da donna-modello, si era trasformata nella sua mente in meno di un'ora in una femmina assetata di sesso. Mai Ilenia avrebbe immaginato che la sorella maggiore, così dolce e tranquilla in famiglia, potesse tradire il proprio marito con tanta noncuranza. E non con un uomo che amava, ma con perfetti sconosciuti!<br />Tuttavia, quel dialogo così straordinariamente perverso aveva provocato in Ilenia anche un certo "prurito", un interesse inspiegabile nel provare sensazioni fisiche nuove. Ecco perché, con la scusa di un problema al motore della macchina, aveva deciso di recarsi all'officina di signor Vincenzo, primo amante della sorella.<br />Ilenia non avrebbe mai rischiato di fare una brutta figura. Se proprio intendeva fare sesso col meccanico, non avrebbe avuto alcun problema ad adescarlo. Primo, perché era palese che il meccanico non aveva alcuna remora nel tradire la moglie con donne più giovani di lui. Secondo, perché Ilenia era davvero una bella ragazza, sicuramente molto più carina e provocante della sorella Simona.<br /><br />Giunse all'officina in tarda mattinata, sperando che non vi fossero clienti.<br />Prima era passata a casa a cambiarsi d'abito. Aveva scelto un vestitino a fiori leggermente scollato sul davanti, che evidenziava l'abbondanza del suo seno.<br />Quando entrò, non vide nessuno nei paraggi. Quindi chiese a gran voce se ci fosse qualcuno.<br />Dopo qualche secondo, un ragazzo di colore apparve da dietro un gabbiotto.<br />"Cosa desidera signorina?"<br />"Ho un problema con la macchina: il motore si accende solo dopo diversi tentativi. Può controllarmela?"<br />"Certo! La porti dentro!"<br />Ilenia non sapeva se essere felice o triste per aver trovato quel ragazzo e non signor Vincenzo. Da un lato temeva di comportarsi in maniera inappropriata con una persona che poteva non essere interessata a quello che cercava lei. D'altro canto, quel ragazzo era veramente carino: alto, muscoloso, sicuramente ben dotato...<br />Mentre l'assistente del meccanico guardava dentro al cofano, Ilenia si appoggiò al muro esterno del gabbiotto, pensando alla mossa giusta da fare.<br />Ora che era arrivata al dunque, doveva fare il grande passo. Non voleva apparire troppo disinibita, doveva solo provocare un po' il ragazzo e far uscire lui allo scoperto, fingendo di essere presa di sorpresa.<br />Le venne poi alla mente Alberto, il fidanzato. Come poteva tradirlo? Cercò di scacciar via quel pensiero dalla mente. In fondo voleva solo provare una forte emozione, che non avrebbe avuto alcuna conseguenza sul suo rapporto col fidanzato.<br /><br />Mentre era assorta in questi pensieri, il ragazzo la chiamò e Ilenia si avvicinò all'autovettura.<br />"Vede signorina? La batteria è troppo vecchia, bisognerà cambiarla!"<br />"Capisco...quanto mi costerà?"<br />"Con la manodopera una sessantina di euro."<br />Ilenia aveva intuito che quella era l'occasione giusta per osare.<br />"Oh, così tanto? Non è possibile fare un piccolo sconticino?" Nel pronunciare quelle parole, si era inchinata sul cofano, mettendo in mostra i suoi splendidi seni, sodi e invitanti.<br />Il meccanico non potè non gettare un occhio di fronte a quel ben di dio. Involontariamente si leccò le labbra, come un bambino di fronte a un negozio di dolci. Così le fece una proposta.<br />"Posso non farle pagare la manodopera. Però dovrà pagare la batteria. Se mi segue le dirò quanto mi deve."<br />Senza aspettare la risposta di Ilenia, il ragazzo di colore si diresse dentro il gabbiotto. Ilenia lo seguì con il cuore che le batteva forte, capendo le sue intenzioni.<br />Appena Ilenia entrò nel piccolo locale, il meccanico chiuse la porta alle sue spalle. Fissandola con uno sguardo da animale, la spinse contro la porta chiusa, baciandola sul collo e stringengole i seni.<br />"Che fa?", esclamò Ilenia, che in fondo era un po' preoccupata.<br />"Lo so quello che cerchi troietta! Se vuoi uno sconticino, devi pur fare qualcosa per me!"<br />Ilenia non rispose. Il meccanico interpretò quell'atteggiamento come un tacito consenso, così riprese a stringerle i seni. Poi le alzò la coscia sinistra, sollevandole il vestitino e accarezzandole la coscia nuda.<br />Ilenia non sapeva cosa fare. Forse non era quello che voleva realmente. Aveva davvero paura di quel giovane forte e muscoloso che poteva farle seriamente del male.<br />Però provava un certo piacere nel sentirsi così desiderata. E quelle mani così ruvide e forti che approfittavano del suo corpo erano così sensuali...<br />Il meccanico le abbassò il vestitino sul davanti, infilò le mani dentro e fece uscire fuori le grandi tette di Ilenia. Dopo averle abbassato il reggiseno, si avventò sui capezzoli, leccandoli e succhiandoli come un matto.<br />Ilenia si godeva quel trattamento, decisamente più piacevole di quando si stuzzicava i capezzoli turgidi da sola. Sentiva la passerina che iniziava a bagnarsi. Ormai aveva perso ogni inibizione.<br />Il meccanico le ordinò di mettersi in ginocchio. Poi, da una apertura della tuta da lavoro, tolse fuori un cazzo di dimensioni considerevoli, seppur ancora moscio.<br />"Prendilo in bocca e succhiamelo, puttana!"<br />Quelle espressioni così volgari, che Ilenia non aveva mai tollerato, ebbero invece l'effetto di eccitarla maggiormente. Con le sue manine delicate afferrò quell'enorme bastone e cominciò ad accarezzarlo. Poi, guardando dal basso all'alto il nero, iniziò a leccarlo sulla cappella. Aveva un odore acre.<br />"Infilatelo in bocca! Dai, fai da brava!"<br />Ilenia non si soffermò oltre. Aprì la bocca e infilò la mazza nera dentro. Mentre muoveva la lingua e le labbra, si accorgeva che quella mazza diventava ancora più grande e dura. Dovette togliersela fuori per paura di soffocare.<br />"Scommetto che non ne hai mai succhiato uno così grosso, eh?"<br />In realtà Ilenia non aveva mai succhiato un cazzo in vita sua. E comunque quello che aveva di fronte era quasi il doppio più lungo e grosso di quello di Alberto.<br />Presa da una passione sconosciuta, Ilenia succhiò il cazzo del meccanico con maestria, godendoselo come fosse un gelato. Il meccanico apprezzava sicuramente quel trattamento, visto che mugolava e incitava Ilenia a continuare.<br />Dopo qualche minuto, il nero si accorse che stava per venire. Ilenia gli tolse il cazzo fuori dalla bocca in tempo, perché un istante dopo venne investita di un flusso interminabile di sperma, che le sporcò tutta la faccia.<br />"Ahhh, che pompa che mi hai fatto! Sei brava, puttanella!"<br />Ilenia si alzò in piedi, soddisfatta.<br />In quel momento però la porta si aprì, ed entrò signor Vincenzo, che rimase sbalordito di fronte a quell'insolito spettacolo.<br />"Ma tu sei Ilenia, la sorella di Simona! Vedo che sei più troia di lei! Fammi vedere se sei anche più brava a spompinare!"<br />Dopo quelle parole, signor Vincenzo tirò fuori il suo cazzo maturo, più corto di quello dell'aiutante, ma altrettanto grosso.<br />Ilenia riprese il lavoro. Ormai ci provava gusto. La mandibola le faceva un po' male, ma non ci badò. Succhiando il cazzo con avidità, Ilenia fece venire anche il vecchio meccanico, che non ebbe alcuna remora a sporcarle di nuovo la faccia.<br />"Che porca! Ahhh, erano anni che non godevo così!!!"<br />Ora Ilenia potè alzarsi, ma la sua voglia non era stata del tutto soddisfatta...<br /><br />"Vede signorina? La batteria è troppo vecchia, bisognerà cambiarla!"<br />Ilenia alzò lo sguardo. Era ancora appoggiata al gabbiotto, mentre il meccanico le parlava. Era stato tutto frutto della sua immaginazione.<br />"Capisco...quanto mi costerà?"<br />"Con la manodopera una sessantina di euro."<br />"Va bene. Quando posso ritirare la macchina?"<br />"Anche stasera. Può pagare alla consegna."<br />"Grazie, arrivederci."<br />Mentre usciva, incrociò signor Vincenzo, che rientrava in quel momento.<br />"Ciao Ilenia. Come stai? Che ci fai da queste parti?"<br />"Ho avuto un problema con la batteria. Comunque tutto risolto."<br />"Sono contento. Salutami i tuoi genitori. Ciao."<br />Ilenia uscì fuori. Aveva bisogno di una boccata d'aria fresca, le stava mancando il respiro.<br />Quindi era quella la sua vera natura? Era davverò così "aperta" come desiderava essere nei suoi sogni? Non lo sapeva, e per il momento non voleva indagare oltre.<br />Quello che agognava ora era solo chiudersi in camera e dare sfogo alla sua passione rimasta insaziata. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-31592511272654381692010-03-24T13:55:00.000-07:002010-03-24T13:57:40.082-07:00Le Voglie Nascoste Di Ilenia - Prime Rivelazioni<BR /><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234"><strong>Matteo</strong> </a><br /><br />Ilenia si era addormentata così, con una mano infilata nelle mutandine e l'altra nel reggiseno.<br />Dormì beatamente per almeno nove ore di fila. Era stanca, ma di una stanchezza dolce.<br />Quando si svegliò, le venne subito in mente la splendida sensazione provata la notte precedente. Cercò anche di ricordare cosa aveva sognato, ma tutte le sue visioni oniriche erano state cancellate dalla sua memoria, probabilmente proprio dalla sua coscienza.<br />Si sentiva felice per quel fortissimo attimo di godimento mai provato. Ora era sicura di non essere frigida come aveva sempre temuto. Ma allo stesso tempo provava un forte senso di colpa per essersi lasciata andare in maniera così impura. Era stata una debolezza che la sua rigida educazione non poteva approvare.<br /><br />Si alzò in fretta per lasciarsi alle spalle quei ricordi. Decise di farsi una doccia calda.<br />Mentre l'acqua scorreva copiosa dall'alto, Ilenia accarezzava il suo corpo con la mano colma di bagnoschiuma. Si passò la mano sui seni alti e si accorse di avere i capezzoli ancora turgidi. Immaginò che quella mano non fosse sua, ma di Daniele, che stava facendo la doccia con lei. Oh, quanto avrebbe voluto che fosse là...<br />Scese con la mano sino all'interno coscia, voleva toccarsi di nuovo.<br />'Ma cosa stai facendo? Non ti è bastato il comportamento peccaminoso di ieri notte?', sembrava rimproverarle la coscienza.<br />Così Ilenia si destò da quelle fantasie, finì di lavarsi, si vestì in maniera sobria e uscì di casa.<br />'Devo parlare con Simona', pensò.<br /><br />Per fortuna Simona era a casa quella mattina perché aveva il turno pomeridiano.<br />Quando Ilenia l'aveva chiamata, si era offerta senza esitare di dedicarle qualche ora del suo tempo. Le piaceva dare consigli alla sorellina minore.<br />Laureata a pieni voti in Medicina, sposata da un paio d'anni con Fabrizio, il fidanzato storico dai tempi delle superiori, sempre disposta ad aiutare il prossimo, Simona rappresentava il modello ideale di donna per Ilenia. A chi chiedere sostegno psicologico, se non a lei?<br />Di fronte a una tazza di té, superati gli iniziali attimi di imbarazzo, Ilenia confidò alla sorella i suoi sentimenti verso Daniele e le strane voglie che aveva avuto la notte precedente.<br />Inaspettatamente, Simona si mise a ridere.<br />"Ilenia, davvero sei ancora vergine alla tua età? Quindi non hai mai fatto l'amore con Alberto?", le chiese retoricamente Simona, un po' incredula.<br />"Certo! Non ci siamo ancora sposati! E poi anche tu alla mia età eri vergine, visto che ti sei sposata a trentadue anni! O no?"<br />La faccia allibita di Simona le fece cambiare repentinamente idea su ciò che aveva sempre immaginato della sorella.<br />"Non essere ridicola Ilenia! Credi che con Fabrizio non abbia mai fatto niente prima del matrimonio? Sai quando è stata la prima volta che abbiamo fatto sesso? Quando eravamo al liceo! E da quel momento non ci siamo certo fermati!"<br />Tutte le certezze di Ilenia crollarono come un castello di carte al vento.<br />"Ma mamma e papà non ne sanno niente, vero?", chiese Ilenia.<br />"Certo che no! Ovviamente non ho mai affrontato questi argomenti con i nostri genitori! Immagina la vergogna...Loro hanno sempre creduto che fossi rimasta illibata fino al matrimonio, ma se sapessero..."<br />E a quel punto Simona confidò a Ilenia tutti i segreti che non le aveva mai rivelato.<br /><br />"Vedi Ilenia, quando inizi a scopare e ti accorgi che ti piace non vuoi fermarti più.<br />Con Fabrizio l'abbiamo fatto talmente tante volte e in posti così diversi che negli ultimi tempi è subentrata la noia della routine. E' per questo che ho iniziato a tradirlo con un mio collega, che lavora nel mio stesso ospedale. Non guardarmi con quella faccia per favore! Non sai quante volte avrei voluto parlartene, ma non volevo deluderti...<br />Io amo Fabrizio, stiamo anche pensando seriamente di avere un figlio insieme. Ma il sesso con lui è diventato noioso.<br />Con Simone, il mio collega, ho ritrovato invece la passione della giovinezza! Con lui è tutto così eccitante! Lo facciamo quando possiamo di notte, in sala medici, quando siamo soli e non abbiamo lavoro. Lui sa come prendermi, come farmi godere. Ormai ho smesso di indossare le mutandine sotto il camice, così gli facilito il compito quando mi fotte. Sarà che è un bell'uomo, sarà che amo il rischio, ma quando lui mi penetra raggiungo l'apice del godimento!<br />E' solo sesso, ma è così bello!"<br /><br />Ilenia era ormai senza parole. Potè solo domandare: "Ma è la prima volta che hai una relazione extraconiugale?"<br />Simona sorrise di nuovo. "Certo che no, sorellina! E' da qualche anno che mi cerco degli amanti. Ed è anche grazie a loro che il rapporto con Fabrizio si è rinvigorito. Fabrizio mi dà amore, gli altri uomini mi fanno sentire donna!"<br />"E con chi altri lo hai fatto?"<br />"Eh, sono tanti...Ti dirò solo che il primo tradimento è accaduto quando eravamo fidanzati, all'officina di signor Vincenzo!"<br />"Stai scherzando? L'hai fatto con quel ragazzo di colore che lavora là?"<br />"No, l'ho fatto proprio con signor Vincenzo!"<br />"Ma se ha almeno vent'anni più di te!?!"<br />"Si, lo so. Ma mi ha fatto provare delle sensazioni indescrivibili. E' capitato tutto per caso, quando si è rotta la marmitta della vecchia Punto e gli ho chiesto di ripararmela. Era sera, stava per chiudere il negozio. Io avevo appena staccato da lavoro, ero stanca e nervosa. Lui fu così gentile quella sera...Si mise a lavorare anche se sarebbe dovuto tornare a casa dalla moglie. Io lo guardavo mentre lavorava. Aveva le mani rozze, callose, sporche d'olio. Ma era anche così deciso, e forte...Non so cosa mi successe in quel momento. Volevo solo che mi prendesse con la forza e mi fottesse. Quando finì il lavoro lo ringraziai, e gli diedi un leggero bacio sulla guancia. Lui mi guardò un po' sorpreso, poi io gli infilai la lingua in bocca e gli chiesi di scoparmi. Lui non se lo fece ripetere. Mi prese di peso e mi fece sedere sul cofano della macchina. Mi sollevò il vestito e mi strappò le mutandine. Iniziò a leccarmela con la sua lingua ruvida, e io venni come una vera baldracca. Poi mi allargò le cosce, tolse fuori il suo grosso cazzo nodoso e me lo sbatté dentro. Dopo cinque minuti che spingeva lo tolse fuori e mi riversò sul vestito un litro di sperma, mentre io godevo per la seconda volta. Poi me ne andai, con un grande senso di rimorso."<br />Ilenia era confusa. Quel racconto le sembrava un incubo. Il cuore le batteva a mille, pensando a quella scena.<br />"Sorellina", continuò Simona. "E' normale che provi certe cose, ti capisco. Siamo esseri umani. Lasciati andare di più, e fregatene delle convenzioni e della mentalità bigotta con la quale siamo cresciute!"<br /><br />Ilenia lasciò la casa della sorella quasi tremando.<br />Salì in macchina, chiuse la portiera e iniziò a respirare intensamente.<br />Quella confessione e soprattutto le parole rozze con cui Simona l'aveva narrata l'avevano sconvolta.<br />Però si accorse anche che si era eccitata, più della sera precedente.<br />Girò la chiave nel cruscotto e cercò di accendere la macchina. Ci vollero come al solito tre tentativi per farla partire.<br />Decise che doveva farci dare una controllata... </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-84212803567977715602010-03-24T13:50:00.000-07:002010-03-24T13:55:20.388-07:00Le Voglie Nascoste Di Ilenia - Introduzione<BR /><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong></strong></div><div align="justify"><strong>AUTORE: </strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234"><strong>Matteo</strong> </a><br /><br />Ilenia era in piedi di fronte allo specchio.<br />Osservava il suo corpo riflesso con un'analisi attenta e severa.<br />I capelli corvini e ricci le cadevano per la maggior parte sulle spalle, mentre alcune ciocche ribelli scendevano sul suo viso aggraziato, abbellendolo con un sano tocco di disordine.<br />I seni erano sodi e prorompenti, contenuti a malapena da un reggiseno di terza misura. Erano sicuramente la sua parte migliore, pensava. Chissà quante volte aveva sorpreso amici e sconosciuti che la fissavano là con interesse morboso...<br />Il resto del corpo non era comunque da disprezzare. Nonostante i suoi trentuno anni, era bella come quando ne aveva venti, forse addirittura più intrigante. La vita era ancora stretta, grazie alle notevoli fatiche nel moderarsi col cibo. E le gambe erano lunghe e toniche.<br />Solo il sedere aveva perso un po' del suo vigore. Le rotondità si erano leggermente avvizzite, e purtroppo qualche smagliatura era comparsa. Ma sotto le minigonne e i vestitini quelle imperfezioni non potevano certo essere notate.<br /><br />Assorta nei suoi pensieri, non si accorse del tempo che scorreva.<br />Venne ridestata bruscamente dallo squillo del campanello. Alberto la aspettava giù.<br />Allora Ilenia infilò le sue belle gambe in un paio di jeans stretti e i suoi piccoli piedi in un paio di scarpe col tacco medio. Indossò poi una camicia rossa, che iniziò ad abbottonare fino al terzultimo bottone in alto, lasciando così scoperto il suo bel collo e facendo intravedere l'attacco dei seni col busto. Dandosi un'ultima sistemata ai capelli, mise sul naso un paio di<br />occhialini rossi da professoressa liceale e scese.<br />Alberto la aspettava impaziente in macchina. Come di consueto, dopo un bacio<br />fugace, la rimproverò per il ritardo, mentre accendeva il motore della sua Mercedes.<br /><br />Durante il tragitto, Ilenia ascoltava il fidanzato che le raccontava i momenti più salienti della sua giornata. Inutile dire che tutti riguardavano i problemi avuti al lavoro. Ogni tanto sorrideva quando Alberto le descriveva qualche fatto particolarmente bizzarro o divertente. Però la sua mente era<br />rivolta ad altri pensieri.<br />L'avrebbe visto anche quella sera? Sperava di no.<br />Gli amici li aspettavano fuori dal ristorante. Un'occhiata fugace e il suo cuore iniziò a battere: Daniele era là, che scherzava con gli altri amici.<br />Distolse lo sguardo da lui e iniziò a salutare le altre ragazze. Poi però si trovò di fronte a Daniele, che la guardò sorridendo e le baciò le guance.<br />"Ciao Ilenia, come stai?", le chiese.<br />"Bene, grazie. E tu?"<br />"Tutto bene! Carini gli orecchini che porti! Li hai fatti tu?"<br />"Si! Davvero ti piacciono? Ne vorresti anche tu un paio simile?"<br />"Ahah! Certo Ilenia! Quando me li prepari? Mi aiuteresti a trovare qualche bella ragazza!"<br />Quelle battutine servirono a smorzare un po' la tensione. Sorridendo, Ilenia tornò da Alberto e tutti quanti entrarono al ristorante.<br /><br />La serata era piacevole. Ilenia scherzava con Francesca, mentre Alberto era assorto in un discorso di lavoro con Marco. Daniele, invece, era seduto vicino agli altri single del gruppo. Sembravano divertirsi parecchio, forse aiutati dagli effetti del vino.<br />Ilenia invece era astemia. Nella sua famiglia nessuno beveva, e lo stesso Alberto si concedeva raramente un goccetto.<br />"Ilenia, gradisci un po' di vino?", le chiese Daniele, per gentilezza.<br />"No, grazie Daniele, sai che non mi piace", rispose Ilenia.<br />"Dovresti provare qualche volta! Non sai cosa ti perdi!"<br />Forse era vero. Daniele era sempre di buon umore quando uscivano. E sembrava sempre a suo agio con gli amici, mentre Ilenia rimaneva spesso sulle sue.<br />Francesca era girata dall'altra parte a parlare con il ragazzo, mentre Alberto discuteva ancora con Marco. Così Ilenia potè permettersi di osservare per qualche istante Daniele.<br />Era un bel ragazzo, ma niente di eccezionale. Piaceva alle donne per il suo carattere estroverso e per la sua affabilità, ma aveva anche lui i suoi momenti di estraniamento. Non le era mai piaciuto più di tanto, ma da quando aveva lasciato la ragazza era scattato un meccanismo pericoloso in lei.<br />Si era infatti accorta di desiderarlo. Era un sentimento nuovo per lei, difficile da descrivere.<br />Si, perché Ilenia a trentun anni era ancora vergine.<br /><br />Essendo cresciuta in una famiglia molto cattolica, le era stato insegnato che si doveva fare l'amore solo dopo il matrimonio. Così avevano fatto i genitori, e così pure aveva agito la sorella, che ora era felicemente sposata.<br />Alberto aveva più volte tentato di traviarla, ma ogni volta era stato respinto. Solo raramente Ilenia gli concedeva di spogliarla e toccarla, ed era grazie a questi momenti di intimità che era riuscita a non far perdere la pazienza al suo fidanzato. Quando poi percepiva che le cose stavano precipitando per la sua astinenza sessuale, gli prendeva il cazzo in mano e iniziava a segarlo. Ma mai avrebbe osato infilare quel pezzo di carne in bocca.<br />La castità non era un grande problema per Ilenia in verità. Infatti, non riusciva a eccitarsi con Alberto. Lo amava, ma non lo desiderava fisicamente.<br />Cosa c'era di sbagliato in lei? Perchè le sue amiche riuscivano a lasciarsi andare e lei no? Questi erano i turbamenti che l' avevano accompagnata dall'inizio della sua relazione con Alberto, circa dieci anni prima.<br />Poi un giorno, inaspettatamente, aveva avvertito un cambiamento. Si era resa conto di provare una voglia mai avuta in passato. Ma sfortunatamente non era per il suo fidanzato, ma per l'amico di lui, Daniele. Si sentiva veramente nei guai.<br /><br />Quella sera, tornata dal ristorante, Ilenia si spogliò e si infilò dentro le coperte.<br />'Perché mi sta succedendo questo? Perché Daniele mi piace così tanto?', si chiedeva.<br />Forse era il suo modo di fare, forse era quella capacità di mantenersi giovane e allegro che da qualche anno Alberto aveva perso. Forse erano le sue braccia muscolose, il suo petto villoso, il suo sorriso...<br />Ilenia si accorse che si stava toccando. Non l'aveva mai fatto, in trentun anni. Ora però sentiva una voglia così forte che non riuscì a sopprimere.<br />Si infilò un dito nella passerina, che trovò calda e bagnata. Se lo passò dolcemente sul clitoride gonfio, e pensò a Daniele. Lo immaginò nudo, con il membro eretto, che la spogliava. Aveva voglia del suo cazzo, avrebbe mandato tutto all'aria per essere posseduta da lui.<br />Il suo dito correva ora veloce sul suo sesso. Era fradicia di umori.<br />Ora nei suoi pensieri Daniele era sopra di lei, che le allargava le gambe e si faceva strada dentro il suo corpo mai deflorato. Era così presa da quella visione che sentiva una passione immensa farsi largo nel suo animo.<br />Si masturbò sempre più intensamente, fin quando si sentì travolgere da un sentimento violento, che la fece urlare.<br />Così Ilenia ebbe il suo primo orgasmo. </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6556265222665540576.post-81315554970275419622010-03-24T08:02:00.001-07:002010-03-24T08:02:41.981-07:00Avventure In Palestra<strong></strong><br /><strong>AUTORE: <a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234">Matteo</a></strong><a href="http://www.raccontimilu.com/viewuser.php?uid=5234"> </a><br /><br /><br /><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"><strong>PARTE PRIMA<br /></strong><br />Al termine dell'estate, io e la mia ragazza Giulia decidemmo di iscriverci in palestra. Per quanto mi riguarda, avevo un gran bisogno di attività fisica, considerato che avevo messo su qualche chiletto nell'ultimo periodo. Giulia, invece, era in condizioni fisiche ottime, ma credeva che un po' di sano esercizio non le avrebbe fatto male. E in più questa era un'occasione per passare più tempo insieme.<br /><br />Chi ha letto i miei precedenti racconti conosce già la mia fidanzata. Per i nuovi lettori, dirò che Giulia è una ragazza davvero carina. Nonostante non sia alta, ha un fisico davvero provocante, la cui parte forte è il culetto, tondo e sodo come quello di una brasiliana. Inoltre, ha un viso angelico, messo in risalto da grandi occhi chiari e da un gruppetto di lentiggini che ne impreziosiscono lo sguardo.<br />E' una persona molto esuberante, sempre pronta a divertirsi, e molto focosa a letto. L'unico difetto è che mi ha tradito parecchie volte.<br />All'ennesimo tradimento, avevo deciso di lasciarla, poiché il mio carattere piuttosto orgoglioso non mi permetteva di vivere tranquillo sapendo che sulla testa avevo delle enormi corna. Più che altro, temevo che i miei amici e conoscenti avrebbero scoperto quanto fosse troia la mia ragazza. Poi però, visto che in fin dei conti stare con lei era una continua emozione, decisi di darle un'altra possibilità. Lei infatti mi aveva implorato di tornare assieme, giurandomi che mi amava. Mi aveva confessato che le piaceva troppo scopare, ma che si lasciava andare solo dopo aver bevuto. Quindi, dopo la sua promessa che si sarebbe limitata nel bere, decisi di perdonarla e riprendere la relazione.<br /><br />L'estate era andata alla grande. Avevamo fatto diversi viaggetti insieme, scopando come conigli ovunque capitasse. A lei piaceva fare sesso con me, lo vedevo dalla sua eccitazione quando mi succhiava il cazzo e dai suoi orgasmi al termine dell'amplesso.<br />Però i nostri rapporti non erano selvaggi come desideravo. Con i suoi amanti del passato lei aveva un altro modo di comportarsi. Si illuminava quando vedeva un bel cazzo, e soprattutto voleva essere trattata da troia. Quando facevamo sesso noi due, invece, voleva essere trattata con dolcezza e amore. Chiaramente io l'accontentavo, però avrei voluto sbattermela come avevano fatto i suoi amanti in passato e farle capire che anch'io potevo soddisfare tutti i suoi desideri più nascosti.<br /><br />Anche per piacerle di più mi ero iscritto in palestra. Dopotutto, un fisico ben scolpito non può che aumentare l'eccitazione nelle ragazze.<br />Scegliemmo una palestra vicino a casa, gestita da Mario, un nostro conoscente. L'ambiente era tranquillo, visto che la palestra era frequentata da persone giovani e per bene che andavano là a scaricare le tensioni della giornata lavorativa.<br /><br />Il primo giorno Giulia si vestì in maniera piuttosto sobria. Contrariamente alle mie aspettative, non voleva mostrarsi come al solito, ma optò per una canadese abbastanza larga che non metteva in evidenza le sue forme.<br />L'istruttore, Paolo, era un ragazzo sulla trentina come me, chiaramente con un fisico perfetto, ma in generale molto gentile e professionale. Io temevo che Giulia potesse esserne attratta, ma ero geloso anche degli altri frequentatori del posto.<br />Facemmo amicizia con diverse persone, soprattutto grazie a Giulia, che è molto spigliata e socievole. Poi ci iscrivemmo e tornammo a casa soddisfatti.<br />Devo ammettere che ero parecchio tranquillo: non mi sembrava che ci fossero uomini interessati alla mia ragazza, soprattutto per il fatto che lei mi sembrava davvero cambiata: nonostante fosse sempre allegra, non flirtava con gli uomini come al solito, e soprattutto sembrava aver perso la sua voglia di esibizionismo.<br /><br />Le cose continuavano a filare liscie. Io e Giulia andavamo sempre insieme in palestra, così potevo controllarla nel caso i suoi ormoni la assalissero di nuovo. L'istruttore non mi preoccupava in particolar modo, anche se più volte lo avevo beccato mentre le fissava il culo durante gli esercizi di aerobica.<br />Tuttavia, un giorno accadde un episodio un po' allarmante. Giulia non mi aveva accompagnato in palestra, preferendo fare compere con un'amica. Poco prima di andarmene, lei venne a trovarmi. Era vestita in maniera piuttosto eccitante: top aderente che non nascondeva i capezzoli turgidi, visto che non indossava il reggiseno, minigonna inguinale che scopriva le sue gambe ancora abbronzate e scarpe col tacco vertiginoso. Tutti gli uomini della palestra smisero di fare gli esercizi come la videro, increduli che quella fosse la stessa dolce ragazza che per un mese aveva chiacchierato con loro. Io avevo il cazzo duro come non mai, ma ero anche rosso dalla gelosia. Le chiesi di aspettarmi all'ingresso mentre facevo la doccia. Quando uscii, la trovai a parlare con due ragazzi che conoscevo, che avevano cambiato completamente<br />atteggiamento verso di lei dopo averla vista con quegli abiti succinti. Tornati a casa mi lamentai con lei per il suo vestiario troppo provocante, però la passione prese presto il sopravvento sulla rabbia, così la buttai sul letto e la scopai come un forsennato.<br />Da quel giorno la mia Giulia era tornata a essere la ragazza troietta che conoscevo.<br /><br />Nel periodo seguente rimasi molto vigile. Osservavo tutti i suoi movimenti, e soprattutto controllavo tutti i maschi che le andavano appresso.<br />Aveva ripreso a vestirsi sexy. Indossava sempre top e shorts molto stretti, e spesso la biancheria intima rimaneva nei cassetti. A me eccitava sempre più, ma anche gli altri uomini sembravano gradire. Molto spesso facevano commenti spinti anche in mia presenza, oppure si offrivano di aiutarla durante i suoi esercizi. Lei non sembrava scocciata, anzi...<br />Io non sapevo come comportarmi. Le avevo anche parlato a proposito, ma lei mi aveva rassicurato che non le interessava nessuno. Anzi, puntualizzava sul fatto che soprattutto gli uomini più muscolosi non potevano interessarle, visto che, come si dice, quelli che fanno molta palestra poi rendono meno a letto.<br /><br />Nonostante questo discorso, decisi di metterla alla prova. Una sera le dissi che sarei rimasto a casa perché avevo qualche dolorino, insistendo affinché lei si recasse in palestra anche in mia assenza.<br />Dopo un'ora e mezzo, più o meno all'orario in cui di solito smettevamo di fare esercizi, la raggiunsi, aspettando fuori per vedere se sarebbe tornata a casa da sola o in compagnia.<br />Dopo qualche minuto che aspettavo all'aperto, vidi che usciva proprio con Paolo, l'istruttore. Ero a un paio di metri da loro, nascosto dietro una rientranza della facciata.<br />"Grazie per l'aiuto Paolo, ora devo proprio tornare", disse Giulia, che indossava un paio di jeans bianchi strettissimi attraverso i quali si<br />intravedeva il perizomino nero.<br />Paolo la afferrò con forza per le braccia e iniziò a baciarla.<br />"Che fai Paolo?", chiese Giulia, sbalordita.<br />"Ho una gran voglia di te Giulia, vieni a casa mia!"<br />"Non posso Paolo, lo sai che ho il ragazzo. E poi...si sa che voi palestrati..."<br />"Ma cosa dici? Pensi che non siamo dotati? Cosa ne dici di questo?", chiese Paolo prendendo la mano di Giulia e strusciandosela sul pacco.<br />Giulia rimase scioccata! "Scusa...non credevo..."<br />"Ed è a riposo ora...", rispose Paolo, con un certo orgoglio. "Vieni con me in macchina!"<br />"Non so Paolo...non credo sia giusto...", disse Giulia, un po' titubante, ma senza fare la minima resistenza mentre Paolo la tirava verso la macchina.<br />Mi aspettavo che Giulia avrebbe avuto un'altra debolezza prima o poi. E questa volta non aveva neanche la scusante dell'alcol! Più eccitato che<br />arrabbiato, seguii i due verso la macchina di Paolo, appostandomi in un punto nascosto per godermi la scena.<br />Il parcheggio era per fortuna deserto in quel momento. I due entrarono in macchina, e subito Paolo infilò la lingua nella bocca di Giulia, che rispose succhiandogliela. Nel mentre lui le accarezzava le cosce e i seni, mentre lei gli toccava il pacco. Poi Giulia gli aprì la zip dei jeans, tirando fuori una mazza di dimensioni più che considerevoli: da dove stavo io, mi sembrava che il cazzo di Paolo fosse almeno di 23 cm, duro e venoso come piaceva a Giulia.<br />Lei lo guardò stupita, dicendo qualcosa che non potevo sentire. Poi se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo. Vedevo solo parte della testa di Giulia a intermittenza, mentre andava su e giù sul bastone di Paolo. Lui si godeva il lavoretto, nel quale Giulia era un'esperta. Dopo qualche minuto lei si sollevò e venne investita di una quantità incredibile di sperma, che leccò con avidità. Poi si pulì la faccia con le ditina, che infilò in bocca per non perdere nessuna goccia di sperma rimasta.<br />Ricomponendosi in fretta e furia, diede un bacio a Paolo e si allontanò dalla macchina.<br /><br />Anch'io in quel momento mi allontanai e tornai a casa, correndo per un altro percorso per arrivare prima di Giulia.<br />Con il fiatone giunsi prima di lei e la attesi. Entrò dalla porta tutta trafelata e, senza salutarmi, iniziò a baciarmi con foga.<br />"Ho voglia di scopare!", mi disse.<br />Non mi feci pregare. La spogliai e la feci sedere sul tavolo, aprendole le gambe e leccandole la figa bagnata. Poi la presi da dietro e iniziai a scoparla in figa. Ero così eccitato che dopo qualche minuto le venni dentro, mentre anche lei raggiungeva l'orgasmo.<br />Ma non le bastava.<br />Si recò in camera e prese un grosso dildo, con il quale si masturbò. Aveva gli occhi chiusi, di sicuro pensava al cazzo di Paolo. Si infilò il dildo tutto dentro, facendolo entrare e uscire molto velocemente. Poi venne e urlò dal piacere.<br /><br />Non parlammo mai di quello che successe quella sera. Volevo vedere di cos'altro era capace. E, come mi aspettavo, le sorprese non tardarono ad arrivare.<br /><br /><br /><strong>PARTE SECONDA</strong><br /><br />Stando con Giulia avevo capito una cosa fondamentale della vita: le persone non cambiano!<br />A lei piace il sesso. Ubriaca o no, quando vede un bell'uomo con un bel cazzo si eccita a tal punto da perdere completamente la ragione e da voler solo soddisfare le sue voglie, a discapito di quello che richiederebbero la morale e il comune senso del pudore.<br />Però questa versione di Giulia è quella che preferisco. Mi eccita da morire vederla comportarsi da troia con altri, e quando scopiamo godo solo al pensiero di lei che fa la porca con altri uomini. E' chiaro che non mi piace avere le corna, e non mi piace essere insultato e deriso. Però non voglio neanche fare a meno di queste forti sensazioni.<br />Quindi ho deciso per il momento di fingere di essere ignaro dei suoi tradimenti. Purché le voci non si diffondano anche alla schiera dei miei amici e conoscenti.<br /><br />I giorni successivi a quella notte nella quale avevo sorpreso Giulia a fare un pompino all'istruttore Paolo, la mia ragazza aveva iniziato a recarsi in palestra con una frequenza maggiore. Ormai ci andava quasi tutte le sere, ogni volta vestita con abiti succinti e provocanti.<br />Sapevo che ormai la sua mente era occupata solo dal pensiero del cazzo di Paolo. Quando facevamo l'amore, voleva che le infilassi uno o due dita in culo, probabilmente perché stava immaginando di venire sodomizzata dall'enorme mazza di Paolo. Inoltre, ogni volta che tornavamo a casa dalla palestra aveva la figa bagnata, eccitata dai flirt continui con l'istruttore.<br />Infatti, mi ero accorto che, quando eravamo in palestra e credeva che io fossi concentrato totalmente sui miei esercizi, lei passava il suo tempo facendo la scema con Paolo. Con la scusa di chiedergli consiglio, si lasciava toccare un po' dappertutto, incurante di quello che potevano pensare gli altri.<br /><br />Io li spiavo da lontano, e vedendo come si comportava Giulia il mio cazzo era<br />sempre in tiro.<br /><br />Un giorno però, mentre mi cambiavo negli spogliatoi, Alessandro, un ragazzo molto simpatico che avevo conosciuto in palestra, mi confidò di aver visto Giulia e Paolo in atteggiamenti un po' troppo intimi, e aveva deciso di riferirmi l'accaduto in quanto mi considerava suo amico. Io cercai di sminuire l'importanza di quello che mi aveva raccontato, dicendo che Giulia era una ragazza aperta che scherzava con tutti, e che mi fidavo ciecamente di lei e non avrei mai dubitato del suo comportamento.<br />Però questo episodio mi spaventò. Non volevo che la gente parlasse di me come dello stupido che veniva cornificato dalla sua ragazza. Quindi decisi di parlarne con Giulia, per far sì che si contenesse almeno di fronte agli altri.<br />"Matteo, lo sai quanto è bigotta la gente e quanto parli pur di far male agli altri", fu la sua risposta.<br />"Si, però tu cerca di essere meno 'socievole', altrimenti potresti essere fraintesa. E se Paolo poi si sentisse incoraggiato a provarci con te?"<br />"Non preoccuparti amore, in quel caso saprei come difendermi".<br />'Certo, succhiandoglielo come l'ultima volta', pensai io.<br />Comunque questa chiacchierata ebbe l'effetto desiderato: Giulia smise di essere troppo esplicita nei confronti di Paolo, che comunque non desisteva a corteggiarla. Ma almeno in questo modo nessuno avrebbe più parlato di noi.<br /><br />Un po' di tempo dopo, io e Giulia venimmo invitati a un party da un amico della palestra. Ovviamente anche Paolo fu invitato.<br />La festa si sarebbe svolta nella villetta al mare di questo ragazzo, dove ognuno avrebbe portato qualcosa da bere.<br />Giulia decise di indossare la minigonna in jeans che aveva acquistato qualche giorno prima. Ovviamente la scelse corta e stretta, tanto che appena piegava le gambe non riusciva a nascondere le autoreggenti che aveva infilato. Mentre mi vestivo la osservavo: era davvero un gioiellino, così minuta ma così ben proporzionata. Mi avvicinai a lei, baciandola sul collo e sulle spalle. Il suo profumo mi inebriava.<br />"Dai Matteo, ora non possiamo, siamo già in ritardo e mi devo ancora truccare".<br />"Ho voglia di scoparti Giulia. Spogliati!"<br />"Non insistere amore, voglio finire di prepararmi!"<br />Feci come mi aveva detto, ma avevo una gran voglia di sbattermela.<br /><br />Giungemmo alla villetta tra gli ultimi. C'erano molti frequentatori della palestra, e ovviamente anche Paolo. Era già circondato di ragazze che lo corteggiavano. Effettivamente è un bel tipo, sia di faccia sia di fisico, per cui lo invidiavo un po'...<br />Mentre chiacchieravamo con i presenti, notavo che Giulia era assente. Ogni tanto si guardava intorno per cercare Paolo, forse aspettando il momento giusto per avvicinarsi da lui.<br />La festa era davvero carina: c'era molta roba da bere, e tutte le persone con cui intavolavo un discorso erano allegre e divertenti.<br />Giulia però aveva sempre la mente da un'altra parte. Forse era bloccata dal fatto che le stavo continuamente vicino. Perciò decisi di lasciarla libera per vedere cosa avrebbe fatto. Con la scusa di voler dare un'cchiata alla nuova macchina del padrone di casa, uscii fuori e la lasciai da sola all'interno dell'abitazione.<br />Dopo qualche minuto tornai dentro, e ovviamente la trovai a parlare con Paolo. I due scherzavano come vecchi amici, nascondendo la reciproca attrazione. Bevevano un cocktail dopo l'altro, mentre io mi tenevo da parte.<br />Poi Paolo si allontanò, e Giulia mi venne incontro.<br />Era brava, non c'è che dire. Nessuno avrebbe mai sospettato di quello che desiderava realmente. Anche Alessandro quella sera mi chiese scusa per aver insinuato qualcosa contro Giulia.<br /><br />La serata continuò in maniera piuttosto normale. Paolo era scomparso, forse era di sopra con qualche ragazza appena conosciuta. Però Giulia sembrava tranquilla. Che strano...tramavano forse qualcosa?<br />Mentre eravamo seduti sul divano a chiacchierare con alcuni amici, lei disse che doveva andare un attimo in bagno.<br />'Ecco, stava aspettando il momento giusto', pensai io. Così, dopo qualche secondo, la seguii, dicendo che serviva anche a me la<br />toilette.<br />La villetta aveva quattro stanze di sopra. In una trovai il padrone di casa che limonava con una ragazza. Nella successiva...trovai la porta chiusa a chiave. Appoggiai l'orecchio alla porta, e queste furono le parole che sentii.<br />"Allora ti piace proprio Daniela, eh?". Era la voce di Giulia.<br />"E' molto carina...ma niente in confronto a te!". E chiaramente questa era la voce di Paolo.<br />"Mi hai fatto ingelosire tutta la sera. Lo sai?"<br />"Quindi pensavi a me? Ma se nell'ultimo periodo in palestra mi degnavi a malapena di uno sguardo!"<br />"Lo sai che mi comportavo così solo perché c'era anche il mio ragazzo! E sai anche quanto mi piaci..."<br />"Ah, l'hai ammesso finalmente?"<br />"Ce n'era bisogno? Che bel fisico che hai Paolo...quanto mi piacciono questi pettorali...baciami, ne ho troppa voglia ora..."<br />A quelle parole il cazzo prese a rizzarsi. Cercai di scrutare quello che accadeva attraverso il buco della serratura, ma non potevo vedere niente. Così entrai nella stanza successiva, aprii la porta a vetri e mi infilai nel balcone. Da là potevo godermi la scena.<br /><br />Giulia era sollevata sulle punte dei piedi con la lingua di Paolo in bocca.<br />Lui le accarezzava il culo e le cosce, eccitato da morire.<br />Anch'io non resistevo vedendo la mia ragazza con l'istruttore. Mi tirai il cazzo fuori dai pantaloni e iniziai a menarmelo.<br />"Ho voglia del tuo cazzo Paolo, non ho pensato ad altro che al tuo bastone in tutto questo periodo!"<br />"Allora prendimelo in bocca!", disse Paolo, abbassandosi la zip e tirando fuori la sua mazza già dura e grossa.<br />"Mmh...che bello...è così grosso...e dritto...", disse Giulia, mettendosi in ginocchio e iniziando a leccarlo. Era così grande che riusciva a contenerne solo metà con la sua bocca. Paolo ansimava dal piacere, prendendo Giulia per i capelli e muovendole la testa avanti e indietro.<br />"Lo sapevo che eri una troietta! Anch'io non ho pensato altro che a te da quella sera! Succhiamelo, fammi vedere quanto sei porca!"<br />Giulia non si fece pregare, e continuò a slinguazzarlo e a succhiarlo con ardore ancora maggiore, mentre io osservavo la scena sempre con il cazzo in mano.<br />"Non osare venire ora! Stavolta voglio essere scopata!", disse Giulia. E a quelle parole Paolo la fece sollevare, le sollevò la minigonna, la prese per le gambe e la sollevò di peso. Giulia si scostò il perizoma e, preso il cazzo di Paolo, se lo infilò in figa. Era talmente bagnata che non ci mise niente ad entrare dentro.<br />"Ohhh, che cazzone che hai...ahhh, come mi piace..."<br />Paolo la muoveva su e giù, resistendo solo alcuni minuti.<br />"Ahhh, sto per venire Giulia! Prendimelo in bocca ora!"<br />"No, lo voglio sentire dentro! Vienimi in figa, tanto prendo la pillola!"<br />"Ohhh...vengo...ahhh"<br />"Si Paolo, sto venendo anch'io! Ahhh, come godo!!!"<br />Così Giulia venne inondata di sborra, mentre anch'io spruzzavo il mio seme dappertutto. Come si sfilò il cazzo di Paolo, le cominciò a colare una quantità incredibile di sperma lungo le gambe.<br />Poi si pulì con un fazzoletto, si ricompose e salutò Paolo con un bacio intenso.<br />"Ora sei mia!", rispose lui. "Voglio rivederti presto!"<br />"Non preoccuparti, anch'io voglio riprovare il tuo cazzo!", disse lei, con un sorrisino da gran troia.<br /><br />Quella porca della mia ragazza aveva finalmente ritrovato un amante degno di lei.<br />La mia vita riprendeva come ai vecchi, bei tempi...<br /><br />Se il racconto vi è piaciuto, contattatemi a: matteofadda1978@libero.it </div>Adminhttp://www.blogger.com/profile/00595859291933782693noreply@blogger.com0